La morte di Francesco ci offre un modo per affrontare oggi un tema spesso esorcizzato dalla nostra cultura. Il fine della vita come una sorella a cui affidarsi per realizzare quella nuda povertà nata dall'adesione a Cristo.
«Il Signore mi condusse»: le parole iniziali del Testamento di Francesco rappresentano, per l'autore di questo libro, la chiave di lettura intima e fondativa della sua esistenza e dei suoi scritti. Lasciarsi condurre da Dio significa consegnarsi a Lui come figli, come fratelli. Ecco la scoperta di Francesco: si è figli nella misura in cui si accetta di essere fratelli, e si è fratelli nella misura in cui si rimane nell'obbedienza fi liale. In questo avvincente ritratto psicologicospirituale del santo di Assisi, Giovanni Salonia fa emergere dall'analisi dei testi - agiografi a e scritti - il Mistero Pasquale incarnato nel cuore e nell'esistenza di Francesco. Nel Mistero Pasquale vengono guarite le ferite della figliolanza e della fraternità e si diventa custodi del fratello. Francesco vuole per i suoi frati, i suoi seguaci, la «vera e perfetta letizia» (risuonano le parole di Gesù: «perché la vostra gioia sia piena»). Francesco mette in guardia dalle trappole segrete del cuore che conducono a derive di frustrazione e di fallimento. Come ben dimostra questo volume, conoscenza del cuore dell'uomo, aderenza intima e totale al Vangelo fanno della vita e degli insegnamenti di Francesco una lezione fondamentale anche per l'oggi.
L’intuizione gestaltica del libro di Rosaria Lisi è che l’isteria funziona come una cartina di tornasole. Se il limite di Freud era stato quello di pensare che il suo contesto culturale fosse paradigmatico e non temporaneo (e che l’isteria fosse il modello dello star male), il limite delle teorie post-freudiane è stato quello di aver pensato che l’isteria non esistesse più. Lisi ci riporta all’isteria, perché lì da dove abbiamo iniziato, dal luogo in cui ci siamo separati, si possono trarre nuovi orizzonti per la teoria e per la clinica. Dal Saggio introduttivo di Giovanni Salonia
La lettura fenomenologica dell’esperienza isterica rivaluta l’importanza di questa patologia e ci fa capire come il paziente ‘abbia sempre ragione’, anche quando ciò risulta a prima vista incomprensibile. È compito del terapeuta interrogarsi sempre e comunque in una doverosa apertura intellettuale testimoniata qui con forza e acutezza. Il libro di Rosaria Lisi è in definitiva un lavoro completo, attento e a tratti suggestivo [...] arricchisce la letteratura gestaltica (e non solo) di un notevole contributo scientifico per la comprensione dell’intervento clinico. Dalla Postfazione di Valeria Conte
La famiglia postmoderna porta avanti un progetto inedito e ambizioso: essere il luogo della piena realizzazione di ognuno e di tutti. La Gestalt Therapy, assumendo come principi ispiratori e clinici la centralità del soggetto in relazione, il corpo vissuto, il qui-e-adesso del contatto, offre chiavi di lettura e di intervento che facilitano nella famiglia la ripresa della danza relazionale, dove diventa musica il ritmo di ogni suo membro. Categorie come intercorporeità, funzione personalità, grammatica della relazione, diventano nella presentazione dell'autore strumenti terapeutici preziosi per ridare alla famiglia il sogno di una pienezza del singolo e di tutti.
La felicità passa, ma a volte ritorna. È questo il messaggio in codice che viene dalla lettura di questo libro. Come a dire che non dobbiamo deflettere, che non è mail il caso di deporre la speranza. Anche nella condizione più difficile si può farle spazio, affinchè la tanto attesa ritorni.
Se un paziente dice al terapeuta: «la luna è fatta di formaggio», e il terapeuta risponde: «la luna e il formaggio sono gialli entrambi», stiamo ascoltando le parole di una rivoluzione ermeneutica e clinica.
