Questo terzo volume, dedicato al ciclo liturgico dell'anno C dove si legge prevalentemente il vangelo di Luca, conclude la serie di meditazioni sui vangeli festivi. Sulla falsariga dei due volumi precedenti, sono inserite nelle 66 meditazioni proposte oltre cento testi tra brevi racconti, aneddoti, detti e poesie. L'evangelista Luca, rappresentato nella tradizione cristiana dal bue alato, è stato definito da Dante lo scriba della mansuetudine di Cristo. Questa bella e felice definizione consente di cogliere gli atteggiamenti di tenerezza e misericordia che sempre accompagnano Gesù, il Salvatore misericordioso, in questo vangelo. «Oggi sarai con me in paradiso» (Lc 23,43) è la risposta inaspettata e straordinariamente consolante, rivolta da Gesù al ladrone che gli chiedeva di ricordarsi di lui quando sarebbe entrato nel suo regno. Fino al momento della morte non è mai troppo tardi per incontrare il Salvatore misericordioso. Si tratta sempre di un incontro che trasforma la vita e dona la gioia. Spero che le presenti meditazioni possano essere di un qualche aiuto nel rendere più profondo e vitale questo incontro.
L'itinerario qui presentato affronta l'affascinante tema della relazione della teologia con altre discipline, in particolare l'arte, partendo dal complesso e dibattuto tema della bellezza. L'ipotesi di fondo che ha guidato questa ricerca è il riconoscimento dell'importanza dellavia pulchritudinis nella riflessione teologica. Il presente percorso valorizza, infatti, la via della bellezza all'interno di una riflessione interdisciplinare che si dipana su diversi livelli di approfondimento: antropologico, cristologico ed ecclesiologico-sacramentale. Cercare Dio è il compito di ogni credente; è il cammino che ognuno di noi fa nella propria vita, facendosi pellegrino dell'Altissimo. Dove trovarlo? Dove si è nascosto? Edith Stein affermava che il percorso esistenziale è costellato di prove; è una vera notte senza stelle, là dove il credente è guidato solo dal desiderio di incontrare Dio. È come l'assetato nel deserto: sa che vi è l'oasi, ma non è ancora arrivato, per cui sente ancora più sete fin quando non arriva alla sospirata meta. La bellezza è paragonabile a quella sete di Dio, che si manifesta continuamente. Dalla scienza all'arte, dalla teologia alla tecnica, l'uomo cerca Dio.
I venti misteri della corona del rosario (gaudiosi, dolorosi, luminosi, gloriosi) approfonditi per la meditazione e la preghiera, personale e comunitaria, con il commento del cerimoniere del Papa, raffinato liturgista, che ci guida a tenere lo sguardo fisso su Gesù attraverso la presenza e la mediazione della Madre sua e nostra.
"Il libro che hai tra le mani è un prezioso cammino da fare insieme con la tua famiglia, con i tuoi catechisti, con il tuo gruppo... Ti accompagnerà lungo l'anno liturgico e vi troverai delle bellissime idee per approfondire la Parola di Dio. Ti renderai conto che per essere artisti basta veramente poco: carta, forbici e Gesù nel cuore! Scoprirai che una preghiera può essere scritta sui petali di un fiore, e sarai tu a costruirlo! Oppure che i 10 comandamenti possono essere trascritti sulla tastiera di un cellulare per tenerli sempre bene a mente. Buona lettura e buon lavoro!" (Giovanni Muciaccia) Età di lettura: da 6 anni.
A un anno dall'uscita della Fratelli tutti, dodici persone dialogano con il cardinal Zuppi sulla fraternità. Un ragazzo, due giovani, un formatore, due suore, un medico, due sposi, un missionario, una giornalista e un sacerdote. Ne esce un quadro utile per il rinnovamento pastorale, ma anche un percorso di riflessione sulla vita di tutti i giorni per ogni uomo e ogni donna di buona volontà: perché la fraternità è di tutti, perché la fraternità è per tutti. Esiste un viaggio che ogni uomo è chiamato a fare: il viaggio a scoprirsi fratello degli altri e a riscoprire nell'altro il volto di un fratello. Un viaggio di consapevolezza. Perché nasciamo già fratelli, nasciamo già collegati, il viaggio serve solo per rendercene conto.
Come psicologo di lunga esperienza ho potuto vedere sempre, in ogni stato psicofisico, la presenza di un qualcosa di inquietante, di oscuro, di profondo, che si oppone al raggiungimento del benessere interiore. Anche quando il paziente è in uno stato di grazia, anche quando il suo cervello è cullato dal ritmo alfa (il ritmo della quiete) e produce endorfine (le molecole del benessere), lì vicino c'è il Nemico tentatore che lo spinge a ritornare tra le braccia del ritmo beta (il ritmo degli stati di veglia) e di essere lui il protagonista del suo destino, senza fidarsi di quella quiete illusoria. Cos'è questa tendenza a distruggersi, a «farsi del male»? Gli studi finora condotti su questo tema hanno portato a galla una miriade di intuizioni, quasi tutte geniali e interessanti, ma nessuna esaustiva. In questo saggio cercheremo di gettare un po' di luce in questo mondo misterioso che, ad ogni passo, apre orizzonti sconfinati. Non dobbiamo scoraggiarci per questa condizione umana di «continua lotta». Ho visto molte persone piegare il loro Satana e farlo ritornare nella sua tana. Esso resterà sempre con noi ma senza essere capace di insinuarsi nell'immunità che ci siamo conquistati. Se ci siamo «vaccinati» in modo giusto, con iniezioni di luce pura (ideali, valori, senso della vita, sviluppo dell'autotrascendenza che è in noi) riusciremo sempre a non farci azzannare dai suoi velenosi morsi. Se seguiamo l'istinto di vita, se voliamo alto col pensiero, se riusciamo ad amare in modo donativo, se sviluppiamo le nostre attitudini artistiche e riusciamo a dialogare col Mistero che ci circonda, Satana in questi spazi eterei non ci segue.
