Ad arricchire la Chiesa piemontese nel medioevo furono soprattutto i monaci, nei loro vari ordini religiosi: i Benedettini nella valle di Susa, nei luoghi di Novalesa e di San Michele della Chiusa, i Cistercensi nei monasteri maschili e femminili sparsi un po' ovunque, i Vallombrosani alla periferia di Torino e nella valle della Stura di Lanzo con il loro slancio religioso, ed infine i Templari disseminati in piccoli nuclei sulla collina torinese e nel Chierese. Per l'organizzazione diocesana la loro presenza fu sicuramente un bene che assicurò nuovo slancio alla religiosità del tempo, ma anche alla vita sociale con la loro presenza attiva nei territori soggetti alla loro giurisdizione monastica. È questo il quadro dentro il quale si sviluppa il presente volume: alcune abbazie sono ampiamente studiate come la Sacra di San Michele, altre sono appena toccate come la Novalesa. Di queste ed altre abbazie nel volume si sottolineano l'ambiente in cui sono nate e vissute e soprattutto la rete delle loro dipendenze costituite da beni e chiese.
La Guida silente che si trova in ognuno di noi, in quel punto misterioso in cui sentiamo battere il nostro cuore, è invisibile dagli occhi umani, e ci chiede di sentire la sua Presenza senza bisogno di parole. Entrare in comunicazione con essa è frutto di volontà e di costanza, e del ritorno a una consapevolezza innata, che molti di noi preferiscono disconoscere, pur di non essere costretti ad affrontare risposte scomode. Solo ai coraggiosi, dunque, sarà dato di sperimentare che inevitabilmente a chi busserà, verrà aperto. No, l'uomo non può essere solo.
Questo testo vuole stuzzicare il desiderio della preghiera a partire dalle fibre del cuore di un uomo e di un maestro che ha fatto della preghiera la sua vita: sant'Agostino. Perché pregare? Per essere buoni nella condotta e nelle opere, per sintonizzare i propri desideri con quelli di Dio.
Quando diventiamo criticoni sporchiamo il mondo e l'immagine bella di Dio che c'è in ogni persona.
A vent’anni dalla celebrazione liturgica al Colosseo della «Passione di Cristo» di Mario Luzi (1999-2019), l’Associazione Centro Culturale Cassiodoro ripropone il testo poetico dello scrittore, illustrato dal maestro Alberto Schiavi. È un omaggio a questi due grandissimi artisti italiani e anche un invito a meditare e rivivere il martirio del Figlio di Dio, che prima di riconfermarsi nella gloria ha voluto scendere (per il nostro riscatto) nell’abisso del dolore sfidando e vincendo la morte.
Perché sempre più persone non riescono a credere in Dio quando lo vorrebbero?
Leggere, ascoltare e meditare la Parola di Dio è un’esperienza fondamentale della vita cristiana, perché possa dirsi tale e portare frutto. L’obiettivo di questo volume è offrire degli spunti per questo essenziale e ineludibile confronto con la Parola.
Le meditazioni offerte in queste pagine sono valide per qualsiasi credente che voglia fare, nel particolare momento della sua vita, un’esperienza di lettura e verifica guidata della propria esistenza e del proprio rapporto con Dio.
Regalare a se stessi un tempo e uno spazio, nelle proprie giornate, per nutrire la propria relazione con il Signore leggendo un libro come questo può essere un’occasione di rinnovamento autentico e ristoro spirituale.
È l’avventura stupenda della fede: lasciarsi portare dal Signore, senza pensare a quale sarà il percorso che egli ci vorrà far fare; è il segreto dell’amore, perché l’amore va, senza essere interessato a dove, va perché va amando.
La questione del potenziamento, insieme di tecniche biomediche utilizzate per modificare e/o potenziare il normale funzionamento del corpo umano, è oggetto di approfonditi studi accademici. Anche il Centro Cattolico di Bioetica dell'Arcidiocesi di Torino, perseguendo i suoi fini statutari, si è interessato dell'argomento e ha costituito un gruppo di studio che ha condotto per mesi la ricerca che ora proponiamo ai lettori. Il testo è suddiviso in due parti. La prima ha l'obiettivo di studiare il fenomeno. La seconda lo analizza dal punto di vista filosofico, giuridico e teologico e ne coglie le ricadute bioetiche.
