Il volume contiene i testi delle cinque conferenze che mons. Ravasi ha tenuto al Centro culturale S. Fedele di Milano e che commentano le Lettere agli Efesini e ai Colossesi.
A venticinque anni dalla morte, una biografia su padre Olinto Marella. Professore di filosofia, lasciò ancora giovane l'insegnamento per dedicarsi all'assistenza dei ragazzi abbandonati. Con i fondi raccolti in francescana umiltà, organizzando la rivendita di materiali usati e tendendo il cappello per le vie di Bologna, accolse oltre ottomila giovani di diverse nazionalità e religioni, portò alla laurea chi di loro voleva studiare, creò undici istituti.
Questo sussidio formativo trae la propria origine dal Progetto Formativo dei frati cappuccini italiani con lo scopo di riprendere alcune tematiche che necessitano di ulteriori approfondimenti. Il titolo è stato scelto per evocare una prospettiva centrale del testo, e cioè l'importanza del tempo come fattore che determina la crescita e qualifica l'efficacia dell'intervento dell'animatore. L'attenzione al tempo, fattore decisivo della crescita e delle trasformazioni dell'identità, è compito centrale di chi si prende cura della crescita del singolo e della comunità. Il "tempo giusto" nella formazione va focalizzato all'interno della qualità della relazione educativa, dalla quale emerge il livello e il tipo di recettività dell'educando. I contenuti di questo sussidio formativo riguardano l'approfondimento di due ambiti dell'animazione: quello personale e quello della vita comune. Entrambi i temi vengono presentati dal punto di vista teorico e da quello delle competenze comunicative.
Il volume ha lo scopo di creare nel cristiano adulto la lucida coscienza di ciò che avviene nel "Giorno del Signore" e nella celebrazione della Liturgia delle Ore. La struttura della Messa viene rivisitata svelando le tracce della comunità primitiva nella stratificazione della liturgia ed esplorando la continuità col presente. L'autore adotta l'antichissimo metodo dei Padri della chiesa: partire dalla storia dei riti per scoprire i misteri celebrati, mostrando inoltre la stretta connessione tra Eucaristia e Liturgia delle Ore. In ambedue i casi la chiesa aiuta il credente a dire, di fronte alla vicenda millenaria della salvezza, la prima parola di fede: grazie.
In tempi come quelli di oggi in cui è facile sentirsi affannati, insoddisfatti, in cui ciò che si ha risulta decisamente più importante di ciò che si è, appare quanto mai necessario ritagliare, nell'arco della giornata, un momento di silenzio: non si tratta semplicemente di eliminare i rumori provenienti dall'esterno, ma anche il frastuono, dentro di noi, dei pensieri inquietanti, per ritrovare la nostra realtà più autentica. La Parola è come la rugiada che dà sollievo e conforto alla pianta; il Silenzio è simile alla quiete feconda dell'alba, durante la quale la rugiada si deposita. La Natura ci è maestra di sapienza e di armonia.
La serie degli Enchiridion delle encicliche (epistole e lettere) si propone di censire tutti i documenti emanati con tale nome, dal Settecento fino ad oggi: sono scritti spesso di difficile reperimento, che contengono sempre messaggi di rilievo. Il testo viene presentato nella forma originale e in traduzione italiana, preceduto da una nota biografica sul papa e con un corredo di indici (generale, cronologico, per incipit, per autore, biblico delle fonti e analitico) per aiutare qualsiasi tipo di ricerca. Il presente volume include prevalentemente le encicliche di Benedetto XIV (26 su 42); gli altri pontefici del periodo firmarono infatti pochi documenti del genere.
Questo libro, nato nella scuola e nella vita, nella scuola e nella vita vorrebbe rifluire, senza sovraccaricare il lettore con eccessive disquisizioni, aiutandolo a riflettere su uno degli aspetti più misteriosi e affascinanti della propria fede. L'autore vuole approfondire le impegnative tematiche escatologiche consapevole di non averle esaurite e lieto se riuscirà a stimolare i suoi lettori ad ampliare e approfondire l'indagine in modo personale. L'itinerario seguito va dalle realtà penultime alle realtà definitive, facendo sì che tutto il discorso appaia quasi parabola della teologia e parabola della vita.