Quando si parla di «responsabilità pubblica» o «dovere istituzionale», di «burocrazia» o «corruzione», ci si imbatte in una serie di parole certo largamente utilizzate, ma secondo un significato spesso troppo semplificato, non di rado mal compreso, in alcuni casi stravolto. In un'epoca di grandi mutamenti quale quella che stiamo affrontando, il rischio di una svalutazione della dimensione etica che deve guidare a ogni livello l'azione delle istituzioni e la condotta di ciascuno di noi è certo molto concreto. Nasce da qui l'esigenza di un ideale lessico per le istituzioni, che illustri agli specialisti, al mondo dei funzionari pubblici e a ogni cittadino quanto ampio e profondo sia il messaggio etico racchiuso in alcune parole «antiche», come queste ultime si siano arricchite di contenuti nuovi - grazie anche all'impulso offerto dall'Autorità nazionale anticorruzione - e come, per il loro tramite, possano inquadrarsi alcune sfide cruciali per il futuro del nostro vivere democratico. Prefazione di Raffaele Cantone.
La sovranità statale si diluisce. Agli Stati si sovrappongono altri ordinamenti giuridici, sopranazionali e globali. Questo pluralismo ha bisogno di un ordine: occorre riempire i vuoti tra i diversi sistemi; ridurre la frammentazione di questi ultimi; indurli a cooperare; stabilire gerarchie di valori e principi. I governi nazionali, titolari del "potere estero", non sono in grado di svolgere questi compiti. Suppliscono i giudici, nazionali, sopranazionali e globali, oppure organi quasi giudiziari, presenti in molti dei circa duemila regimi regolatori globali. A questo punto, lentamente, il diritto prende il posto della politica nell'arena globale. Le corti attraversano sempre più spesso le frontiere. L'incontro tra ordini giuridici diversi e diversamente collocati è anche un incontro fra tradizioni giuridiche differenti, ognuna con la propria identità. Di qui discendono numerosi problemi. Il primo è quello della tolleranza e dell'adattamento reciproco. Il secondo è quello della costituzione di un nucleo di principi che appartengono a ognuna delle tradizioni giuridiche. Il terzo quello del riconoscimento di un corpo minimo di principi superiori. Le corti svolgono dunque un ruolo fondamentale nel sottrarre dall'isolamento ordini giuridici diversi e diversamente collocati.