Una rocambolesca e forsennata corsa a bordo di una mitica Fulvia coupé per liberare i fratelli dalle grinfie di malvagi rapitori che ne chiedono il riscatto. Riuscirà Thani, una teenager in giro per il mondo, a salvarli? Uno strampalato professore di letteratura inglese le darà una mano nel suo disperato tentativo contro il tempo. Insieme affronteranno rischi d'ogni sorta, attraversando praterie innevate, periferie metropolitane e orridi precipizi. Sullo sfondo, arroccato tra inaccessibili guglie di roccia, il misterioso Castello della Pietra e William Shakespeare con la sua arte immortale. Un racconto per tutti, un "mystery thriller" che terrà i lettori col fiato sospeso fino all'ultima pagina, in compagnia di Giulietta e Romeo, Amleto, Falstaff e tanti altri famosi personaggi creati dalla straordinario talento poetico di William Shakespeare. Età di lettura: da 9 anni.
Salvatore Cassarano, un giovane contadino pugliese, quasi analfabeta, per circostanze sentimentali impreviste scopre quanto sia importante saper leggere e scrivere. Questa scoperta lo conduce in una frenetica e sofferta ricerca della cultura. Ma proprio a causa di questa ricerca scopre che esiste un altro mondo: quello della fede. Le varie vicissitudini lo portano a Roma, dove vive un'esperienza profondamente cristiana e contemplativa con i monaci benedettini: Salvatore diventa in breve uno studente esemplare e anche un monaco del monastero di San Paolo fuori le mura in Roma con il nome di don Ildebrando. Ma giunto al "culmine" della sua maturità culturale e di fede, in lui si riaffaccia il "vecchio" Salvatore. Le pagine del romanzo ci conducono così dentro una sofferta lotta interiore che riporterà Salvatore/Ildebrando verso la sua terra di Puglia, nei pressi del "ponte sul Rio Morto", là dove erano iniziati i suoi sogni e dove adesso desidera che si concludano...
In questo breve saggio si vogliono raccogliere pensieri e riflessioni nel tentativo di evidenziare alcune affermazioni e conclusioni sbagliate in cui sono incappati alcuni pensatori, anche eminenti.
Epiche, geniali, studiate o estemporanee. Così avventurose da sembrare romanzesche, tra dramma e commedia. Sono le fughe da Berlino Est. Dal 1961 fino alla storica caduta nel novembre '89, il Muro di Berlino non è stato solo il simbolo della guerra fredda, della divisione della Germania e dell'Europa, ma anche lo spettatore di storie e imprese di uomini assolutamente normali che tentarono di riprendersi la vita superando quella barriera, inviolabile come una montagna, con la forza dell'immaginazione e del desiderio di libertà. Alcuni di loro pagarono con la vita, ma molti riuscirono nell'impresa. Queste pagine raccontano le fughe più spettacolari e assieme più genuinamente umane. "Non volevo rimanerci neanche sottoterra a Berlino Est. L'ultima parte della vita almeno la volevo vivere da uomo libero" (Max Thomas).
Questo testo è una raccolta organica di "intermittenze del cuore". Centofanti sa come mescolare il sacro al profano, come alternare descrizioni di stati d'animo in rapporto alle vicende dei suoi personaggi e cerca di entrare nel cuore umano per spiegarne le decisioni, i tormenti, i momenti di felicità. Soprattutto sa che un romanzo non può più essere scritto come se fosse il rispecchiamento di un reale che non c'è, che scrivere è un'attività per la quale non c'è né salvezza né scampo quando si è presa la decisione di continuare a farne il proprio momento personale di intervento sulla realtà, che le vicende che descrive sono tutte proiezioni di un suo sogno ecumenico di comprensione del mondo che, tuttavia, non potrà procedere che per lumi sparsi, per balzi narrativi, per sfondamenti progressivi della rete di nebbia e di ignoranza che avvolge la mente di ognuno. Per Centofanti, un romanzo è il tentativo di confrontarsi con se stesso, con la propria vita, con la propria intensità di desiderio.Dalla Prefazione di Giuseppe PanellaLe dita sono ancora intorpidite: è per questo che intitoli il romanzo Salva L'Anima? Perché pensando a una Chiesa insidiata dalle sirene del potere, tieni d'occhio l'insidia più sottile di una malattia evocata dalle tre maiuscole?
