Se dico legge, molto probabilmente tu pensi subito a una legge scritta, farraginosa e complicata. Qui non parlo di queste leggi, ma delle leggi morali, cioè di tutti quei tipi di giudizi sapienziali che mettono ordine nel nostro agire.
Le leggi morali sono leggi di libertà: ci emancipano dal mero determinismo delle leggi bio-fisiche e metafisiche, non si pongono a noi come queste ultime, cioè come ineluttabile necessità, ma essendo giudizi della ragione illuminano conoscitivamente la nostra intelligenza ed essendo doverose inclinano la nostra volontà verso la scelta retta. Educano così la volontà a superare il timore, la soggezione o la costrizione. Ed essendo ordinamenti sapienziali ci notificano l’amabilità del fine e quindi ci educano alla virtù, in particolare all’amore di carità.
Che rapporto c’è tra tutte quelle realtà che noi chiamiamo legge? E tra tutte queste e la sapienza? Perché più insisti sulla legalità e più aumentano gli abusi e il disagio sociale? Un altro paradosso moderno sembra essere costituito dalla moltiplicazione delle dichiarazioni solenni dei diritti umani e contemporaneamente dalla più palese e planetaria violazione di essi: come si è reso possibile? La legge, o meglio la sovrapproduzione legislativa diventa fonte di anarchia? Perché nella tradizione che fa capo all’evangelista Giovanni non si parla mai di legge, e sempre in termini di “comandamento nuovo”? In cosa consiste questa novità?
I diversi non si identificano. E questo è pacifico! Ma i diversi si collegano. E questa è una bella battaglia... Come battaglia non sembra evocare alcunché di piacevole, ma in quanto bella sembra rimandare a una abilità di tutto rispetto e gradimento. Una specie di battaglia pacificata in origine. Questa bella battaglia è la dialettica. Una abilità eccezionale, anzi una abilità vitale: il dire-attraverso che presuppone il vedere-attraverso che si consuma nel far-vedere-attraverso. Un esercizio continuo. La dialettica è la forma più incisiva del concepire e del dire. Come logica dell’assurdo è un dire la verità attraverso la confutazione della falsità; come logica dell’intero è dire il tutto attraverso la parte o il dire una parte attraverso il tutto; come logica del probabile è dire una parte attraverso un’altra o altre parti; come logica della persuasione è dire ogni cosa nel quadro del tutto (logos) visto da uno sguardo saggio (ethos) rispetto ad un animo coinvolto (pathos). E il coinvolgimento è totale, visto che la base di tutto è l’autocoscienza, cioè la coscienza che vede e dice se stessa attraverso se stessa esaminandosi. Sì, sì, l’esame di coscienza è dialettica pura.
Prefazione di Iside Pasini
Anteprima
Altre opere dell'Autore
Giuseppe Barzaghi - Sacerdote domenicano, è nato a Monza il 5 marzo 1958. Dottore in Filosofia (Università Cattolica di Milano) e Teologia (Pontificia Università San Tommaso in Roma), è docente di Teologia Fondamentale e Dogmatica presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna e di Filosofia Teoretica presso lo Studio Filosofico Domenicano di Bologna. è Socio della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino. è stato a lungo direttore della rivista «Divus Thomas».Padre Barzaghi è inoltre molto conosciuto a Bologna dove celebra la Messa festiva delle 22:00 che affascina giovani e meno giovani, riempiendo la basilica di San Domenico fino al portone. Un migliaio di persone, per lo più ragazzi e adolescenti, ma anche non credenti o semplici curiosi, vengono ad ascoltare le sue omelie che sono vere lezioni. Con parole semplici ma rigorose, con uno stile quasi teatrale, smonta e rimonta il Logos del Vangelo, mostrando le “meccaniche” della nostra fede, e seducendo l’intelletto e il cuore.Tra le opere pubblicate ricordiamo: Philosophia. Il piacere di pensare (Il Poligrafo, 1999); Oltre Dio. Ovvero omnia in omnibus. Pensieri su Dio, il divino, la Deità (Barghigiani Editore, 2000); Anagogia. Il cristianesimo sub specie aeternitatis (ETC, 2002); Maestro Eckart. Invito alla lettura (Edizioni San Paolo, 2002); Lo sguardo di Dio. Saggio di teologia anagogica (Cantagalli, 2003).
Il De patientia (La pazienza) è un’opera catechistica sulla virtù della pazienza. Tertulliano manifesta qualche simpatia per la filosofia stoica, in particolare per il pensiero di Seneca, e mette in luce lo specifico della pazienza cristiana in forza delle sue motivazioni teologiche: la pazienza di Dio e di Cristo come modello da imitare. Virtù che abbraccia tutta la vita cristiana e connota le altre virtù.
Il De corona (La corona) prende avvio da un preciso fatto storico accaduto nell’accampamento africano di Lambesi: un soldato cristiano si rifiutò di cingere la corona militare prima di ricevere il donativum degli imperatori. L’episodio sollevò all’interno della comunità cristiana un dibattito sulla liceità o meno per un cristiano di militare nell’esercito imperiale, prestando il dovuto giuramento militare.
Testo latino critico di Aemilius Kroymann
Traduzione italiana a fronte, con introduzione e note esplicative di Attilio Carpin
Tertulliano - Nacque a Cartagine verso il 160 e morì intorno al 240. Convertitosi intorno al 193 dal paganesimo al cristianesimo, fu un tenace e appassionato apologeta della verità cristiana. Nell’ultimo periodo della sua esistenza, mosso da un’esigenza rigorista, aderì alla setta eretica montanista, mostrandosi critico verso alcune posizioni della Chiesa cattolica. È il primo grande scrittore della Chiesa di lingua latina.
