Dopo aver affrontato battesimo, eucarestia, preghiera e Bibbia in "Essere cristiani oggi", il teologo anglicano Rowan Williams rivolge la sua attenzione ai fondamenti biblici e teologici necessari a vedere con maggiore chiarezza e seguire più da vicino la via di Gesù: «Il discepolato è un modo di essere. Riguarda la maniera in cui viviamo, non solo le decisioni che prendiamo o le cose in cui crediamo, ma realmente un modo di essere».
«La cattiveria, la scorrettezza sfrenata, la ferocia a tratti disarmante dei Simpson sono frutto di una scelta consapevole, con finalità liberatorie. Dunque, profondamente etica. Le vicende sono ambientate in quel “territorio franco nel quale abitano alla rinfusa luoghi comuni e manie, paure e passionacce, revival e nostalgia”, così come definito splendidamente da Salvarani. Non può sfuggire la parentela con la narrazione biblica, che offre il peggio (ma a volte anche il meglio) di uomini e donne, con linguaggio scarno, senza mediazioni o allusioni».
Gioele Dix
In una società molto spesso imbarazzata dalle dimostrazioni pubbliche della spiritualità e della fede, i Simpson – litigarella, rumorosa e normalissima famiglia della classe lavoratrice di una città della provincia americana – aiutano a riflettere sui nostri timori e le nostre speranze, religiose e non. Parlano della condizione umana, di noi, della nostra fatica di capire gli altri ma anche di capirci, insomma, del nostro mondo, e di cosa ci fa – ancora? – in esso colui che nel nostro oggi ci ostiniamo a chiamare Dio.
«Un’opera che si legge tutta d’un fiato e che alla fine – esattamente come accade dopo la visione di un episodio dell’amata serie – ti costringe a desiderare una successiva puntata».
Gioele Dix
«Per narrare il rapporto conflittuale tra padri e figli, Springsteen ritorna a Adamo e Caino (Adam Raised a Cain). Per raccontare l’irreparabilità della perdita, “una distanza che non può essere colmata”, si rifà alla solitudine di Gesù al Calvario (Jesus Was an Only Son). Per cantare la ferita del dolore ricorre alla simbologia della Croce (I’ll Work for Your Love). Per contrapporsi al disgregarsi della comunità, fa riecheggiare l’invito evangelico ad “amarsi uno con l’altro” (Jack of All Trades)».
Luca Miele
L’intera produzione di Bruce Springsteen è punteggiata, attraversata, nutrita da simboli e figure religiose. Un rapporto, quello tra il cantante di Born in the U.S.A. e la fede, mai pacificato, sempre conflittuale, controverso, spigoloso, aperto. Mediata dal patrimonio degli spirituals – che Springsteen riattualizza nell’esperienza di The Seeger Sessions –, la Bibbia costituisce una sorta di pre-testo a cui il cantante si appoggia per costruire la sua (formidabile) narrazione americana.
Fede, speranza, risurrezione sono le parole chiavi del “vocabolario” del rocker americano. Un vocabolario che non disconosce la tragedia, la violenza, il male, ma li trasfigura nell’impegno, nell’attesa, nella tensione escatologica. Nella certezza che «un nuovo giorno sta nascendo» (Rocky Ground).
Confrontando alcune coppie bibliche, Dario Vivian porta alla luce i diversi volti della relazione, in particolare d’amore, in una lettura della Bibbia legata alle dinamiche antropologiche che interrogano la fede: il dipanarsi dell’esperienza amorosa emerge così entro una dinamica pasquale che, dalla freschezza iniziale, passa attraverso la crisi e la messa alla prova per ritrovare il dono della rifioritura di speranza e vita.
«Le relazioni d’amore, così come la fede, hanno il potere di farci entrare nell’“oltre” della nostra esistenza: se ami, se credi, si aprono spazi impensati, intuisci cose più grandi di quelle che vedi, tocchi, misuri. Siamo nati per essere in relazione, quel luogo in cui rischiamo le nostre sicurezze per affidarle, nude, nelle mani di un altro. Così come avviene nella fede. Eppure sentiamo prepotentemente che l’amore, arrivato proprio in quel momento della nostra esistenza, rappresenta una svolta definitiva, capace di riprendere la vita e lanciarla un po’ più in là, dandole un altro sapore, magari il sapore del vino della festa di Cana. E sentiamo anche la fragilità e la responsabilità di questo amore: percepiamo che l’amore ci fa nascere e può farci anche morire. Ma allo stesso tempo avvertiamo che solo l’amore può farci risorgere».
Gibran è punto di incontro tra culture, religioni e spiritualità diverse. Ha donato a generazioni di lettori una sapienza moderna che abbraccia i grandi temi della laicità e le più profonde immagini di una fede universale.
Con un commento a Il Profeta che ne affianca gli ampi estratti e i temi affrontati con preghiere insolite e con brani biblici, l’Autore propone un gioco di rimandi per scoprire un testo attraverso l’altro.
«Se Khalil Gibran è un autore-ponte tra Oriente e Occidente, tra spiritualità e poesia, tra fedi e culture diverse, lo stesso Profeta è un libro-ponte, una sorta di Bibbia laica che abbraccia i temi universali della vita umana come li racconterebbero, e vi rifletterebbero, un cristiano, un musulmano, un buddhista e persino un laico agnostico. Tra preghiera, meditazione e poesia, Il Profeta, al cui interno non è difficile scovare tracce bibliche, parla la lingua di un’umanità che nella sua parte più profonda, consapevolmente o meno, pensa, medita e prega al di là dei confini geografici e politici, che appartiene a tutte le religioni e a nessuna, a tutte le culture e a nessuna».
