Abbiamo una ricchissima tradizione spirituale cristiana. Come ritrovarla oggi, nel vivo dell'incontro con persone segnate dall'attesa della morte, i morenti, che chiedono di essere accompagnati in questa attesa? Questo breve testo racconta come un medico, formato al rapporto clinico, che è anche diacono, formato all'ascolto della Parola, abbia affrontato questa domanda. L'autore racconta attraverso una serie di incontri realmente accaduti, ovviamente resi anonimi e irriconoscibili, come sia maturata in lui, incontro dopo incontro, l'esigenza di avvicinarsi a queste situazioni cliniche, oggi sempre meno nascoste perché inserite nell'ampio movimento delle cure palliative, per curarne specificamente la dimensione spirituale.
Contenuto
Seguendo il percorso della fase finale della vita e l’intreccio delle relazioni che si creano — con i professionisti della cura, con le strutture sociali e nell’ambito dell’intimità familiare — il libro vuol favorire la consapevolezza. E aiutare a prendere le decisioni più responsabili. La spiritualità invocata per l’ultimo tratto di strada non è altro che lo stare sulla Terra senza mai smettere di alzarci sulla punta dei piedi. Dall’inizio alla fine. In vita e in morte, intrinsecamente legate. Equivale a cercare la vita, una vita in pienezza, anche quando giunge al termine. Una morte di questo genere non ci viene regalata: equivale al lavoro che è la vita stessa. È questo il compito della spiritualità: dentro e fuori l’orizzonte religioso; in una morte intesa come compimento nell’aldiquà o come ingresso nell’aldilà.
Destinatari
* familiari e amici di malati terminali * professionisti della cura * volontari e formatori nel campo del fine-vita
Autore
Sandro SPINSANTI, laureato in teologia e in psicologia, è esperto di bioetica, e ha insegnato etica medica presso la facoltà di medicina dell’Università Cattolica di Roma e bioetica all’Università di Firenze. Fondatore e direttore dell’Istituto Giano per le Medical Humanities. Tra le sue recenti pubblicazioni segnaliamo: La cura con parole oneste (2019), La medicina salvata dalla conversazione (2018), Morire in braccio alle Grazie (2017).
Un testo per educare chi accompagna pazienti, familiari o amici al fine vita. Riconoscendo la fondamentale importanza di quei valori umani, spirituali e religiosi che permettono di vivere in pienezza l’ultimo viaggio. Il libro si divide in quattro parti: 1. diversi modi e tempi del congedo dal mondo nel contesto sociale attuale che tende a rimuovere il morire. 2. tematiche specifiche del fine vita: trasmettere la verità al morente, accompagnare il cordoglio anticipatorio, conoscere i diversi linguaggi del cordoglio, prestare attenzione alle famiglie dei morenti. 3. morire da bambini, morire da giovani, morire da adulti e morire da anziani: ogni vissuto di fine vita comporta implicazioni e sfide diverse. 4. la geografia spirituale al tramonto della vita: l’importanza della cura spirituale e la proposta specifica, propria dell’autore, di tre modelli per individuare, accompagnare e valutare la dimensione interiore degli assistiti.
Autore
Arnaldo PANGRAZZI è docente presso l’Istituto internazionale camillianum di Roma. Ha partecipato a Congressi nazionali e internazionali e animato molti corsi sulla relazione di aiuto con il malato, l’accompagnamento dei morenti, l’elaborazione delle perdite e dei lutti. È autore di diverse pubblicazioni, tra cui: Superare il lutto (2011); Il dolore non è per sempre (2016); Cicatrizzare le ferite della vita. Trasformarsi in guaritori feriti (2018).
Introduzione ai concetti della medicina palliativa, intesa come complesso di cure e attenzioni multidisciplinari al malato inguaribile.
Un aiuto per affrontare l'esperienza del «fine vita» personale e di familiari e amici che assistiamo: le risposte delle grandi religioni, della medicina e infine indicazioni pratiche che nascono dall'esperienza sul campo.
I rapidi sviluppi delle neuroscienze e della neurofarmacologia portano a considerare l'ipotesi di poter intervenire sui processi cerebrali, potenziando le capacità cognitive umane: memoria, consapevolezza, attenzione, riconoscimento di cose e persone, ragionamento, soluzione di problemi. Di fronte a un simile scenario, le previsioni e valutazioni degli osservatori sono molto contrastanti. Alcuni denunciano gli esiti distruttivi di un ricorso non solo terapeutico ai farmaci potenzianti. Altri, invece, salutano con entusiasmo il superamento finalmente possibile della "condizione umana" finora conosciuta e il passaggio a un'inedita condizione vitale finalmente libera dai vincoli biologici. Il dibattito è quindi aperto e le sfide molto insidiose. Il tempo di un'analisi accorta e coraggiosa sembra davvero arrivato.
