Una notte africana del 1943, mentre nel mondo infuna la guerra, tre italiani fuggono da un campo di prigionia e scalano il Monte Kenya con mezzi di fortuna. Diciassette giorni di libertà, incoscienza e fame che morde, per poi tornare ai reticolati e riconsegnarsi ai carcerieri inglesi. Uno di loro, Felice Benuzzi, racconterà la storia in un libro, anzi: in due libri, e già qui si nasconde un mistero. Chi è Felice? Chi sono i suoi compagni di evasione? Cosa facevano prima della guerra, e cosa faranno dopo? Impossibile raccontarlo senza seguire le scie di molte esistenze, passando dalla Trieste asburgica alla Roma mussoliniana, dalla Cirenaica del guerrigliero Omar Al-Mukhtàr alle Dolomiti del rocciatore triste Emilio Comici, dall'Etiopia del turpe generale Graziani alla Nairobi dove morì il Duca d'Aosta, dalle foreste della rivolta Mau Mau alla Berlino della guerra fredda, per arrivare infine ai giorni nostri. 0 meglio, al 2010, l'anno in cui Roberto Santachiara e Wu Ming 1 inseguono fantasmi fino in cima al Monte Kenya. "Point Lenana" è il risultato di anni di viaggi, interviste e ricerche d'archivio. È un'inchiesta-romanzo, un poema epico in forma di saggio, una scorribanda nel Novecento resa con una scrittura spesso commovente, a volte crudele.
Tokyo, 1984. Aomame è un'assassina spietata e fragile. In minigonna e tacchi a spillo, vendica tutte le donne che subiscono violenza, con una tecnica micidiale e invisibile. Tengo è un ghost writer che deve riscrivere un libro inquietante, pericoloso come una profezia. Entrambi si giocano la vita in una storia che sembra destinata a farli incontrare. Ma quando Aomame vede sorgere in cielo una seconda luna, capisce che, forse, non potranno condividere neppure la stessa realtà...
Nel paese di Samaradó quando un ragazzo compie undici anni gli viene affidato un drago, e se insieme supereranno una "grande prova", i due saranno compagni di avventure per tutta la vita. Ma quando per Cale finalmente arriva il tanto atteso undicesimo compleanno, il drago che gli viene assegnato è ben diverso da come se lo immaginava: Mondragó è impacciato, timido, non vola, non può essere cavalcato e si distrae in continuazione. E ha un aspetto decisamente ridicolo. Chissà se Cale e Mondragó riusciranno comunque a superare la grande prova... Età di lettura: da 8 anni.
Questo libro racconta come e perché, negli ultimi anni, molti romanzi italiani si siano attratti e incontrati fino a formare una vasta nebulosa, un "campo elettrostatico" letterario. È la nebulosa della "nuova epica italiana-, come ha proposto di battezzarla Wu Ming dopo il primo avvistamento, nella primavera del 2008. Come un corpo celeste, attendeva solo di essere "scoperta" e descritta. Non è un movimento di autori, ma un dialogo tra libri. Opere diverse, ma costruite su un comune sentire, una rinnovata fiducia nella parola e nel raccontare, un'etica della narrazione che porta a unire attitudine pop e ricerca di storie complesse, sguardi obliqui sulla realtà e visioni di mondi alternativi, sovversione della lingua ed esperimenti "transmediali". Ad aprire questa raccolta è l'ormai noto "memorandum" sul New Italian Epic, in una versione riveduta e ampliata. A seguire, due lunghi interventi esplorano la dimensione sociale e politica di questo nuovo approccio al mestiere di raccontare. Mestiere descritto come pratica di resistenza, perché "l'unica alternativa per non subire una storia è raccontare mille storie alternative".
Contributi di Luca Patrizi
A cura di Roberto Tottoli
Illustrazioni di Marco Campedelli
Traduzione di Roberto Tottoli
Scritto nell'VIII secolo, il Muwatta' è il più antico trattato di legge islamica.
Fin che il Profeta stesso era in vita, non c'era bisogno di una legge musulmana sistematizzata, sia perché la sua autorità in merito era assoluta, sia perché i confini politici del mondo musulmano non si estendevano oltre la penisola arabica, dove vigevano norme consuetudinarie omogenee. Ma dopo la sua morte da un lato viene a mancare la sua autorità carismatica e dall'altro l'Islam si diffonde rapidamente in territori multietnici, dove le tradizioni giuridiche erano molto differenti. Di qui la necessità di raccogliere una casistica in grado di coprire un'ampia gamma di attività umane, molte delle quali non venivano trattate nello stesso Corano. Nascono così, fra VIII e IX secolo, varie scuole giuridiche, ma il primo vero «manuale pratico» di legge islamica è questo di Malik ibn Anas, che anche dal titolo (muwatta' significa «cammino reso piano », «percorso agevolato») si propone come uno strumento da utilizzare per districarsi nella complessità dei problemi, insomma, per l'appunto, un manuale.
L'enorme fortuna di questo libro ha attraversato il mondo islamico e il Muwatta', qui tradotto per la prima volta in italiano, è tuttora il testo base della legge islamica in gran parte del Nord Africa.
