Al centro della riflessione di questo volume - che raccoglie gli atti del XLVII Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi - vi è il conflitto tra fedi che per più di un secolo infuriò in una vasta area d'Europa. Combattute con le armi e con la parola, le guerre di religione dell'età moderna sono qui analizzate secondo linee di ricerca al tempo stesso antitetiche e complementari. In primo luogo, la linea della guerra e della resistenza armata contro un'autorità sovrana ostile, percorso da cui emersero le giustificazioni teoriche dell'opposizione a un sovrano legittimo nonché i primi tentativi di pace religiosa e tolleranza. In secondo luogo, la linea dello sviluppo della controversistica religiosa, il "gran débat sans effusion de sang", fenomeno dai molteplici linguaggi, retorici, teologici e biblici.
Pur inserita nel più ampio fenomeno migratorio italiano della fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, l'emigrazione dei valdesi verso il Nord America è caratterizzata da elementi specifici, come il sostegno di organizzazioni evangeliche interdenominazionali quali l'American Waldensian Aid Society. Attraverso la storia delle cinque comunità di Monett (Missouri), Galveston e Wolf Ridge (Texas), Chicago (Illinois), Valdese (Carolina del Nord) e New York, Luca Pilone ripercorre le vicende delle piccole realtà del protestantesimo italiano negli Stati Uniti, sempre in bilico tra il tentativo di ricreare il "pays des ancêtres" e l'assimilazione all'interno del protestantesimo americani e del tipico melting pot del Paese. Storie di sacrifici, fatica, fallimenti ma anche - e soprattutto - di fede, coraggio e un'ostinata ricerca di benessere e libertà nella Land of Opportunity.
Prima tappa del lungo e complesso lavoro di edizione dell'intero corpus della letteratura valdese, finora in gran parte inedita, il volume presenta undici sermoni medievali tratti dai manoscritti di fine Quattrocento e inizio Cinquecento conservati principalmente a Cambridge, Dublino e Ginevra.
Convocato dagli Stati generali delle Province Unite dei Paesi Bassi all'inizio della guerra dei Trent'anni, il sinodo di Dordrecht affrontò le controversie legate all'arminianesimo, che riprendeva le posizioni critiche del teologo Jacob Hermandszoon (Arminio) rispetto ad alcune posizioni calviniste, in particolare la predestinazione - il rapporto tra la sovranità di Dio e la libertà umana in relazione alla grazia che salva -, ovvero al cuore stesso della Riforma. Il sinodo delle chiese riformate europee tenutosi a Dordrecht tra il 1618 e il 1619 definì faticosamente la dottrina della predestinazione con un compromesso che escludeva qualsiasi riduzione dell'efficacia della grazia all'arbitrio umano e al contempo conciliava l'interpretazione universale dell'espiazione compiuta da Cristo con l'applicazione particolare, secondo il decreto eterno, dei benefici del suo sacrificio ai soli eletti. Espressione più pura della rigorosa linearità del pensiero calvinista del primo Seicento, il sinodo di Dordrecht - unico incontro tra delegati di gran parte delle chiese riformate europee fino all'era ecumenica - propone un'interpretazione radicale del primato della grazia che continua a interrogare i credenti.
Caratterizzata dall'impatto bellico dell'industria moderna e da un nazionalismo esasperato, la prima guerra mondiale segnò una trasformazione profonda nella vita delle chiese valdesi, in particolare delle Valli valdesi del Piemonte: molti furono infatti i militari evangelici provenienti da quell'area, spesso arruolati nei battaglioni alpini.