A darle inizio è stato, molti anni fa, uno dei più acuti terapeuti della Gestalt, Isadore From, quando intuì come i pazienti che usano un linguaggio borderline – perché il linguaggio è la dimora del contatto – non attendano dal terapeuta una definizione, un’interpretazione o, peggio ancora, una correzione della loro esperienza, bensì solo una rispettosa, illuminante ‘traduzione’. Tradurre vuol dire riconoscere e accogliere la diversità e la dignità dell’altro. L’intuizione di allora, approfondita a livello teorico e sperimentata in lunghi anni di pratica, è diventata un preciso, innovativo modello di cura – la traduzione gestaltica del linguaggio borderline – che viene presentato a livello di paradigmi e di verbatim. Nel serrato, concreto e critico dialogo con gli altri approcci (da Gabbard a Kernberg, dall’empatia alla mentalizzazione), emerge la novitas del modello elaborato dall’Istituto di Gestalt Therapy GTK.
Il ‘giallo’ di From che connette luna e formaggio connette anche terapeuta e paziente nella loro umile e ostinata ricerca di verità nel e del contatto.
Il volume è ispirato da un personaggio che è icona della forza gestaltica della relazione e della capacità di portare avanti fino in fondo ciò che il cuore detta: Antigone, protagonista dell'omonima tragedia di Sofocle. Sono le riflessioni di Giovanni Salonia a guidarci nei sentieri del cuore e delle vicende di questa fanciulla che, con grazia ed intensità tutta femminile, sa proclamare ad una società che si è smarrita nella insensatezza ed aridità di una logica autoreferenziale, quell'ordine degli affetti che - solo - può restituire via e vita. "Solo perché lei sacrifica i suoi affetti più cari non scomparirà nella città il diritto degli affetti". Al saggio di Salonia fanno da cornice una prefazione di Antonio Sichera che introduce ad un lettura gestaltica dell'eroina sofoclea ed una traduzione inedita ed integrale del testo greco, preceduta a sua volta da una breve pagina di delucidazione sui criteri ed i riferimenti che hanno guidato l'opera di traduzione.
Le sue braccia sempre aperte è una raccolta di omelie in cui il padre Salonia parla a cuore aperto dell'amore infinito di Dio, della sua voglia di salvarci a tutti i costi, di darci quella pienezza che il nostro cuore cerca. Attento allo stile relazionaledi Gesù, al suo farsi da parte per mettere al centro chi soffre, da fine psicoterapeuta, esperto della fatica del vivere, Salonia coglie nei vari scenari evangelici ogni gesto che possa indicarci strade nuove per una relazionalità più profonda ed autentica: attenta ai bisogni dell'altro, che guardi al cuore e non alla legge, che si nutra di speranza e coraggio. Sono riflessioni che sgorgano da quella sapienza della vita che l?autore ha maturato in anni ed anni di ministero e di attività terapeutica, nel sostegno delicato e profondo a quanti fanno l'esperienza inevitabile, ma a volte devastante, del dolore dell'anima.
«Vogliamo la vita, desideriamo attingere all’albero piantato in Eden per godere di un piacere infinito, di una serenità senza insidie, di una vita piena che non si esaurisce. Ogni domanda che popola la nostra storia e le nostre giornate è, in fondo, inchiesta incessante su quale sia il sentiero migliore per entrare in quella via e poter dimorare all’ombra di quell’albero» (dalla Premessa).
In un libro al confine tra fede e psicoterapia, l’autore porta avanti una ricerca carica di tensione intellettuale ed emotiva verso lo spazio, inteso in senso dinamico, come ambiente vitale e come contesto relazionale, come sentiero. Essa parte dall’assunto che la fraternità porta con sé un dramma, un sentirsi traditi o messi da parte: come fu per Caino e Abele, l’esistenza del fratello ricorda all’uomo che non è figlio unico. Ma nella storia di Gesù, nella sua vita e nella sua morte, viene guarita la radice della ferita ‘fraterna’: il rapporto con i genitori, che danno la vita ma danno anche i fratelli. L’esperienza portata avanti da san Francesco coglie questo snodo fondamentale e testimonia come sia possibile vivere tale cambiamento radicale rispetto all’istinto di morte cui soggiace Caino. Le pagine del volume vogliono essere un aiuto a trovare questa via.
