A partire dalla sua personale esperienza di vita e di ministero – è a capo di una onlus che si occupa di disabili e anziani – l'autore, prete milanese, riflette sul tema della fragilità. Queste pagine, che hanno il ritmo di un racconto il cui unico scopo è la testimonianza, si rivolgono a tutti, in particolare a coloro che si sono trovati a fare i conti in modo diretto con la fragilità e la disabilità, per poter riconoscere in questa esperienza un'opportunità e un'occasione di crescita.
Sommario
Introduzione. I. Lucrezia: scoprire la fragilità. II. Fede e Luce: condividere la fragilità. III. La formazione permanente: sostenere la fragilità. IV. La parrocchia: portare la fragilità. V. Sacra Famiglia: rispondere alla fragilità. VI. Epilogo: abbracciare la fragilità. Postfazione.
Marco Bove, presbitero milanese, è presidente della Fondazione Istituto Sacra Famiglia onlus e assistente spirituale internazione di Fede e Luce. Si è occupato della formazione permanente del clero ed è stato parroco a San Nicolao della Flue e a San Lorenzo in Monluè, a Milano. Tra le sue pubblicazioni recenti: Venite a mangiare. Il cibo, la vita e le sue stagioni (EDB 2015), La vita consacrata tra conflitti e affetti. Incontri di formazione (Ancora 2017) e Le spalle di Dio. L’esperienza spirituale dei cercatori di Dio (Àncora 2019).
Le oltre trecento lettere raccolte in questo libro aiutano ad approfondire la profonda amicizia tra don Primo Mazzolari e don Guido Astori. Compagni di ordinazione, i due preti lombardi condividono l'esperienza di cappellani militari nella prima guerra mondiale, prima di occuparsi di alcune parrocchie della diocesi: Mazzolari a Cicognara e Bozzolo, nel mantovano, Astori a Bordolano, Casalbuttano e Cremona nella parrocchia di Sant'Agata. Il volume mette a tema l'amicizia presbiterale, uno degli aspetti più interessanti ma anche poco sondati della spiritualità sacerdotale. È un tassello in più per approfondire la figura di don Primo, soprattutto nella ferialità delle sue amicizie e del suo impegno pastorale in parrocchia. I testi d'archivio riportati in appendice consentono di rileggere le parole con le quali don Mazzolari parla dell'amico, presentandolo, nel 1934, alla parrocchia di Casalbuttano e, nel 1940, alla parrocchia cittadina di Sant'Agata, nonché di riscoprire il discorso pronunciato da don Astori al funerale di don Mazzolari, nell'aprile 1959. Postfazione di monsignor Gualtiero Sigismondi.
Descrizione
La sfida che oggi si presenta alla coppia si sviluppa in due direzioni: affrontare una certa mentalità del mondo, secondo la quale l’amore deve essere vissuto in base a regole proprie e soggettive, e combattere, al suo interno, le tendenze egoistiche. La teologia, la morale e il diritto vengono percepiti distanti da un progetto che orienti le scelte profonde e la vita quotidiana. L’autore propone una lettura positiva e profonda degli insegnamenti della Chiesa, in sintonia e non in contraddizione con il vissuto emotivo che caratterizza la vita di coppia, accompagnandola a comprendere il tesoro che Dio, col matrimonio, ha messo nelle sue mani.
A una prima parte dedicata ai contenuti teologici e giuridici del matrimonio, segue l’approfondimento delle dinamiche intime, relazionali e pedagogiche della vita coniugale e genitoriale; il testo si conclude, nella terza parte, evidenziando l’importanza della famiglia nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza dell’amore di Dio.
Sommario
Prefazione. Introduzione. I. Origini e natura del matrimonio. II. Costruire un edificio santo. III. Gli sposi cristiani: icona del vangelo e testimoni d’amore nel mondo. Conclusioni. Bibliografia.
Note sull'autore
Angelo Spicuglia ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all’Università degli studi di Catania e il dottorato in Diritto Canonico alla Pontificia Università Lateranense. Avvocato e docente di Scienze giuridiche ed economiche, già Difensore del Vincolo presso il Tribunale Ecclesiastico Metropolitano siracusano. Sposato e padre di due figli, è diacono permanente.