La ricerca sull'immigrazione evangelica nel nostro Paese qui proposta è dedicata a Jerry Essan Masslo, il profugo politico sudafricano, nonché predicatore battista, che nell'agosto 1989 fu ucciso a Villa Literno nel corso di una rapina ai danni degli immigrati impegnati nella raccolta del pomodoro. La sua morte svelò la condizione di migliaia di "invisibili" e la rilevanza di un processo sociale che già allora fece dell'Italia una terra di immigrazione. E alle sorelle e ai fratelli di Jerry - le migliaia di immigrati evangelici che nel nostro paese vivono, lavorano, studiano e confessano la loro fede - dobbiamo anche la progressiva affermazione di un "nuovo pluralismo religioso".
Nella prospettiva di una moderna didattica laica si rivela essenziale istituire due nuove materie curriculari obbligatorie, Educazione alla cittadinanza ed Educazione sessuale, nonché una nuova materia facoltativa, Storia delle religioni e del libero pensiero, che dovrebbe poi sostituire l'insegnamento facoltativo concordatario della religione cattolica, divenendo obbligatoria. Uno Stato laico non può infatti abdicare né demandare ad altri la formazione di buoni cittadini, educati al rispetto dei diritti costituzionali di tutti, in primis le minoranze, nonché di esseri umani che conoscano le diverse e possibili visioni del mondo fondate sulle varie religioni o concezioni etiche e capaci di vivere una sessualità serena fondata sul rispetto dei partner.
Ideato in occasione del Centocinquantenario dell'Unità, il volume (che raccoglie gli Atti del LI Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia) si propone di indagare la storia delle chiese evangeliche in Italia e i rapporti intercorsi nell'età risorgimentale - che per gli evangelici fu stagione di grande impegno civile e predicazione partecipe - tra il protestantesimo europeo e quello italiano. A qualche anno dalla scomparsa di Giorgio Spini, grande fautore di questi studi, gli autori si sono così soffermati sulle influenze - tanto spirituali quanto materiali - del protestantesimo europeo nel nostro Paese nonché sui modelli di autorappresentazione degli evangelici italiani. Scritti di Alessia Artini, Eugenio Biagini, Mario Cignoni, Vittorio Criscuolo, Davide Dalmas, Ida De Michelis, Giacomo Carlo Di Gaetano, Stefano Gagliano, Filippo Maria Giordano, Gianni Long, Simone Maghenzani, Domenico Maselli, Giuseppe Platone, Danilo Raponi, Marcella Pellegrino Sutcliffe, Laura Venturi e Lothar Vogel.
Persa una gamba nella battaglia di Waterloo, il giovane colonnello inglese John Charles Beckwith abbandonò la carriera militare e si dedicò agli studi, in particolari quelli storici, scoprendo, attraverso le pagine di viaggio nelle valli valdesi di W. S. Gilly, la vicenda dell'antica Chiesa riformata del Piemonte, che divenne la sua ragione di vita. Amato, anche se non sempre assecondato, "benefattore dei valdesi", Beckwith si dedicò senza sosta a fondare scuole e diffondere l'istruzione nelle valli, a costruire i templi di Torre Pellice e Torino nonché a spingere la classe dirigente valdese a passare dal francese all'italiano, preparandola a immettersi nell'onda del Risorgimento.
Edita tra il 1912 e il 1931 dalla Facoltà della Scuola Teologica Battista di Roma, la rivista di studi religiosi "Bilychnis" prese il nome dalla lucerna a doppia fiammella dei primi cristiani, nell'intento di raffigurare il bisogno di alimentare tanto la fiamma della scienza quanto quella della fede. In nome della libertà di coscienza e del "principio fecondo della collaborazione di elementi diversi", "Bilychnis" fu luogo d'incontro e di riflessione tra uomini di fedi e di posizioni differenti, ospitando, oltre a importanti voci del protestantesimo, il contributo di studiosi quali G. Levi Della Vida, D. Lattes, E. Lo Gatto, G. Tucci, G. Rensi. Le sue pagine documentano l'esigenza di un rinnovamento spirituale che si alimentava nella tensione, dialettica e talvolta contraddittoria, tra fede e ragione, tra cristianesimo e mondo moderno.