Scatoline è una collana di saggi per giovani menti dai cinque anni in su. Ogni libro è una parola raccontata. Perché le parole sono libere, ed è da come le usiamo che possiamo capire di volta in volta cosa vogliamo dire. Età di lettura: da 5 anni.
Scatoline è una collana di saggi per giovani menti dai cinque anni in su. Ogni libro è una parola raccontata. Perché le parole sono libere, ed è da come le usiamo che possiamo capire di volta in volta cosa vogliamo dire. Età di lettura: da 5 anni.
Scatoline è una collana di saggi per giovani menti dai cinque anni in su. Ogni libro è una parola raccontata. Perché le parole sono libere, ed è da come le usiamo che possiamo capire di volta in volta cosa vogliamo dire.
Cosa vuol dire 'amicizia'? È una parola che pronunciano spesso tante persone, sia più adulte che più giovani, eppure sembra significare tante cose diverse. In poche pagine Nicoletta Vallorani ce lo racconta, con la complicità delle illustrazioni di Sio e con una sconfinata tenerezza. Età di lettura: da 5 anni.
Sindaca, architetta, avvocata: c'è chi ritiene intollerabile una declinazione al femminile di alcune professioni. E dietro a queste reazioni c'è un mondo di parole, un mondo fatto di storia e di usi che riflette quel che pensiamo, come ci costruiamo. Attraverso le innumerevoli esperienze avute sui social, personali e dell'Accademia della Crusca, l'autrice smonta, pezzo per pezzo, tutte le convinzioni linguistiche della comunità italiana, rintracciandone l'inclinazione irrimediabilmente maschilista. Questo libro mostra in che modo una rideterminazione del femminile si possa pensare a partire dalle sue parole e da un uso consapevole di esse, vero primo passo per una pratica femminista. Tutto con l'ironia che solo una social-linguista può avere.
Curare il linguaggio, dedicare attenzione alle parole quando si tratta di inclusione è fondamentale, perché è attraverso le parole che costruiamo la realtà intorno a noi e diamo forma al nostro mondo interiore. Lo scopo di questo dizionario emotivo non è infatti spiegare il significato letterale di alcuni termini, ma di mostrare le conseguenze che il linguaggio ha sulla visione della diversità. Termini come esclusione o uguaglianza, vocaboli come desiderio, aspirazione o autodeterminazione, sono comuni a tutti gli esseri umani e particolarmente importanti per chi fa parte di una qualsiasi minoranza. Partendo dalla neurodiversità, di cui l'autore, autistico, è profondo conoscitore e divulgatore, si esplorano le parole che costellano tutte le altre forme di diversità: culturali, religiose, sessuali e di genere, legate alla differente funzionalità fisica. Questo saggio fornisce uno stimolo all'apertura, alla comprensione delle diversità e di quanto esse siano indispensabili in una società evoluta, laddove la vera uguaglianza può avvenire esclusivamente attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze e delle caratteristiche uniche di ciascun individuo.
Sindaca, architetta, avvocata: c'è chi ritiene intollerabile una declinazione al femminile di alcune professioni. E dietro a queste reazioni c'è un mondo di parole, un mondo fatto di storia e di usi che riflette quel che pensiamo, come ci costruiamo. Attraverso le innumerevoli esperienze avute sui social, personali e dell'Accademia della Crusca, l'autrice smonta, pezzo per pezzo, tutte le convinzioni linguistiche della comunità italiana, rintracciandone l'inclinazione irrimediabilmente maschilista. Questo libro mostra in che modo una rideterminazione del femminile si possa pensare a partire dalle sue parole e da un uso consapevole di esse, vero primo passo per una pratica femminista. Tutto con l'ironia che solo una social-linguista può avere.
Il Brasile è il paese del calcio, non soltanto perché ha vinto cinque mondiali, ma soprattutto perché Pelé e Garrincha, la "Seleção" e il "futebol bailado" fanno parte dell'immaginario di tutti, uomini adulti e bambini. La "Copa 2014" è l'occasione, soprattutto, per conoscere Bahia, Rio, Manaus, San Paolo, Porto Alegre, città straordinarie, diversissime, bellissime e contraddittorie; per incontrare un popolo meticcio, democratico, fantasioso, unico, e farsi coinvolgere dalla cultura multicolore di un paese emergente, ricco, giovane, musicale, che mostra al mondo la sua dinamica voglia di stupire, la tecnologia, la grandezza. Un'opportunità antropologica prima ancora che sportiva o turistica.
È il 1931, Graziano Biagioni ha compiuto dieci anni, l'Italia è sempre più fascista e la squadra della Fiorentina, nata da poco, è appena approdata in serie A. Graziano vive a Brozzi, borgo alle porte di Firenze, e con gli amici Barnaba, Gigli e Montini condivide un'estrema passione per la maglia viola. "Viola! Viola! Duce! Duce!" è il loro motto. Nessuno dei quattro ha idea delle vicende che stanno per investirli. Ognuno, a suo modo, dovrà fare i conti con la crescita, le donne, la storia, le ragioni e le conseguenze della dittatura.
Centocinquant’anni dall’impresa dei Mille, Giuseppe Garibaldi è ancora l’italiano più conosciuto, l’Eroe per eccellenza. Il poncho, l’amore per Anita, proprio i Mille hanno reso la sua vita una leggenda senza tempo. Una leggenda su cui hanno tentato di mettere la propria bandiera sia le camicie nere del regime fascista, sia i fazzoletti rossi della battaglia resistenziale. E questo libro ricostruisce appunto la nascita del mito garibaldino, la sua diffusione e la tentata appropriazione da forze politiche avverse, nella speranza di ritrovare, in Garibaldi, la capacità di parlare al popolo e di muovere le masse inoccasione delle decisive elezioni del 1948.
È la storia dell'incontro di due trentenni, fra loro e con una malattia: il diabete. Le vicende di Giulia e Daniele corrono fre le passioni, le paure, le fughe, gli atti di coraggio o di pazzia di due giovani d'oggi, figli di una generazione che ha conosciuto i dischi in vinile e che per prima ha navigato in Internet, accompagnati da film come 'Guerre stellari', dal culto della letteratura fantasy e dalla musica sparata nelle cuffie. Daniele e Giulia sono in cerca di un senso comune da condividere, attraverso le profonde lacerazioni di chi è conscio della propria diversità e ne accetta ogni sua conseguenza. Stefano ed Elena si erano visti una sola volta quando hanno cominciato a scrivere questo libro. Il resto l'ha fatto la posta elettronica.