La vita morale è come un cammino o come un'opera d'arte. Questo cammino sarà tanto più soddisfacente e riuscito e quest'opera d'arte sarà un capolavoro, quanto maggiore sarà la consapevolezza, autentica la libertà e formata la coscienza. Questi temi sono approfonditi con un linguaggio e un'analisi adatti anche a chi non è esperto di filosofia e di teologia. Il presente volume è l'ultimo della serie: Corso di Teologia Morale Fondamentale.
E' un appassionante percorso intorno all'enigma centrale del male", collocandolo nel contesto più ampio del Bene e della Redenzione cristiana. "
L’esistenza dei fenomeni paranormali richiede un attento discernimento degli spiriti per indagare sulla loro origine e su chi li manifesta o li produce: carismatici, sciamani, sensitivi, medium. Solo attraverso il discernimento potremo tentare di rispondere a domande come le seguenti: il paranormale che non viene da un santo, o da un carismatico, è da ritenere solo apparente o è da attribuire a un’influenza diabolica? Perché sì a certe rivelazioni private e no ad altre, per esempio a quelle ricevute tramite la scrittura automatica? Perché sì alla profezia del carismatico e no alla preveggenza del cartomante? Perché sì all’apparizione delle anime del purgatorio e no alla loro evocazione? Perché sì all’imposizione delle mani del carismatico e no a quella del pranoterapeuta? Perché sì al santo taumaturgo e semmai no al contadino che “segna”?
Le risposte ci porteranno inevitabilmente a dare un volto alla psicologia e alla spiritualità della superstizione, delimitando i confini di una certa mentalità magica e offrendo un giudizio differenziato sulla gravità delle varie pratiche di superstizione. Da qui emergeranno, per contrasto, con maggiore chiarezza, la specificità e l’originalità dei fenomeni paranormali carismatici che si riscontrano in ambito cristiano.
Dall’inizio della civiltà l’uomo si è trovato di fronte a un enigma insolubile, che si manifesta come il problema più grave della nostra condizione, l’ostacolo insormontabile sul cammino - individuale e collettivo - verso la felicità. Perché esiste il male? Quali sono le sue cause? Ci sono possibili rimedi, in grado di sconfiggerlo?
Tra tutte le risposte al problema del male ce n’è una che si impone con particolare autorevolezza: quella data dalla rivelazione cristiana. Il depositum fidei, custodito dalla Chiesa, contiene l’insegnamento sul peccato originale: la ribellione a Dio di alcuni angeli, la successiva caduta dei progenitori della specie umana, la perdita irreversibile dello stato di grazia, l’offerta salvifica di Dio che non ha abbandonato l’uomo «in potere della morte».
Tuttavia, proprio perché si rivolge alla ragione e non (esclusivamente) al sentimento, la risposta della rivelazione cristiana - e quindi della Chiesa - al problema del male deve confrontarsi con gli esiti delle ricerche filosofiche, storiche, scientifiche su tale argomento. Esiti che talora appaiono in contrasto, anche radicale, con i dati di fede custoditi dalla tradizione ecclesiale: ma che non possono realmente contraddirli, se si confrontano con essa in modo leale e ragionevole.
Ma esiste davvero, questa “verità”? Si può propriamente parlare de “la” verità?
La presente indagine storica ricostruisce il dibattito avvenuto nel tardo Impero Romano (secc. II-IV d. C.) tra i sostenitori del politeismo e i primi cristiani.
È singolare che la discussione e gli interrogativi dell’epoca evocano le controversie di cui siamo, oggi, spettatori. Ora come allora, pare che solo l’antico politeismo e il pluralismo religioso garantiscano la tolleranza e la pacifica convivenza, mentre il cristianesimo, con la sua concezione della verità, ostacoli i processi di pacificazione fra i popoli, generando intolleranza.
Ma la ricerca storica conferma davvero queste opinioni?
La felicita e la meta e l'orizzonte di ogni azione umana. In che cosa consiste la felicita? Qual'e quella totalmente appagante il desiderio umano? Con linguaggio semplice e accattivante l'Autore, un tempo professore di teologia morale a Friburgo in Svizzera, oggi vescovo di Aangers in Francia, indaga in che cosa possa consistere la felicita, che e il movente di ogni azione umana e di ogni impegno serio. La felicita e il cuore dell'annuncio cristiano: Dio chiama ogni uomo ad essere felice e lo invita a condividere la sua stessa beatitudine.
La schiavitu' della colpa e il dolore lacerante del rimorso, da un lato, e la grazia liberatrice, dall'altro, sono due esperienze comuni a tutti noi.
L'autore, con il suo consueto linguaggio semplice ed efficace, ci racconta esperienze di vita e meditazioni sulla liberta', quella autentica ed esaltante, quella che eleva la personalita' di ogni uomo.
Teologia dell'immagine. La complementarieta maschio-femmina. Dimensione corporea e spirituale. Dono e dignita. Questo corso comprende 7 fascicoli di oltre 100 pagine. Con stile semplice e accattivante il teologo domenicano Brugues presenta i capisaldi della teologia morale fondamentale ancorati alla teologia classica e ai documenti recenti della Chiesa, in particolare all'Enciclica Veritatis Splendor e il Catechismo della Chiesa Cattolica. La morale e la costruzione dell'uomo secondo il progetto di Dio. Creando la persona umana a sua immagine, Dio ha costituito l'essere umano, maschio e femmina, anima e corpo, come l'essere piu perfetto del creato, chiamandolo a partecipare alla comunione trinitaria.