Il testo è ripartito in tre sezioni. La prima è centrata sui fondamenti: alcuni testi decisivi tratti dalla Bibbia e da san Francesco. La seconda fa ‘vedere’ nel concreto di un’esistenza, quella di Francesco di Assisi, gli assunti della parte fondativa. La terza è più pratica e affronta alcuni problemi concreti dell’esistenza cristiana, con uno sguardo mirato allo specifico della vita consacrata.
Sommario
Premessa. Odòs: un orizzonte di senso. Prologo. Tra fede e affettività. 1. «… Vi darò un cuore di carne». Dall’eros della creazione all’eros dello Spirito. Mistero pasquale e ferite dell’affettività: la guarigione dell’amore. La fraternità: una nuova strada per Caino (e per Abele). 2. «Dopo che il Signore mi diede dei frati». Obbedienza e fraternità in Francesco d’Assisi. Quando l’amore trasforma la sofferenza. Vita fraterna e conflittualità. I molti sensi dell’itineranza francescana. Apologo della sapienza che salva. I sentimenti di Francesco. 3. «In cammino… lungo la strada». L’esistenza come formazione. La vocazione: tra innamoramento e verità. Vita consacrata, concilio Vaticano II e postmodernità. Prendersi cura della fraternità (e del fratello) nel tempo della soggettività. Epilogo. Mangiare assieme, vivere assieme: l’eucaristia come evento formativo. Bibliografia.
Note sull'autore
Giovanni Salonia, frate cappuccino, psicoterapeuta, è docente di psicologia pastorale presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Facoltà teologica S. Giovanni Evangelista di Palermo. Dirige la Scuola di formazione per formatori dell’Ordine cappuccino. È presidente della federazione italiana scuole e istituti di Gestalt (FISIG) e direttore della scuola di specializzazione alla psicoterapia della Gestalt H.C.C. Oltre a numerosi contributi di ordine psicologico in pubblicazioni italiane e straniere, ha pubblicato: Kairòs. Direzione spirituale e animazione comunitaria (EDB, Bologna 52006), Sulla felicità e dintorni. Tra corpo, tempo e parola (Argo, Ragusa 2004) e, con H. Franta, Comunicazione Interpersonale. Teoria e Pratica (Las, Roma 71996); è inoltre coautore del Progetto Formativo dei frati minori cappuccini italiani (EDB, Bologna 31996).
Scriveva l’autore:«Il contatto con le persone che ricorrono alla consulenza psicologica ci ha fatto maturare la convinzione che le loro difficoltà comportamentali non derivano solo da disturbi intrapsichici o da condizioni sociali sfavo­revoli, ma anche dalla difficoltà a instaurare relazioni caratterizzate da autentiche comunicazioni interpersonali. Processi di alienazione, conflitti interpersonali, rapporti non autentici sono alcune delle conseguenze più frequenti che si riscontrano quando mancano ai soggetti competenze co­municative adeguate. Inoltre, gli stessi interventi terapeutici o le consulen­ze di tipo pedagogico, psicologico, ecc., non portano al raggiungimento delle mete desiderate se le persone, che hanno difficoltà comportamentali, non acquistano contemporaneamente quelle competenze comunicative che permettono loro di introdursi come persone vere nelle relazioni umane».
A ciò si aggiunge la convinzione che la pedagogia e la psicologia non debbano limitarsi al compito d’intervenire solo quando le persone sono afflitte da disturbi o da problemi psichici. A queste, come ad altre discipli­ne, si richiede non solo di promuovere condizioni sociali e politiche che permettano uno sviluppo umano, ma anche di aiutare preventivamente i soggetti a sviluppare le competenze comportamentali necessarie per af­frontare la vita in modo più appropriato.
Nella presente pubblicazione, pertanto, si offre un programma di co­municazione pragmatica per coloro che vogliono migliorare le loro rela­zioni interpersonali dal punto di vista della comunicazione. Si rimane convinti, pe­rò, che una semplice informazione sui temi dell’interazione comunicativa non è sufficiente, per cui il testo propone un intero training che ha come sco­po l’apprendimento comportamentale delle singole competenze relaziona­li. In realtà, il soggetto potrà comunicare nel modo desiderato unicamente se, oltre ad essere informato sulle qualità processuali richieste, sarà sensibilizzato e introdotto alla loro realizzazione pratica.