Negli anni Novanta e nei primi anni del Duemila, come direttore della rivista «Missione Oggi», ho avuto il grande dono di poter accompagnare il cammino della chiesa d’Algeria nel suo periodo forse più difficile e forse anche più significativo, ricco di sapienza evangelica e di fedeltà alla sua vocazione. I numerosi contatti con mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri, e gli articoli che mi inviava e traducevo per la rivista mi hanno offerto la possibilità di conoscere da vicino le ricchezze di un’esperienza ecclesiale unica, che ritengo possa essere fonte di ispirazione per noi, oggi ancora più di vent’anni fa, quando la presenza di musulmani nel nostro paese ancora non si avvertiva.
Utilizzando gli interventi che mons. Teissier mi inviava, preparati per Incontri pastorali della sua chiesa o per relazioni a Convegni in paesi dell’Europa, il libro presenta l’esperienza concreta e avvincente di dialogo tra cristiani e musulmani vissuta da tutta una chiesa, che sente «la missione di essere chiesa di un popolo musulmano», come ama definirsi. Un’esperienza percorribile anche da noi, soprattutto per la prassi e la spiritualità dell’incontro, maturate in tanti anni di discernimento e di fedeltà. È la via dei rapporti interpersonali e delle collaborazioni quotidiane per risolvere i piccoli e grandi comuni problemi che la vita presenta. Il dialogo avviene tra le persone, non con i sistemi…
Reato, certamente, ma anche peccato, «la violenza contro le donne è un’offesa a ogni persona che noi riconosciamo creata a immagine e somiglianza di Dio, un gesto contro Dio stesso»: su questa convinzione si fonda il documento Contro la violenza sulle donne. Un Appello alle chiese cristiane in Italia, ratificato a Roma il 9 marzo 2015. La violenza di genere, vi si dice con sofferta chiarezza, «pone un problema alla coscienza cristiana» e nessuno, singolo, comunità o istituzione, può oggi sottrarvisi. Il documento è punto di arrivo di anni di sollecitudine e di pratiche, e insieme appello a un ulteriore e rinvigorito impegno. In questa scia virtuosa nasce anche questo libro, che non nasconde la fiduciosa speranza di contribuire all’alleanza tra lo spirito del pluralismo religioso e la natura dialogica del femminismo. Il volume raccoglie i contributi di donne e uomini impegnati a vari livelli nell’universo del dialogo interreligioso (ebraismo, cristianesimo e islam), ma anche laici, persone sensibili all’afflizione politica, sociale, teologica e pastorale della violenza di genere.
Nel 1627 il giovane pittore Giovanni Battista Della Rovere (Torino, 1603 c. - 1631 c.) dipinge la grande tela del Trionfo della morte, detto anche «Specchio della vita umana». In origine destinata alla chiesa torinese di San Francesco d'Assisi, appare quasi profetica, alla vigilia della grande peste manzoniana del Seicento. L'opera è ricca di simboli ed ammonimenti; al centro sta la ruota della vita con teschi di papi, imperatori, vescovi, sultani, re orientali, dogi, re e cardinali, e con scritte di severa riflessione sulla fragilità della vita umana. L'identica iconografia, affascinante e unica nel suo genere, è presente in Spagna, Francia, Germania e Polonia. Il capolavoro è ora parte delle collezioni permanenti del Museo Diocesano di Torino. Presentazione di Cesare Nosiglia. Introduzione di Carlo Franco.
Le illustrazioni a colori introducono i brani di Vangelo e il commento invita i piccoli lettori a soffermarsi sugli uni e sugli altri, per cogliere il messaggio portato da Gesù. Dall'annuncio dell'angelo a Maria fino all'inizio della predicazione pubblica, la figura del Salvatore è presentata così in maniera piacevole ed efficace. Età di lettura: da 6 anni.