Un libro fondamentale per capire in profondità la cultura islamica, affondando nelle sue più antiche origini, al di là della disinformazione che spesso domina in questo campo.
Dopo avere innovato profondamente la storiografia letteraria con un'opera collettiva come la "Letteratura italiana", da lui ideata e diretta, Alberto Asor Rosa ridisegna questa volta interamente in prima persona gli intrecci fra opere, uomini, luoghi, condizioni storiche ed economiche che danno vita alla nostra tradizione letteraria. Un approccio che ha comportato un rinnovato confronto diretto con le opere, favorendo uno straordinario impegno critico a fianco di quello storiografico e fuso con esso. Dunque molta passione nel suggerire nuove chiavi interpretative per leggere e apprezzare in profondità Dante o Boccaccio, maggiori e minori, ed estrema lucidità nell'individuare il filo di un'identità nazionale attraverso la letteratura, che è nello stesso tempo contestualizzazione nelle più generali radici europee. Radici che sono molteplici: latine e cristiane, ma anche preromane e barbariche. Una storia letteraria nuova per molti aspetti, non ultimo quello della periodizzazione scelta da Asor Rosa, che sottolinea la continuità fra Medioevo e Rinascimento ponendo la vera frattura e la nascita della modernità alla fine del Cinquecento, con la trasformazione dei modelli culturali europei e il drastico ridimensionamento della letteratura italiana a livello internazionale.
Una caratteristica fondamentale della modernità è consistita nella sua capacità di creare spazi imprevedibili in cui attivare sia nuovi processi di sacralizzazione e di incantamento sia situazioni propizie a una nuova centralità delle religioni tradizionali. I processi di globalizzazione hanno rovesciato il noto paradigma weberiano del disincanto e della secolarizzazione ineluttabili, generando una serie complessa di fattori che stanno favorendo, su scala globale, un rinnovato ruolo centrale, sia a livello individuale che collettivo, del fattore religioso. L'immenso fiume dei processi di modernizzazione si è alimentato a molteplici sorgenti: grandi scoperte nel campo delle scienza, l'industrializzazione della produzione, epocali cambiamenti demografici, il diffondersi di nuovi sistemi di comunicazione, la nascita degli Stati nazione e delle rispettive burocrazie, non per ultimo il trionfo di un'economia di mercato che ha finito per prevalere su ogni forma concorrente. Questi e consimili processi, anche se hanno caratterizzato in particolare l'Occidente europeo e nordamericano, hanno finito nel corso del Novecento per imporsi anche agli altri paesi, condizionandone in modo profondo tradizioni culturali e vita religiosa.
Al pari di altri fondamentali ambiti disciplinari, la cultura architettonica odierna è esposta al rischio della progressiva perdita di memoria storica, e della mancanza di comprensione dei fenomeni. Questo volume intende essere una approfondita riflessione di una disciplina che ha sempre più un ruolo di primo piano nella società. Marco Biraghi ripensa la storia dell'architettura contemporanea non solo per aggiornarla rispetto alle altre opere di questo genere - inevitabilmente invecchiate dal punto di vista del metodo oltre che cronologico - ma sopratutto per leggere i molteplici aspetti che caratterizzano il secondo dopoguerra, rispettandone la complessità, e ponendo la materia sotto una precisa angolazione critica.
All'interno dell'universo della matematica sembrano esserci infiniti temi, suggestioni, letture che, prendendo le mosse dagli studi specialistici, invadono e permeano ogni campo del sapere umano. Il libro è un'opera che getta una luce nuova sui rapporti, antichi e moderni, tra la scienza dei numeri e le altre forme di cultura. Claudio Barrocci e Piergiorgio Odifreddi, due matematici da sempre aperti al confronto interdisciplinare, curano questa "Grande Opera" in quattro volumi con il contributo di un comitato scientifico di prima grandezza e composta con i saggi di quasi cento autori provenienti da tutto il mondo. Il primo volume ripercorre in circa 30 saggi la storia di altrettanti centri di cultura dai quali si è irradiata nel mondo la conoscenza matematica, da Babilonia ed Atene a Oxford e a Princeton.
Il dizionario affianca alle voci storiche (su personaggi maggiori e minori, momenti politicamente e militarmente decisivi, istituzioni politiche ed economico-sociali, centri di cultura e di propaganda, periodici, entità diplomatiche) voci sociologiche e antropologiche per studiare i concetti chiave, i simboli liturgici, gli slogan, le pratiche diffuse, la mentalità del fascismo. Il volume, già parte della collezione "Grandi opere", è ora riproposto in edizione più economica e accessibile.
Il dizionario affianca alle voci storiche (su personaggi maggiori e minori, momenti politicamente e militarmente decisivi, istituzioni politiche ed economico-sociali, centri di cultura e di propaganda, periodici, entità diplomatiche) voci sociologiche e antropologiche per studiare i concetti chiave, i simboli liturgici, gli slogan, le pratiche diffuse, la mentalità del fascismo.