Il volume, partendo dalla certezza che la Bibbia è un prodotto multiculturale, propone lo sviluppo di alcuni temi utili a comprendere il valore di una prospettiva interculturale e interreligiosa. L'attenzione è all'incontro con l'«altro». Iniziando con una figura emblematica sia per l'ebraismo che per il cristianesimo, Abramo, «padre nella fede», saranno sviluppati vari temi: - la relazione tra uomo e donna; - la relazione fraterna; - il valore e il senso dell'amicizia; - l'amicizia con valenza sociale e politica, il popolo amico; - l'incontro con l'«altro», colui che riteniamo «straniero» per geografia ed etnia, per lingua e cultura; - le relazioni sociali di «cittadinanza e città», il luogo in cui le differenze si incontrano e si organizzano dinamicamente; in tal senso diventa il luogo sociale privilegiato dell'interculturalità.
Un itinerario di guarigione interiore, impastato di Scrittura ed esperienza personale, che si snoda in tre direzioni: la guarigione spirituale delineata dai Salmi, storie bibliche di ferite affettive risanate, il messaggio profetico che apre orizzonti di speranza.
Contenuto
Cana, si riconosce, è un episodio programmatico per l’intero quarto vangelo; fornisce la chiave interpretativa più importante per la comprensione dei segni di Gesù. È “un segno preminente”, affermava Origene (+253/254). Eppure si ha l’impressione che «nell’attuale situazione degli studi è molto improbabile che si possa giungere a una soluzione da tutti condivisa». Per scandagliare la portata di questa prima «manifestazione » di Gesù, l’evangelista ispira il suo racconto a due altre grandi «rivelazioni», quella cioè del Monte Sinai e quella del Mistero Pasquale. Questa duplice polarità impressa al «segno» di Cana è già insinuata dalle analogie di struttura sottese ai tre eventi: Sinai-Cana-Pasqua.
Destinatari
Teologi, mariologi, cultori di mariologia, operatori pastorali.
Autore
ARISTIDE SERRA, frate sacerdote dell'Ordine dei Servi di Santa Maria, è dottore in teologia e in Scienze Bibliche. Da diversi anni è docente di Sacra Scrittura al 'Marianum' di Roma. Dedica particolare attenzione alle tradizioni bibliche sulla Madre di Gesù ed è autore di numerosissime pubblicazioni.
La lettura attenta del vangelo di Matteo e il confronto con gli altri sinottici e scritti neotestamentari rivelano che il primo evangelista ha una particolare predilezione per il verbo greco prosérchomai (= avvicinarsi). Matteo lo utilizza con notevole frequenza rispetto agli altri scritti neotestamentari. Gli incontri con Gesù introdotti da questo verbo contribuiscono a manifestare al lettore l’eccezionalità della persona di Gesù e, nello stesso tempo, lo invitano a porsi la domanda sulla sua vera natura e identità. Prosérchomai diviene un espediente letterario al quale l'evangelista fa ricorso per presentare Gesù come il Dio con noi in azione e per manifestare la natura di questa presenza: Gesù è in mezzo agli uomini per aiutare, salvare, insegnare, illuminare.
Destinatari
Professori e studenti di Sacra Scrittura.
Autore
Gastone Boscolo, presbitero della diocesi di Padova, è docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà teologica del Triveneto (Padova). Collabora con alcune riviste: «Servizio della Parola», «Parole di Vita», «Credereoggi». Ha curato l'edizione italiana dell'Introduzione al Nuovo Testamento di R. Brown (Queriniana Editrice, 2001), ha pubblicato Vangelo secondo Matteo (Edizioni Messaggero Padova, 2001) e La Bibbia nella storia. Introduzione generale alla Sacra Scrittura (Edizioni Messaggero Padova / Facoltà teologica del Triveneto, 2009).
Il volume, nato da una significativa esperienza pastorale, intende favorire una riflessione critica su alcune figure pastorali qualificate dal servizio della parola di Dio, con l’intento di fornire elementi chiari e articolati per poter rispondere alle domande essenziali che stanno a monte di un «servizio della Parola». Quali sono le condizioni perché una comunità possa vivere un cammino di ascolto della Parola? Quali sono le dimensioni realisticamente accessibili affinché la parola di Dio sia accolta? Come deve «ripensarsi» una comunità credente per generare un’esperienza di vita cristiana ed ecclesiale nelle condizioni della vita contemporanea? Quali requisiti e quali dimensioni richiede una comunità che pone al centro la Parola? Quali le interazioni con le altre forme di servizio alla Parola, che promuovono il medesimo impegno e reclamano le medesime chiarificazioni in merito alla loro identità e al loro servizio?
Destinatari
Sacerdoti, predicatori, studenti di teologia, comunicatori, educatori.
Autore
EZIO FALAVEGNA, veronese, ha studiato teologia a Milano, presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, e alla Pontificia Università Lateranense di Roma. Insegna teologia pastorale a Verona presso lo Studio teologico e l’Istituto superiore di scienze religiose e a Padova presso la Facoltà teologica del Triveneto.