Dal Salmo 120 al 134 viene richiamato all'attenzione dell'orante un costante movimento di salita: si sale al santuario di Gerusalemme in occasione di feste liturgiche, in particolari momenti della propria vita, al ritorno dall'esilio. Si sale dal basso della condizione che nasce dal peccato per elevarsi al bene, al cielo e a Dio; si sale in questo mondo e nel mondo a venire. Si sale da ciò che ha meno valore a ciò che ha un valore maggiore e salire è sempre una elevazione: fisica, sociale, morale, mistica. I salmi dei gradini, che qui vengono presentati e commentati, dovevano essere recitati idealmente all'ingresso del tempio di Gerusalemme, al termine del pellegrinaggio annuale, pellegrinaggio che diventa simbolo di ogni cammino. Il microcosmo svelato da questi cantici ci mostra la verità della condizione umana: in questo mondo, sottoposto alle leggi del tempo, della morte e del libero arbitrio, all'uomo che intende seguire la via tracciata da Dio è consentito salire solo, qualora ne sia capace, fino al quindicesimo gradino. Solo la via della visione mistica permette un viaggio in un altrove infinito, indefinito e non ancora conosciuto.
Il rapporto tra le varie tradizioni neotestamentarie aiuta a comprendere meglio il cristianesimo dei primi secoli. Il volume si propone, in maniera originale per il panorama italiano, di studiare il rapporto tra i testi paolini e quelli giovannei. Questo non significa semplicemente rilevare il dato proveniente dalla struttura canonica del Nuovo Testamento, ma piuttosto mostrare gli elementi che le due tradizioni hanno in comune rispetto a tutti gli altri libri neotestamentari e che possono far pensare a una relazione particolare tra i due corpora. Dal punto di vista storico, tali legami sono motivati dal fatto che molto probabilmente ad Efeso, nell'ultima parte del I secolo, il cristianesimo paolino e quello giovanneo sono entrati in contatto.
L'invocazione Abbà («Padre») rimane nella tradizione cristiana come il punto di svolta del rapporto con Dio. Inutile ricercare altre formule per esprimere l'originalità della fede e la profondità del rapporto che lega il cristiano con Dio Padre: Abbà dice tutto. Ci si potrebbe fermare a questa semplice invocazione, perché esprime l'intero contenuto della fede. In questo termine viene a confluire tutta la teologia, la cristologia e la pneumatologia; in esso si condensa il mistero del Dio trino. Il Padre ama e per questo genera il Figlio, dando tutto a lui come è prerogativa del suo amore. Nell'amare, comunque, non ha ancora dato tutto se stesso insieme al Figlio ed è per questo che tutti e due esprimono lo Spirito Santo come amore. La preghiera del Padre Nostro è consegnata nelle nostre mani perché ogni giorno possiamo ricordare con convinzione questo grande dono che Gesù ha fatto a quanti credono, amano e sperano in lui.
Alle persone che amiamo veramente non diamo il minimo necessario. Qui si nasconde il segreto di ogni discernimento vocazionale e di ogni risposta alla chiamata di Dio: ciò che è è invisibile agli occhi del mondo, non lo è a quelli di Dio.
La parola di Qohelet è una mano tesa a coloro che si trovano in difficoltà di fronte alla continua riproposizione di concetti teologici e dogmatici in forme e linguaggi ormai estranei alla sensibilità moderna. Abituato a interrogarsi e a indagare, l'uomo dei nostri giorni spesso finisce nella situazione feconda e scomoda del dubbio. Può però trovare nel prezioso libriccino di Qohelet un'ottima e affidabile guida per la sua ricerca personale.
Il dramma dell'epoca digitale è negarsi la possibilità di parlare di Dio. Esaudite le domande per spiegare il mondo, si scoprono ancora inquietudini nel cuore e la consapevolezza di non sapere a chi rivolgersi. Se la scienza ha esaurito le risposte e non esiste un Dio a cui porre le domande, come affrontare le questioni fondamentali dell'esistenza? Se la Scrittura è universale non può non fornire delle risposte. Edoardo Mattei suggerisce che una «teologia del digitale» è realizzabile, offrendone una lettura biblica, che urge in un tempo in cui il digitale è intorno a noi, plasma la nostra vita e condiziona la cultura e l'etica.