Beati quelli che sanno ridere di se stessi: non finiranno mai di divertirsi. Beati quelli che sanno distinguere una montagna da un ciottolo: eviteranno molti fastidi. Beati quelli che sanno riposare e dormire senza trovare scuse: diventeranno saggi. Beati quelli che sanno ascoltare e tacere: impareranno cose nuove. Beati quelli che sono abbastanza intelligenti per non prendersi sul serio: saranno apprezzati dai loro vicini. Beali quelli che sono attenti alle richiesle degli altri, senza sentirsi indispensabili: saranno dispensatori di gioia. Beati sarete voi se saprete guardare seriamente le cose piccole e tranquillamente le cose importanti: andrete lontano nella vita. Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo: il vostro cammino sarà pieno di sole. Beati voi se saprete interpretare sempre con benevolenza gli atteggiamenti degli altri, anche contro le apparenze: sarete presi per ingenui, ma questo è il prezzo della carità. Beati quelli che pensano prima di agire, e che pregano prima di pensare: eviteranno tante stupidaggini. Beati voi se sorriderete di voi stessi: svanirà come un miraggio il maggiore ostacolo della vita. Beati voi quando non raccoglierete le ingiurie e neppure le lodi: i sentieri della Luce si apriranno al vostro sguardo. Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che vi incontrano: avete trovato la vera gioia e la vera sapienza.
Dall'autunno del 1944 alla primavera del 1945 don Primo Mazzolari visse in clandestinità, rinchiuso in una stanza della propria canonica, nascosto dalle brigate nere che lo cercavano, convinte che egli fosse sui monti con i partigiani. Apparentemente segregato dal mondo, il parroco di Bozzolo mostra come sia possibile partecipare alle vicende umane in virtù di uno sguardo che non si lascia distrarre dalle parole altisonanti che risuonavano a quel tempo. Uno sguardo capace di fermarsi sulla quotidianità per restituirci tutto lo spessore dell'umanità perduta. Anche in questo scritto ritorna il tema dei "lontani", centrale nella prospettiva religiosa di don Primo, che tuttavia non si comprenderebbe senza la pregnanza delle immagini create dalla poetica mazzolariana. Bisogna lasciar parlare i lontani, ma perché ciò avvenga, bisogna, prima di tutto, saperli ascoltare.
Il deserto ha un linguaggio discreto, proprio come la voce di Dio, ma non è un luogo facile in cui vivere. Bello e terribile, proprio come il mistero, è uno spazio in cui si è a un passo dal paradiso, ma anche a uno dall’inferno.
Dalla comunità di Qumran ai padri del deserto e della Chiesa, dagli antichi eremiti a Charles de Foucauld, da Meister Eckhart a Francesco d’Assisi, un’avventura del pensiero, ma anche un diario di emozioni. Un vero cammino non solo per chi crede, ma soprattutto per chi cerca.
Sommario
Prefazione (A. Paoli). Premessa - I gemiti dell’anima. I. Il cammino del deserto. II. La nudità dello spirito. III. Via negativa. IV. Nella tenebra luminosa. V. Il deserto di stracci. VI. Un Dio svuotato. VII. - Perfetta letizia.
Note sull'autore
Giorgio Gonella, figlio di Guido, che fu con De Gasperi tra i fondatori della Democrazia Cristiana e per cinque volte ministro della Pubblica Istruzione, ha partecipato ai movimenti del ’68. La lettura del Vangelo e diverse esperienze di fede lo hanno portato alla consacrazione religiosa nella Congregazione dei Piccoli Fratelli del Vangelo. Ha vissuto a New York, in una piccola fraternità, tra persone con problemi di alcolismo e di droga lavorando come conducente di uno scuolabus. Nel 2008 si è trasferito in Messico con il proposito di iniziare una nuova fraternità d’accoglienza sulle pendici delle montagne della Sierra Madre.
La liturgia è un tema poco sondato nella vita di don Primo Mazzolari, solitamente più conosciuto per le sue posizioni sulla pace, la giustizia sociale e la politica. Questo libro raccoglie alcune riflessioni del parroco di Bozzolo, a partire da quella offerta nel 1941 alla Settimana liturgica nazionale, e mette a disposizione i testi più significativi sull’omelia, sul rapporto tra il prete e la comunità cristiana, sul senso della liturgia cristiana, sul valore dell’eucaristia nella vita del cristiano, sul senso delle devozioni e della preghiera. Non manca un affondo provocatorio sul tema del denaro e delle offerte durante le celebrazioni liturgiche, in modo da non trascurare la profezia con cui don Primo ha spinto la Chiesa al rinnovamento e alla fedeltà evangelica.
Sommario
Introduzione. I. «Mi piacciono le chiese vive». 1. I discepoli di Emmaus. 2. Liturgia del tempo di guerra. 3. La Messa parrocchiale. 4. L’edificazione della Chiesa nel sacrificio di Cristo. 5. L’edificazione della Chiesa nel sacrificio della Chiesa. 6. La predicazione. 7. Delle nostre impreparazioni all’apostolato. 8. Le tariffe nella liturgia.
