Ciò che è giusto e vero, ma anche quanto è bello e buono, fanno da sempre parte di ogni genuina esperienza umana e quindi, inevitabilmente, anche di ogni autentica religiosità. Apprezzare e godere delle cose che la Provvidenza divina ha disposto nel creato non è una stravaganza né tantomeno qualcosa di moralmente riprovevole. I Testi fondatori dei tre monoteismi abramitici lo confermano in moltissimi passi che esortano gli esseri umani a essere non solo custodi, ma anche fruitori grati e responsabili delle immense ricchezze che li circondano. Ripercorrere le tradizioni e le norme che ebraismo, cristianesimo e islam hanno posto anche nel rapporto dei fedeli con il nutrimento può condurci a recuperare il senso del sacro e la relazione con il trascendente proprio nei gesti banali della vita quotidiana, una volta ritmata dai tempi lenti delle stagioni e delle preparazioni umili e attente di chi non aveva fretta di avere tutto e subito, ma sapeva godere anche dell'attesa. Queste pagine sono un invito a tornare verso le sorgenti di un'armonia forse trascurata, ma non per questo meno carica di suggestioni e insegnamenti anche per chi ormai vive la frenesia dei ritmi di vita moderni.
Del Medio Oriente conosciamo molte cose indigeste: le guerre, gli scontri a sfondo religioso, i percorsi inconcludenti della politica e della burocrazia. Una delle cose che non conosciamo abbastanza, invece, è il modo in cui ebrei, cristiani e musulmani del Medio Oriente, sedendosi a tavola, fanno festa. I piatti prelibati, le bevande, i dolci che i fedeli - usciti da sinagoghe, chiese e moschee - preparano e condividono per stare in pace. Questo libro è un modo in più per conoscere la vita dei popoli del Medio Oriente. Le tre sezioni in cui è diviso sono dedicate al significato religioso del cibo nell'ebraismo, nell'islam e nel cristianesimo mediorientale, e raccolgono una selezione di ricette che ancora oggi si preparano in Terra Santa, in occasione delle rispettive feste religiose. Così, cimentarsi a preparare, nella cucina di casa, il piatto di Pasqua dei cristiani di Betlemme, o il dolce di Purim delle cuoche ebree di Gerusalemme, o il banchetto di fine Ramadan dei ristoranti di Damasco, vuole essere in fondo anche l'augurio che si possa condividere, un giorno, la stessa pace.
Del Medio Oriente conosciamo molte cose indigeste: le guerre, gli scontri a sfondo religioso, i percorsi inconcludenti della politica e della burocrazia. Una delle cose che non conosciamo abbastanza, invece, è il modo in cui ebrei, cristiani e musulmani del Medio Oriente, sedendosi a tavola, fanno festa. I piatti prelibati, le bevande, i dolci che i fedeli - usciti da sinagoghe, chiese e moschee - preparano e condividono per stare in pace. Questo libro è un modo in più per conoscere la vita dei popoli del Medio Oriente. Le tre sezioni in cui è diviso sono dedicate al significato religioso del cibo nell'ebraismo, nell'islam e nel cristianesimo mediorientale, e raccolgono una selezione di ricette che ancora oggi si preparano in Terra Santa, in occasione delle rispettive feste religiose. Così, cimentarsi a preparare, nella cucina di casa, il piatto di Pasqua dei cristiani di Betlemme, o il dolce di Purim delle cuoche ebree di Gerusalemme, o il banchetto di fine Ramadan dei ristoranti di Damasco, vuole essere in fondo anche l'augurio che si possa condividere, un giorno, la stessa pace.