La ricerca neotestamentaria indaga le connessioni che si sviluppano tra le testimonianze relative alla cena di Gesù con i suoi discepoli nell'imminenza del suo arresto e della sua morte. Ne emerge una trama di testimonianze particolari che rendono più efficace il resoconto biblico e più chiaro il fondamento della liturgia cristiana.
Dio perdona sempre? No, Dio non perdona sempre. Poche volte ce lo dicono, ma è così. Non può che essere così. Laddove infatti non c'è riconoscimento del male e apertura al pentimento Dio non può accettare di abbandonare l'uomo alla menzogna che lo abita, diventandone connivente. Per quanto il perdono sia accordato (e non poche volte manifestato) come un dato previo, assoluto e immeritato, nella rivelazione biblica è ampiamente attestata un'espressione paradossale della misericordia di Dio che assume anche l'atto dell'accusa, la minaccia della punizione, l'attuazione del castigo come mezzi estremi affinché possa realizzarsi l'evento mirabile della riconciliazione e di una vita nuova trasfigurata dallo Spirito per una Nuova Alleanza. Anche quando nella propria vita non si scoprono altro che macerie e fallimento. È un corpo a corpo con Dio. Ma qui si vince o si perde insieme. Presentazione di Daniele Libanori.
«La Bibbia non è un sito archeologico. Noi dobbiamo imparare a leggerla come luogo da cui qualcuno ci parla adesso, nel presente, per capire il nostro mondo, interpretare la nostra realtà e poter vivere tutto questo con fede» (dall’Introduzione), ed è proprio questo che fa Giuliano Zanchi in questo volume in cui rilegge com maestria e semplicità l’Apocalisse di Giovanni partendo dalle sue origini per metterne in luce il significato sempre attuale.
Sommario
Introduzione. Sulla Bibbia e noi. Crisi della profezia, nascita dell’apocalittica. Un sentimento antico e sempre nuovo. 1. Il mondo non era il trono di Dio? Il libro dell’Apocalisse di Giovanni. Ingresso nella visione. Il grande atto penitenziale. 2. Al cospetto dei vegliardi. Il rotolo: una liturgia della Parola. I sette sigilli: sintesi della storia della salvezza. Il settimo sigillo e le sette trombe. 3. Convivere col male. Le sette visioni. La grandezza di Dio e il potere del mondo. Sette coppe. Armagheddon. La caduta di Babilonia. 4. Gran Finale. Un linguaggio speciale. Fidanzamento in città. 5. Un sentimento permanente. Quattro grandi poste in gioco. Consigli in caso di vita alla fine dei tempi.
Note sull'autore
Giuliano Zanchi (1967), prete di Bergamo dal 1993, è direttore della Rivista del Clero Italiano e docente di Teologia presso l’Università Cattolica di Milano. Membro del comitato di redazione della rivista Arte Cristiana, si occupa di temi ai confini tra estetica e teologia. Per EDB ha pubblicato: Le migrazioni del cuore (2017); Un amore inquieto (2020); La giustizia più grande (2021).
Il testo presenta alcuni episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento accompagnando il lettore a compiere un percorso che trova nella Bibbia la radice per la costruzione di un mondo fondato sull’armonia e sul rispetto.
Ogni tappa è accompagnata da preghiere ispirate dal libro dei Proverbi, fonte di saggezza universale.
Sommario
Prefazione (P. Parolin). Presentazione (C.R.M. Redaelli). Istruzioni per l’uso. I. ANTICO TESTAMENTO. 1. La creazione. 2. La torre di Babele. 3. Il Mar Rosso. 4. Finalmente a casa. 5. La voce di un profeta. II. NUOVO TESTAMENTO. Introduzione. 1. Giuseppe e Maria. 2. Pastori, artigiani e re stranieri. 3. Giovanni il Battista. 4. Gesù e i bambini. 5. Gesù ha compassione. 6. Gli scribi e i farisei. 7. Le beatitudini. 8. Paolo di Tarso. Fantasia per contrastare il bullismo. Un racconto di Silvana Valente.
Note sull'autore
Carmelo Rigobello è stato direttore generale di varie strutture sanitarie di Vicenza e ha ricoperto, tra gli altri, l’incarico di Segretario nazionale Confartigianato Persone. Collabora con il Festival Biblico di Vicenza.
Agile, economico e in formato maneggevole, il volume presenta il testo del Vangelo secondo Matteo nella nuova versione CEI. Adatto da portare in tasca o in borsa, per essere letto in ogni momento del giorno, come suggerisce papa Francesco.