Il testo offre un contributo all’analisi dei valori morali che ispirano i criteri di gestione delle risorse nella sanità, in una prospettiva solidarista e universalista. La salute è un bene essenziale che condiziona lo sviluppo sociale, economico e personale. L’organizzazione di un sistema sanitario non può però prescindere dai suoi costi di gestione, e ciò appare critico quando le risorse sono limitate. Emergono sfide di grande complessità, dense di variabili difficili da controllare e che si affidano a soluzioni diversificate. Nascono così modelli diversi di sistema sanitario, espressione sia dei differenti assetti economico-istituzionali, sia della visione antropologica e dei valori morali su cui si fondano le istituzioni.
Destinatari
Medici, operatori sanitari e chi lavora nel mondo della cura in genere.
Autore
GIAN ANTONIO DEI TOS, bioeticista, medico ospedaliero specialista in cardiologia, ha conseguito il Master Europeo in bioetica. Direttore generale dell’Azienda Ulss 7 del Veneto, è stato segretario scientifico del Comitato per la bioetica della regione Veneto e presidente del Comitato etico per la pratica clinica delle Aziende Ulss 7 e 10 del Veneto. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni e la partecipazione, come relatore, a numerosi seminari, corsi di formazione, congressi nazionali ed internazionali nell’ambito della bioetica, dell’organizzazione sanitaria, della gestione dei processi di qualità e dell’umanizzazione dei servizi sanitari. È docente di Bioetica ed è stato incaricato all’insegnamento di economia sanitaria presso lo Studium generale Marcianum di Venezia. Con le Edizioni Messaggero ha già pubblicato Il dolore possibile (2011) e Dare vita (2012).
Contenuto
Frutto di un lavoro di analisi e ascolto di varie esperienze umane e del loro «vissuto» di fronte alla sofferenza, questo libro è un viaggio insieme con l’uomo che soffre, nudo di fronte alle problematiche della vita. Solo «camminando insieme» si può fare esperienza di umanità, entrare in empatia con l’altro e percepirne la verità e il modo in cui si relaziona con la sofferenza, la malattia e la morte. Sono riflessioni che vogliono stabilire un dialogo costruttivo tra i contenuti della fede, colti anche nel loro esprimersi rituale e il pensiero filosofico e scientifico moderno.
Destinatari
* Tutti e in particolar modo chi segue i malati: familiari, medici, infermieri * Chi opera nel settore sociale, ospedaliero e pastorale
Autore
RENATO ZANCHETTA è laureato in medicina e chirurgia e specializzato in endocrinologia e biologia clinica presso l’Università di Padova. Ha conseguito la licenza in teologia presso la Pontificia Università Lateranense, Roma, e il dottorato in teologia con specializzazione in liturgia pastorale presso l’Istituto di Liturgia di Santa Giustina in Padova. È autore del volume Malattia, salute, salvezza (Edizioni Messaggero, Padova 2004), di alcuni saggi pubblicati da «Credere oggi» (2005), «Rivista liturgica» (2006) e nel volume Liturgia e inculturazione, a cura di A.N. Terrin (Edizioni Messaggero, Padova 2009).
Temi di bioetica riguardo al nascere e al vivere. Dopo un'accurata analisi delle nuove tecnologie riproduttive l'autore propone un approccio per giungere a un giudizio morale sul diritto alla vita, l'amore come fonte della vita e la coniugalità come luogo di accoglienza del nascere.
L’intento di quest’opera è quello di esplorare la complessità del dolore con un approccio pluridisciplinare proponendo una sorta di orientamento al senso del dolore. La lotta al dolore non può limitarsi alla sua dimensione fisica, pur importante, ma deve aprirsi alle radici della sofferenza che affondano nella profondità dell’animo umano. Ricostruire l’unità della persona attorno al senso di una vita attraversata dal dolore è il grande compito affidato al mondo della cura.
Autore
GIAN ANTONIO DEI TOS, medico ospedaliero, specialista in cardiologia, ha conseguito il master europeo in bioetica. Attualmente è direttore del Servizio «Qualità, etica e umanizzazione» dell’Azienda Ulss 7 del Veneto. È stato segretario scientifico del Comitato per la bioetica della Regione Veneto; è presidente del Comitato etico per la pratica clinica dell’Azienda Ulss 7 del Veneto e presidente della Fondazione CARE. È docente incaricato di economia sanitaria presso il corso di laurea specialistica in bioetica dello Studium Generale Marcianum di Venezia.
«Il sentimento del vostro amore appartiene a voi soli. Il matrimonio, invece, è un'investitura, un ufficio. Per fare un re non basta che lui ne abbia voglia, occorre che gli riconoscano l'incarico di regnare. Così non è la voglia di amarvi che vi stabilisce come strumento della vita. È il matrimonio che ve ne rende atti.» (DIETRICH BONHOEFFER, Resistenza e resa).
Destinatari
Fidanzati e sposi. Animatori dei corsi di preparazione al matrimonio.
Autore
GIANFRANCO VENTURI, salesiano, insegna Pastorale Liturgica presso l'Università Pontificia Salesiana di Roma. E' autore di numerose pubblicazioni.