Cosa significa educare? perché educare? chi educa chi? quali rapporti esistono tra educazione e società e tra educazione e cambiamento? A cinquantacinque anni dall'uscita di Pedagogia degli oppressi, concluso da Freire nel 1968 (anno - come il libro - di radicalità e di liberazione) le domande restano prepotentemente attuali. E le risposte di Freire, ispirate al principio fondamentale che non c'è educazione se non attraverso la liberazione degli uomini dall'oppressione, continuano a essere un punto di riferimento nel mondo. Come scrive Gustavo E. Fischman in una delle interviste, «L'effetto principale del lavoro di Freire credo sia stato quello di aver dimostrato che il perseguire anche brevi esperienze di scuola democratica - in una singola classe, fuori o dentro la scuola, con bambini o adulti - è di per sé un valore. Tali esperienze insegnano a educatori e studenti ad aspettarsi di più da se stessi e inoltre a collegare gli atti individuali e sociali agli obiettivi dell'uguaglianza e della solidarietà». Oggi come cinquant'anni fa.
«Così come il comandamento "non uccidere" pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire "no a un'economia dell'esclusione e della inequità". Questa economia uccide». Il saggio - a cura di Ugo Mattei e introdotto dalle parole di Luigi Ciotti - raccoglie alcuni tra i più attuali e importanti discorsi di Papa Francesco sul nostro tempo. Globalizzazione, lavoro, economia, capitalismo, vite ai margini della società, ecologia e cura del pianeta Terra. Un grido d'allarme, contro l'economia che ci sovrasta, per affermare la difesa della dell'umanità e del suo futuro. Prefazione di Ugo Mattei.
La diversità è un valore, indipendentemente dal colore della tua pelle. Compreso il blu!
«Da che mondo è mondo non s’è mai visto un bambino tutto blu»… Non c’è strada, cortile e paese in cui Celestino non senta puntualmente ripetere questa frase. Lui è blu dalla testa ai piedi, lo è sempre stato e non è certo colpa sua se è nato così. Ma a nessuno piace un bambino blu... Come farà Celestino? Forse lo aiuterà un uomo molto saggio? Oppure uno molto colto? O, ancora, uno molto importante? Niente da fare: sembra che non esista un luogo dove trovare una soluzione. C’è invece una direzione e c’è un viaggio. Lungo il cammino le paure svaniranno e si potrà incontrare la felicità.
La tragedia di Sofocle continua a parlare alla modernità. E il conflitto che in essa va in scena attraversa le più drammatiche vicende contemporanee: il caso Moro, le necessità imposte dall'esigenza di salvare la società dal pericolo terrorista, il significato e i limiti della disobbedienza civile, il tema della tortura e del carcere e via seguitando. Sullo sfondo i dilemmi di sempre: autorità e libertà, diritti e potere. Su questi temi, a cavallo tra giustizia e politica, si confrontano - l'uno a sostegno delle ragioni di Antigone, l'altro di quelle di Creonte - due magistrati che hanno vissuto intensamente le vicende degli ultimi decenni del Paese in settori diversi della giurisdizione e nell'impegno in Magistratura democratica.
In un contesto in cui la diversità genera diffidenza e spaventa, la necessità di formare nei bambini un atteggiamento di apertura verso l'altro da sé costituisce una priorità e forse anche un'emergenza educativa: è possibile farlo anche attraverso il gioco. I giochi di strada, in particolare, sono utili per sperimentare ruoli, regole, azioni e comportamenti della vita insieme. Una raccolta di giochi dal mondo, in una nuova e arricchita edizione, dedicata a operatori, educatori, insegnanti e a quanti lavorano nel campo dell'animazione con bambini e ragazzi.
La legge Merlin compie sessant'anni. Con essa vennero abolite le "case chiuse" cioè si eliminò l'organizzazione della prostituzione da parte dello Stato. Le persone che si prostituivano (allora soprattutto donne) vennero liberate dalla schedatura per motivi sanitari e di polizia, e dalla stigmatizzazione sociale. Di quella condizione rendono drammatica testimonianza le "lettere dalle case chiuse" che qui si ripropongono, indirizzate alla senatrice Merlin e da lei raccolte, nel 1955, in una pubblicazione dallo stesso titolo, curata con Carla Barberis. In questi sessant'anni il mondo della prostituzione è cambiato: ha smesso di essere pressoché esclusivamente femminile, si è alimentato con la tratta dei migranti, ma ha sempre continuato a essere accompagnato da polemiche, da ordinanze di sindaci e da proposte di modifiche o abolizione della legge. In questa situazione, un breve saggio di Mirta Da Pra Pocchiesa individua dieci buone ragioni per sostenere l'attualità di una legge "geniale" e dieci sfide che il mondo della prostituzione pone, nel nostro tempo, a tutti noi.
Questo libro nasce dall'esperienza dell'Università della strada del Gruppo Abele, nata nel 1978 e consolidatasi in decenni particolarmente impegnativi per quanto riguarda il settore della formazione. Università e strada erano nel 1978, e sono in parte ancor oggi, termini all'apparenza antitetici. Eppure l'esperienza ha dimostrato che il contatto con la strada può insegnare molto e rispondere in modo efficace e non convenzionale ai bisogni di formazione degli operatori sociali. Ne è derivata una cultura della formazione che ha come punto cardine il confronto fra formatori, operatori e protagonisti della realtà sociale, con particolare attenzione ai contesti, alle circostanze, ai mondi e alle difficoltà di chi vi opera. Così il lavoro sociale trova centralità e senso. Direttamente a vantaggio delle persone in difficoltà, indirettamente a favore di tutta la cittadinanza. E si rivela risorsa preziosa per la convivenza democratica, contro i rischi di cadute e imbarbarimenti della vita sociale.
