Ghi e panir, cioè burro chiarificato e formaggio leggero ricco di proteine, sono due ingredienti fondamentali nella cucina dei fedeli induisti, buddhisti e jainisti, che condividono, come avviene in tutte le religioni dell'India, il rifiuto di bevande alcoliche. Che cosa si mangia, quali alimenti si rifiutano e dalle mani di chi si accetta cibo cotto sono le domande che definiscono nell'induismo il posto di un uomo o di un gruppo. E mentre l'insegnamento buddhista invita alla moderazione in ogni campo della vita, compreso quello alimentare, ma consente di mangiare carne in determinate circostanze, il fondamento del jainismo risiede nel totale rispetto di ogni forma di vita creata, compreso il mondo materiale, in quanto depositaria di un'anima. La conseguenza a tavola è un rigoroso vegetarianesimo. L'autore parte da una presentazione generale per poi illustrare le norme alimentari, con gli aspetti teologici e le questioni ancora aperte. Chiude con alcune ricette di facile preparazione, con cui chiunque può cimentare le proprie capacità di "dialogo gastronomico".
Come spiegare ai cambogiani chi è Gesù se non mettendolo a confronto con la figura più alta della loro tradizione religiosa, ovvero Gautama Siddharta, venerato come Buddha?
L’autore del volume, di cui, per la sua storia personale, è ormai difficile dire se sia più francese od orientale, accosta la vita e gli insegnamenti dei due grandi “geni religiosi” per mostrarne prossimità e divergenze in tema di salvezza, uso dei beni, rapporto con il dolore, idea di libertà.
E chi meglio di lui potrebbe spiegare a un europeo chi è Buddha e che cos’è il veramente il buddhismo?
Le sue pagine, in parte nate con l’intento di far conoscere la religione cristiana ai buddhisti cambogiani, senza sincretismi ma anche senza previe chiusure, possono aiutare noi occidentali a meglio comprendere una religione che ormai conta molti adepti anche in Italia.
Sommario
Presentazione (F. Strazzari). 1. L’enigma della vita. 2. Gautama e Gesù. 3. Il Cristo e il Buddha.
4. La salvezza. 5. La Chiesa.
Note sull'autore
François Ponchaud (Sallanches [Alta Savoia - F] 1939), ordinato sacerdote della Società per le missioni estere di Parigi nel 1964, vive in Cambogia dal 1965. Espulso dai khmer rossi nel 1975, poco dopo pubblicò Cambodge année zero, la prima testimonianza sul regime di Pol Pot, tradotto anche in lingua italiana (Cambogia anno zero, Milano 1977). Rientrato nel 1993, scrisse La cathédrale de la Rizière per far conoscere al mondo la cultura khmer e la storia dell’evangelizzazione cristiana del paese. Docente di Sacra Scrittura, nel 1998 è stato nominato vicario generale della prefettura apostolica di Kompong-Cham. È noto per la sua instancabile opera di inculturazione: in lingua khmer ha tradotto lezionari e messali, nonché redatto numerosi testi di esegesi biblica.
Note sul curatore
Francesco Strazzari è presbitero della Chiesa di Vicenza. Giornalista, collabora con la rivista Il Regno, spesso in qualità di inviato. Con F. Ponchaud ha instaurato rapporti di amicizia e consuetudine. Per le EDB ha pubblicato: i saggi-intervista a E. Schillebeeckx, Sono un teologo felice (1993) e Cerco il tuo volto. Conversazioni su Dio (2005); Testimoni di speranza (2002) e, con A. Filippi, La cosa più importante per la Chiesa del 2000 (1999). Ha inoltre curato i volumi: Io donna prete (1994); Dal carcere di Londra… (1995); J. Loew, Madeleine Delbrêl. Dall’ateismo alla mistica. Con un ritratto di J. Loew (21998) e la pubblicazione dei testi di E. Zoghby, Fede senza paura (1997) e Il Credo dell’amore (1999), e di J.-M.R. Tillard, Credo nonostante… (2000) e Dialogare per non morire (2001).
Bussho - La natura autentica porta la data del 14 ottobre 1241. È un sermone rivolto ai seguaci e ai praticanti della via indicata da Buddha, raccolti nel monastero di Koshohorinji tra i boschi del Giappone occidentale, ma capace di superare ogni distanza temporale per l’insegnamento sulla vera natura della religione che ci offre. Ritenuto dagli studiosi buddhisti giapponesi uno degli scritti di Doghen più rappresentativi del suo pensiero, il sermone affronta il tema centrale del buddhismo Mahayana e lo sviscera nel suo rapporto con la realtà come a noi appare essere.
Ogni capitoletto, che – non essendovi un legame di consequenzialità immediata fra un capitolo e l’altro – è possibile anche leggere separatamente, parte da una citazione che Doghen rilegge. In un mondo di finzione, stimola a far vivere nella propria vita lo slancio vitale del sé libero e originale.
Il testo ben si affianca al recente volume di p. Mazzocchi, Il Vangelo secondo Giovanni e lo Zen. Meditazioni sull'esistere, dove al Vangelo secondo Giovanni vengono accostati molti brani de La natura autentica di Doghen, nell'identica versione qui offerta. L’insieme può arricchire la vivacità e l’ampiezza del commento, dandone una dimensione stereofonica.
Sommario. Premessa. Introduzione (del maestro Zen Koho Watanabe). Traduzione. Commento. Testo in lingua originale (giapponese).
Curatore. Giuseppe Jiso Forzani, nato a Genova nel 1949, monaco zen, sposato, due figli. Dal 1979 al 1987 ha vissuto nel monastero di Antaiji in Giappone ed è poi tornato in Italia come missionario Zen Soto. Dal 1994 condivide con p. Luciano Mazzocchi, saveriano, missionario in Giappone, il cammino religioso del dialogo Vangelo e Zen. Tale cammino trae la propria fisionomia dalla pratica quotidiana dello zazen e del vangelo, unita al lavoro, allo studio, ai doveri sociali e raccoglie chi sente il richiamo a vivere secondo questi principi. Giuseppe Jiso Forzani e p. Luciano Mazzocchi insieme lavorano alla traduzione e al commento di testi originali di Doghen e del Nuovo Testamento, come contributo al dialogo religioso cristiano-buddhista.