Il rapporto tra diaconato e liturgia illumina ed informa di sé tutte le dimensioni della vita e del ministero del diacono. La sua presenza all'altare della Parola e del Pane è una presenza di servizio che narra - nelle parole e nei gesti - le "meraviglie" della diaconia di Cristo Servo che si china qui ed ora sulla nostra storia. Il servizio liturgico del diacono, ed in particolare quello eucaristico, deve trovare il modo di esprimere il volto di Gesù incarnato nella storia e nella vicenda esistenziale dell'uomo per il bene di ogni fratello. Dobbiamo riscoprire la liturgia e viverla, o meglio celebrarla sinodalmente, perché possa davvero diventare luogo per eccellenza dell'incontro della comunità dei credenti.
Il Padre ci ha dato una buona maestra, Maria di Magdala, che ha imparato la spiritualità «ai piedi di Gesù» con la sua stessa vita. È un cammino di crescita interiore alla nostra portata. Seguiamo i suoi passi e proviamo a metterlo in pratica! «Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». (Lc 7,47)
Alcune donne e alcuni uomini, vissuti dalle origini del cristianesimo all'epoca contemporanea, sono stati dichiarati dottori della Chiesa dai papi, dalla fine del sec. XIII ad oggi. Se ne contano trentasette, metà dei quali sono padri della Chiesa che hanno operato entro il sec. VIII. I loro testi continuano ad arricchire il magistero della Chiesa e a nutrire lo spirito di innumerevoli lettori. I dottori della Chiesa con i loro scritti costituiscono un patrimonio che merita di essere condiviso con chiunque voglia conoscere il pensiero cristiano e ricevere insegnamenti spirituali. La peculiarità di questo testo è di presentare tutti i dottori in un unico agile volume, insieme ai padri della Chiesa dei primi secoli.
Ancora oggi la morte continua ad essere una sorta di tabù e viene considerata come un «nemico», da combattere e vincere. La morte invece fa parte del ciclo della vita e non va negata o patita, ma accolta. Il testo propone un approccio innovativo al tema, focalizzandosi sulla ricerca di senso insita in ogni essere umano, prima e oltre ogni adesione religiosa, e che trova nell'orizzonte del Mistero in cui siamo immersi la possibilità di aprirsi alla speranza di un compimento che va oltre la sola parabola biologica di ciascuno. Oltre alla parte teorica, queste pagine propongono diversi esercizi volti a consapevolizzare la personale visione del morire, i timori e le resistenze associati, a cambiare prospettiva e a entrare in contatto con quel desiderio profondo di eternità che connota il cuore umano.
L'interrogativo posto come titolo del libro è quello che la donna samaritana rivolge ai suoi condittadini mentre racconta loro l'esperienza del proprio incontro con Gesù (Gv 4,29). È una domanda che esprime bene lo spirito del testo, orientato a incoraggiare la ricerca personale e a stimolare l'interesse nei confronti di una proposta, quella del Vangelo, sempre da riscoprire nella sua novità e nella sua vitalità, con una particolare attenzione alla sensibilità dei giovani. Il libro nasce da riflessioni maturate a partire dall'esortazione apostolica Christus vivite dal documento della CEI Incontriamo Gesù. Orientamenti per l'annuncio e la catechesi in Italia, e ha al centro proprio il tema dell'incontro con la persona di Gesù, evento fondante di ogni autentica esperienza di fede. Viene quindi proposta la lettura di testi evangelici nei quali sono narrati alcuni incontri che hanno per protagoniste le persone più diverse: da Zaccheo a Pilato, dalla donna samaritana a Matteo, fino al "buon ladrone" sulla croce... Per ciascun racconto viene offerta un'analisi intesa a cogliere le dinamiche e le caratteristiche tipiche di ogni incontro, accompagnata da considerazioni che focalizzano l'attenzione sulla dimensione della testimonianza, decisiva nel portare all'incontro con Cristo oggi. Prefazione di Maristella Bellosta.
Perché un uomo o una donna del XXI secolo dovrebbe desiderare di far parte della Chiesa? E la Chiesa cosa può dare loro di interessante? In un mondo in cui la fede sembra smarrire la propria capacità di trasmettere senso e le religioni acquistano nuova visibilità sulla scena pubblica, tra il brulicare dei vari bricolage spirituali la Chiesa non cessa di interrogarsi su di sé e sulla propria missione. Il testo si propone di accompagnare il lettore lungo un cammino in tre tappe: cosa significa appartenere alla Chiesa cattolica per un laico della generazione dei Millennials? Come possiamo immaginare, o addirittura «sognare», questo popolo di Dio che appare a volte così umano? E infine: come parlare dell'Amore al di là delle retoriche antiche e nuove con cui lo dissimuliamo? Postfazione di Giuseppe Riggio.