Il libro è una raccolta di articoli, interviste e prefazioni a libri, testi scritti da Luigi Ciotti tra il 2014 e il 2017. Si tratta di pagine che affrontano temi diversi, espressi con forme e registri diversi, ma che partono tutti da un identico presupposto etico, ovvero la "responsabilità della parola". Vi si ritrovano fatti e temi di prepotente attualità: i poveri e i mercanti del tempio, le dipendenze, la strada, la giustizia e il perdono, il dominio delle mafie e la voglia di reagire delle persone comuni, gli "scossoni" di papa Francesco nella Chiesa di oggi. Fatti e temi all'apparenza eterogenei ma legati da una chiave di lettura unica e in qualche misura eretica: quella secondo cui la verità è sempre "ricerca di verità", è dubbio e messa in discussione di conoscenza. La verità eretica è quella che "non si accontenta del riscontro delle parole, dei testi, delle leggi, ma vuole anche quello delle vite, delle scelte, dei comportamenti. Da sempre eretica perché mossa da un desiderio di sapere che agita e cambia le nostre vite, rendendole proprio così degne di essere vissute. Eretica perché impegna la nostra coscienza non meno della nostra intelligenza, intrecciando la ricerca del vero e la costruzione del giusto come facce di una medesima medaglia" (dall'introduzione).
"Avevo tre anni quando un'assistente sociale mi portò a Villa Azzurra che di quel colore non aveva proprio nulla. Ci finii perché quella buona donna di mia mamma mi aveva avuto da un uomo che della paternità se ne infischiò allegramente, non l'ho mai incontrato. Lei era giovane e sola". Comincia così - con una storia terribilmente simile a molte altre - questo libro scritto per non dimenticare; per ricordare a chi è vissuto al tempo dei manicomi e per informare chi non c'era. Ma scritto anche per smontare l'illusione che oggi la fabbrica della follia sia altro da quanto era in passato: fenomeno di massa, fenomeno di poveri, manicomi (o realtà troppo simili) come discariche umane e sociali.
Cosa è accaduto nella mente di una giovane donna appartenente a un ceto privilegiato di una delle più fortunate regioni d'Italia, la Toscana, e anzi della così vivibile città di Lucca, studentessa dell'università di Pisa, compagna di corsi e di idee di un gruppo di intellettuali di sinistra di primo piano, perché abbia a un certo momento lasciato il suo Paese, si sia fatta suora, sia andata a finire in Brasile e in quel Paese, nel fuoco di una drammatica e feroce dittatura, abbia trovato, seppure in convento, le fila dell'impegno politico diretto, fino al rischio per la propria vita? Com'è potuto accadere che sia stata capace, al suo ritorno in Italia dopo aver dovuto fuggire dal Brasile, di assumere un ruolo così importante come quello che ha svolto come animatrice di una grande battaglia terzo-mondista in seno alla Fondazione Lisli e Lelio Basso? Come ha avuto la capacità di conciliare la sua non dismessa vocazione religiosa con un rigorosissimo impegno politico?... Tutto questo fa di Linda Bimbi un personaggio straordinario e irripetibile" (dall'Introduzione, di Luciana Castellina).
Tutta l'opera di Paulo Freire, uno dei più noti pedagogisti al mondo, è attraversata dalla riflessione sulla necessaria eticità che connota la pratica educativa in quanto pratica formativa: "l'etica universale dell'essere umano". In "Pedagogia dell'autonomia", pubblicato per la prima volta nel 1996, si ribadisce, in particolare, che "uno dei saperi indispensabili è che chi viene formato, fin dall'inizio della sua esperienza, si consideri egli stesso un soggetto che produce sapere, e si convinca una volta per tutte che insegnare non è trasferire conoscenza, ma creare le possibilità per produrla o costruirla". Formare, in altri termini, è molto più che addestrare una persona, grande o piccola, giovane o adulta, nell'uso di alcune abilità. Insegnare esige comprendere che educare è una forma di intervento sul mondo; l'educazione non è mai stata, non è, né può essere neutrale, "indifferente". Su ciò si appunta questo volume le cui domande di fondo sono: Esiste un'etica della pratica educativa? E di quale bagaglio di conoscenze necessita un buon educatore?
Una piccola enciclopedia dedicata all'arcipelago delle dipendenze: da droghe legali e illegali, da gioco d'azzardo, da lavoro, da acquisto compulsivo, da sesso, da cibo, da Internet... L'arcipelago è complesso ed eterogeneo ma interessa ormai milioni di persone e le loro famiglie, mentre mancano ancora validi strumenti di divulgazione scientifica. Il volume, che comprende oltre 100 voci svolte da più di 50 specialisti dei diversi settori, si propone come uno strumento di conoscenza per tutti, oltre a costituire un'importante sintesi per gli operatori impegnati in ambito educativo, sociale e sanitario.