Alberto misura i passi, le cose, i minuti. Misura le forze che stanno tornando. Osserva gli allievi e i colleghi insegnanti, li classifica divertito per categorie. Guarda il mondo con occhi diversi, ora. E quando un’amica infermiera gli affida Danielle, una paziente in crisi, perché la ascolti e la aiuti, si tuffa anima e corpo in un’avventura imprevista.
Perché Danielle è sola, malata, bellissima. Ma, soprattutto, Danielle ha un segreto. Per aiutarla davvero, Alberto dovrà imbarcare nella sua impresa una squadra di compagni, incrociati o ritrovati per caso, ma tutti disposti a farsi carico della vita degli altri.
Tra Torino e Bruges, tra le aule del liceo e le stanze della chemio, tra i Murazzi e le Molinette, tra bar di periferia e trattorie in riva al lago, tra autoradio a palla e notti silenziose, si dipana la storia, ricca d’emozioni, di un gruppo di nuovi amici che sanno per cosa vale la pena lottare.
Si può dedurre facilmente quanto continuare a scrivere incessantemente sia fondamentale per don Fabrizio Centofanti. Scrivere consente di vedere, di sognare, di ritrovarsi, di accendere le luci di un desiderio che è fatto di comunicazione e di comprensione. Scrivere vuol dire riuscire a rendere tangibile ciò che si è fatto della propria vita e dargli un senso che sia un po' meno limitato di quanto spesso si crede che sia stato. Ma, nello stesso tempo, scrivere è il mezzo migliore per dare per concluse le esperienze che diventano così più vere, più autentiche, degne di essere ricordate da tutti e non solo da parte di chi le ha vissute. Affidate al mondo dei lettori, potranno essere dimenticate come angoscia personale del singolo e diventare memento e sanzione per la coscienza di tutti.
Il romanzo racconta, in modo ironico, di un professore di matematica colpito dalla leucemia.
I dieci anni più intensi e drammatici della vita di Galileo, culminanti con il processo del Sant’Ufficio, la condanna e l’abiura, rivivono, in questo romanzo di Luca Desiato, in una angolazione piena di suggestione e di pathos: il diario di Suor Maria Celeste, la figlia naturale che Galileo aveva avuto a Padova nel 1600 dall’amore di una popolana, e che sedici anni dopo aveva preso i voti nel monastero delle Clarisse di Arcetri. Desiato fonda la sua ricostruzione romanzesca sulla base di 124 lettere di Suor Maria Celeste, di cui 97 scoperte nella seconda metà dell’Ottocento e pochissimo note. Ne esce una sorta di rappresentazione duplice e parallela: della vita del chiostro, con le stasi contemplative, le vibrazioni all’unisono con la natura colta nell’avvicendarsi delle stagioni e le crisi violente che talvolta sembrano sovvertire la scelta religiosa; e della vita di Galileo, segnata dagli intrighi e dai tranelli della Roma papale, in un periodo di sommovimenti sotterranei e di ciniche repressioni. Ma anche gli affetti familiari del grande scienziato vi trovano uno spazio coinvolgente: gli esordi scapestrati del figlio prediletto e l’assistenza devota di Suor Maria Celeste nella villa “Il Gioiello” ad Arcetri fino alla precoce morte di questa a soli 34 anni.
La singolarità di questo romanzo di Desiato è di evocare il clima di un’epoca e la dimensione grandiosa e quotidiana di Galileo attraverso un linguaggio ricco e vivido, che allude alle espressività del tempo senza cadere in pedantismi; e insieme di animare il racconto con particolari illuminanti e scorci umanissimi. Tema unificatore dell’opera è la rievocazione di una delle più belle vicende di tutti i tempi: un’appassionata storia di amore filiale.
Giuseppe Pontiggia
Luca Desiato è nato a Roma nel 1941. Ha vissuto alcuni anni in America Latina dove si è dedicato, tra l’altro, a studi teologici. Attualmente vive e lavora a Roma. Ha pubblicato Benito e il mostro (1977), Il Marchese del Grillo (1981), GaIileo mio padre (1983, Premio Grinzane Cavour e Premio Maria Cristina), Come il fuoco (1986, Premio Basilicata), Bocca di leone (1989), Storie dell’eremo (1990, Premio Chiara), Sulle rive del Mar Nero (1992, Premio Rhegium Julii e Frontino-Montefeltro), La notte deIl’angelo (1994, Premio Oplonti, Premio Penne), Giuliano l’apostata (1997), DaI giardino murato (2002, Premio Elba), C’era una volta Trilussa (2004).