In una società dall’individualismo sempre più sfrenato e dai continui, rapidissimi cambiamenti siamo ancora capaci di fidarci, affidarci e avere fiducia, negli altri e in noi stessi? Elio Meloni ci propone un percorso tra letture, riflessioni e pratiche quotidiane di diverse tradizioni spirituali per distillare alcuni tratti essenziali della fiducia, dono che si nutre di apertura così come di rischio.
Base di ogni relazione umana, la fiducia è un dono. Un dono che, tuttavia, comporta per definizione un rischio, a volte un salto nel vuoto. Nondimeno la consapevolezza che la gratuità è la via maestra di ogni vita umana piena apre alla possibilità di avere rispetto e cura di quanto la vita ci offre: storie, incontri, relazioni, animali, cose.
Lasciando andare il desiderio di possesso riusciamo ad aprire la mano e ad accedere a relazioni autentiche, a lasciare l’accampamento e avventurarci lungo i sentieri della fiducia. Quello che Elio Meloni ci offre è un percorso lungo questi sentieri all’interno di diverse tradizioni spirituali, per recuperare pratiche che aiutino a «pulire» la relazione con gli altri e a ritrovare la fonte della propria solidità interiore che, sola, consente di fidarsi.
Le famose Losungen, testi biblici e meditazioni giornaliere, preparate ogni anno, a partire dal 1731, dalla Chiesa evangelica dei Fratelli Moravi (Unità dei Fratelli di Herrnhut). La presente edizione, tradotta e adattata per il lettore italiano, è la duecentottantottesima. In appendice il "Lezionario comune riveduto" ("Revised common lectionary") per il 2018. Introduzione di Paolo Ricca.
Attraverso meditazioni e predicazioni su testi quali l'universale grido di dolore del Salmo 88, il dialogo tra Gesù e il ladrone di Luca 23 o la risurrezione di Giovanni 20, Daniel Bourguet conduce i lettori in una terribile discesa agli inferi per farli riemergere, arricchiti dalla luce della Pasqua, con lo stupore e la fede di Maria di Magdala.
Lidia Maggi e Angelo Reginato mettono a tema il "leggere insieme" la Scrittura nella comunità ecclesiale, riflettendo sulla natura relazionale e comunitaria della fede e della lettura biblica nel contesto, individualistico, della contemporaneità. Da sempre le Scritture ebraico-cristiane sono lette in comunità. Ancora oggi, nelle sinagoghe come nelle chiese, si costituiscono assemblee di lettrici e lettori del testo biblico. Leggere la Bibbia è un atto relazionale, che domanda una comunità, così come un atto performativo, che vi dà vita. Tuttavia, il tempo in cui viviamo è segnato da una radicale messa in questione di ogni forma comunitaria. Intorno a questo nodo - la natura comunitaria della fede biblica e quella individualistica della società contemporanea - si articola il testo di Lidia Maggi e Angelo Reginato che, a partire dalle narrazioni dei quattro vangeli, evidenzia le diverse figure di comunità in essi contenute - le diverse chiese-lettrici implicite -, mettendole a confronto con le sfide del presente.
Con una lettura spirituale, lo scrittore e teologo Paolo Curtaz ripercorre le parabole di Gesù –quelle vivide narrazioni che, attingendo alle esperienze umane condivise, parlano immediatamente a tutti, senza richiedere competenze culturali o teologiche – per portare alla luce quanto hanno da dire oggi.
Utilizzando un linguaggio popolare e attingendo a esperienze di vita condivise, la parabola non implica una particolare preparazione culturale o teologica, ma arriva subito all’intelligenza di chi ascolta, aprendo una prospettiva diversa su di sé e su Dio.
Gesù annuncia l’urgenza del mondo secondo il progetto di Dio con lo stile proprio del racconto parabolico, che rispetta l’interlocutore e lascia intatta la sua libertà, senza tentare forme di seduzione o manipolazione.
Anche se oggi gli esempi usati da Gesù sono inevitabilmente meno immediati, le parabole non hanno perso efficacia e sanno svelare una visione di Dio e della fede inattesa e vibrante. Attraverso la sua lettura spirituale, Paolo Curtaz ne mette in evidenza l’attualità.
Possiamo essere felici in un mondo in cui è tanto evidente la sofferenza? O sentirci a nostro agio in una società pervasa dall’irritazione? Con altre tradizioni spirituali, Paolo di Tarso indica una via che potrebbe rivelarsi decisiva: «Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possano giovare a quelli che ascoltano».
Di fronte al mondo di violenza e sopraffazione che tristemente abitiamo, Elio Meloni suggerisce la via paolina della gentilezza, intesa innanzitutto come pratica quotidiana volta a migliorare in profondità le relazioni umane. Solo recuperando il valore della gentilezza, habitus di chi ha a cuore la pace e la giustizia, è possibile abbandonare l’attaccamento e la brama, radici di ogni forma di sopruso. Solo attraverso la gentilezza diventa possibile vivere in modo più accogliente e giusto, rispettando l’altro per come è e non per come vorremmo fosse. Lo stesso rapporto con la natura, grazie alla gentilezza, assume caratteri differenti, portando alla consapevolezza che tutto ciò che esiste è donato, per pura grazia.
366 preghiere per la riflessione quotidiana.