Note sull'autore
Don Primo Mazzolari (1890-1959), prete dal 1912, fu cappellano militare al tempo della prima guerra mondiale e trascorse la sua vita come parroco di piccoli paesi di campagna a due passi dal Po, prima Cicognara e poi Bozzolo, in provincia di Mantova. l suoi scritti e le sue predicazioni lo imposero all'attenzione pubblica, ma attirarono su di lui anche molte misure disciplinari della gerarchia ecclesiastica. EDB ha in catalogo l'opera completa di don Mazzolari.
Bruno Bignami e Umberto Zanaboni sono rispettivamente postulatore e vice postulatore della causa di beatificazione di don Primo Mazzolari.
L'opuscolo "I lontani" appartiene a una delle stagioni più feconde della riflessione di don Primo Mazzolari. È la seconda metà degli anni Trenta, quando si concentrano molte delle pagine del prete di Bozzolo dedicate alla Chiesa, al suo rapporto con il mondo e all'evangelizzazione. Dopo la bufera caduta su La più bella avventura, dove la figura del prodigo già lanciava il tema, e la condanna da parte del Sant'Uffizio (5 febbraio 1935), Mazzolari non si dà per vinto. Non è difficile immaginare che per lui sia in gioco un modello di Chiesa proprio a partire dallo sguardo sui lontani. È in questo contesto che trova luce il libretto, nato come articolo pubblicato sulla rivista Segni dei Tempi nel 1938 e poi divenuto un testo a sé, dedicato «alle anime sofferenti e audaci».
Con uno stile personale il vescovo Luciano Pacomio propone una riflessione sapienziale suddivisa in tre parti: «All'alba», «In cammino», «Meriggio». Una riflessione sulle cose della vita attraverso una lettura spirituale, biblica e di grande attenzione all'umano che affronta temi di carattere esistenziale: il senso del vivere, della nascita e del morire; la riconoscenza e la gioia nelle relazioni e negli accadimenti quotidiani.
Periodico religioso mensile: anno 13, n. 5/2020. Tempo di Pasqua - In edizione tascabile, propone due pagine quotidiane - una pillola di liturgia delle Ore - per chi vuole dedicarsi alla preghiera in un momento della giornata, oltre al rito della Messa, alla liturgia della Parola e alle parti proprie delle celebrazioni eucaristiche feriali e festive, affiancate dal commento. Le riflessioni sono curate da fr. MichaelDavide, fr. Adalberto Piovano, fr. Luca Fallica e fr. Roberto Pasolini. Arricchiscono la rivista il calendario interreligioso, la segnalazione, le giornate particolari - ecclesiali e civili - e alcune pagine di riflessione. Abbonandosi all'edizione web sarà possibile scaricare i contenuti in formato PDF. Iscrivendosi alla newsletter, si riceverà quotidianamente via e-mail il link al PDF della messa del giorno.
Nell’affermazione di don Primo Mazzolari «non mi sono mai vergognato di Cristo», presente in una lettera al suo vescovo scritta pochi mesi prima di morire, è racchiuso il cammino, a volte eroico, verso la sua conformazione a Cristo, in spirito di umiltà, povertà, passione per l’annuncio del Vangelo e amore per la Chiesa. Non sempre questa sua passione è stata compresa, anche se ora la Diocesi di Cremona ha promosso il processo di beatificazione del parroco di Bozzolo.
L’intento di questo libro è di far conoscere il cuore della vita sacerdotale di don Mazzolari, la sua spiritualità, il suo tendere alla perfezione, perché le sue opere continuino ad aiutare sacerdoti e laici a vivere un cristianesimo maturo e coerente.
Senza i gesti la fede rischia di rimanere un atto mentale o intellettuale, privato di quella «perla preziosa» che consente di riappropriarsi, con profondità e intensità, dell’essere uomini, fatti di spirito e di mondo.
Questo libro suggerisce un semplice ma accorato viaggio tra i molti e poliedrici gesti che abitano la vita di fede, le azioni e gli atti che la accompagnano e che scandiscono la vita spirituale, come necessaria e imprescindibile manifestazione corporea e sensibile di un senso che ci precede e ci interpella.
Il viaggio corre su due binari, distinti ma spesso tangenti: quello che abita i gesti tradizionali della fede, scoprendo il carico di vita di cui essi sono umili custodi, e quello che mostra l’appello trascendente alla fede che è racchiuso, come un tesoro nascosto, nelle esperienze ordinarie della vita.