In questo libro Jonas prende posizione sui grandi temi che l'hanno occupato nella sua lunga vita di studioso. Ciò che si trova sparso nelle sue diverse opere, viene qui riunito per la prima volta: la sua filosofia giovanile, e quella della maturità, le sue ricerche sullo gnosticismo e quelle sulla filosofia della natura e della responsabilità. A collegare il tutto sono il concetto di filosofia e il linguaggio accessibile a tutti.
In questo breve trattato di introduzione all'etica, l'autore mette a confronto i diversi problemi che deve affrontare chi si occupa e scrive di filosofia morale, e arriva a offrire una stimolante alternativa ai numerosi testi che, nonostante l'intento di sistematicità, paiono disperdere sotto la mole delle informazioni i veri nodi cruciali di una materia così difficile da definire e circoscrivere. Per ottenere il suo scopo, l'autore spiega e analizza la più diffuse posizioni etiche, valutandone la coerenza prima di passare a esplorare la natura del concetto di "bontà" in relazione al principio di responsabilità, alla libertà di scelta, ai ruoli, agli standard, alla natura umana.
Il volume contiene gli scritti che, nelle intenzioni dell'autore, avrebbero dovuto costituire due libri distinti. Nel rispetto più scrupoloso delle strutture che Pareyson intendeva conferire a ciascuno, essi confluiscono ora in questa "Ontologia della libertà", una sorta di 'opus maius' dei suoi ultimi anni di lavoro. Nel grande solco della filosofia moderna, emerge la matrice esistenzialistica del pensiero di Pareyson, "che potrebbe anche essere interpretato come la versione italiana di quella filosofia dell'esistenza che egli fissava nelle quattro grandi figure di Jaspers, Heidegger, Marcel e Berdjiaev, o anche come uno sviluppo veramente originale di essa".
Le domande che l'undicenne Nora K. rivolge a Vittorio Hosle riguardano i grandi interrogativi della vita umana. Il filosofo le risponde cercando di condurre la giovane amica attraverso il labirinto del pensiero filosofico. Insieme i due inventano un caffè in cui pensatori da Platone a Hans Jonas, discutono su Dio, il mondo, l'esistenza. Il risultato del loro scambio epistolare è una introduzione alla filosofia, indirizzata sia ai ragazzi che agli adulti.
Raramente la filosofia si è preoccupata di descrivere le forme disparate delle immagini, di approfondirne i fondamenti, inseparabili dalle speculazioni teologiche, di valutarne le funzioni complesse rispetto al mondo della conoscenza o dell'azione, Nel momento in cui la civiltà delle immagini pone inediti problemi epistemologici ed etici, questo saggio del filosofo Wunenburger si propone di raccogliere i materiali e i riferimenti indispensabili a pensare culturalmente il mondo delle immagini che avvolge sempre di più la nostra vita.
Non l'ordinata esposizione di un sistema, ma piuttosto un "psico-ritratto"; l'esperienza personale di un direttore di coscienza che si sforza di essere "contemporaneamente presente a sé e agli altri" e che, pur cercando l'unione mistica, non si sottrae alle responsabilità della vita quotidiana.
La filosofia deve tornare all'impegno. Si tratta di un impegno più esigente di qualsiasi rivoluzione, capace di trasformare ogni individuo non in un ottenebrante "noi" (foriero di verità parziali quanto pericolose), ma in un "tu" per l'altro. L'etica del tu è dunque ancora una volta, per Flores, un'etica senza fede ma basata sull'in-certezza della verità che, sola, può sottrarre l'individuo alla narcosi della Verità-una. Entro questa prospettiva di ricerca, in cui la battaglia etica si traduce in lotta per salvaguardare di volta in volta i diritti dell'individuo, si collocano i saggi dell'autore sulla libertà e sulle virtù di una nuova cittadinanza politica che restituisca alla democrazia un valore non formale ma sostantivo.
Una perlustrazione di uno dei periodi più oscuri, grevi e avari di capolavori dell'arte tedesca ed europea. Le caratteristiche stesse di quella polverosa produzione drammatica sono però altrettanti elementi che rispondono idealmente allo sguardo indagatore di Benjamin: infatti, il vero oggetto del libro è la stessa ideologia e principio ispiratore dell'arte contemporanea dei primi decenni del secolo, che proprio dall'impulso di contestazione dell'armonia classicista e della compostezza formale dell'opera d'arte traeva la propria fonte di ispirazione.