Il dibattito sui beni culturali e paesaggistici nel nostro Paese alterna spesso retorica d'occasione e pressappochismo a chiacchiere salottiere e polemiche tra schieramenti contrapposti, tanto violente nei toni quanto sterili nei contenuti. Permane una visione elitaria della cultura che di fatto priva i cittadini del "loro" patrimonio culturale. Come precisa il ministro Dario Franceschini nella sua prefazione, è necessario "superare contrapposizioni dogmatiche che sono figlie di una visione ideologica e poco hanno a che vedere con la complessità della realtà: conservazione contro valorizzazione, cultura contro turismo, pubblico contro privato". Giuliano Volpe, con questo "manifesto", offre idee e proposte innovative a tutto campo: dall'affermazione di una concezione distica del patrimonio culturale e del paesaggio alla formazione dei giovani professionisti, dalla comunicazione alla gestione. L'autore propone pertanto una "alleanza degli innovatori", dovunque essi siano, prescindendo dalle appartenenze e dalle afferenze. C'è certamente bisogno urgente di risorse adeguate e dell'immissione di nuovo personale qualificato. Ma serve soprattutto una grande volontà di cambiamento: l'Italia non può più continuare a cullarsi sugli allori del passato, confondendo conservazione con conservatorismo. Deve, al contrario, saper innovare una gloriosa tradizione e affrontare le sfide del nuovo millennio.
Il volume è il catalogo della mostra di Roma (Palazzo Altemps, 18 aprile - 7 settembre 2014). La mostra, promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e curata da Filippo Coarelli, si tiene in occasione del quinto centenario della scoperta di 10 tra le sculture che componevano il cosiddetto Piccolo Donario Pergameno, e ora esposte per la prima volta insieme. Il complesso scultoreo riproduceva parte del più articolato ex voto per le vittorie ottenute da Attalo I (269 a.C. - 197 a.C.), la cui versione originale in bronzo si trovava sull'Acropoli di Atene. A differenza delle copie romane giunte a noi, in questo caso erano rappresentate non solo le immagini dei vinti, i galati, ma anche quelle dei vincitori con scene mitologiche della Gigantomachia, della Amazzonomachia, della Medomachia e della Galatomachia.
Pompei, con oltre due milioni di visitatori all'anno, è uno dei più importanti siti archeologici italiani. La mostra "Storie da un'eruzione. Pompei Ercolano Oplontis" al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è l'occasione per osservare in anteprima i ritrovamenti delle più recenti campagne di scavo. Gli studi e l'apparato iconografico riportano l'antichità a una dimensione umana, con la ricostruzione delle "storie" degli individui travolti dall'eruzione. Il volume è la guida alla mostra omonima (Napoli, Museo Archeologico Nazionale, 20 marzo - 31 agosto 2003; Bruxelles, Museés Royaux d'Art et d'Histoire, 8 ottobre 2003 - 8 febbraio 2004).
Il volume è il catalogo della mostra di Aquileia (5 luglio - 3 novembre 2013). Il percorso espositivo si snoda tra Palazzo Meizlik, la Basilica e il Museo Archeologico Nazionale e si articola in sezioni che approfondiscono con oltre 200 preziosi reperti la vita pubblica e privata di Aquileia nel IV secolo e testimoniano la nuova fase monumentale della città, legata al suo nuovo ruolo politico e amministrativo, punto nodale delle vie tra Oriente e occidente.
Il volume, dalla raffinata veste grafica, guida alla scoperta dell'area archeologica centrale di Roma, attraverso testi continui descrittivi chiari e accattivanti cui si accompagnano vere e proprie analisi d'opera dei monumenti principali e dei capolavori dell'arte antica custoditi nei musei. Godibile anche la lettura degli approfondimenti sugli aspetti più affascinanti della storia e della civiltà romane, dell'antiquaria, delle campagne di scavo, della fortuna letteraria che costellano l'itinerario di visita. Il percorso si avvia dal Foro Romano, un sito assai complesso dove coesistono costruzioni di epoche molto diverse dall'età arcaica all'Alto Medioevo, verso il Palatino, luogo mitico della fondazione della città da parte di Romolo con le sue case dipinte (dei Grifi, di Augusto e di Livia, l'Aula Isiaca) e le fastose dimore dei Cesari affacciate sul Circo Massimo. Grande rilievo è destinato al Campidoglio, sede dei Musei Capitolini, i più antichi musei del mondo di cui si visitano le sale storiche e i più recenti ampliamenti per apprezzarne i capolavori di scultura antica. Si attraversano anche i Fori Imperiali, descritti in ogni loro parte prima di approdare al Museo allestito nei Mercati di Traiano dove sono custoditi i reperti lì rinvenuti in scavi antichi e moderni. Non poteva mancare un'attenta disamina del monumento simbolo di Roma, il Colosseo, per il quale si attende una nuova stagione di restauri, e dei monumenti che lo circondano nella valle...
Il volume si apre con un saggio generale di uno dei più autorevoli storici della romanità, Andrea Giardina, che ridisegna un ritratto efficace del "principe rosso" attraverso un¿originale interpretazione delle fonti antiche e la discussione critica della sua fortuna "nera".
Marisa Ranieri Panetta narra della morte dell'imperatore attraverso le sue ultime parole famose, mentre alcuni studiosi tracciano la leggenda postuma del personaggio nelle arti figurative (Giacomo Agosti affrontando la pittura accademica dell'Ottocento italiano che ne immortalò le vicende più truci, Jerzy Miziolek analizzando i capolavori pompier del polacco Siemiradzki come Le torce di Nerone sulla persecuzione dei cristiani) e nel cinema (Giuseppe Pucci).
Più prettamente archeologica è l'indagine di Clementina Panella che racconta, attraverso i dati di scavo, il giorno più lungo della storia, quello del terribile incendio che devastò Roma per il quale Nerone è ricordato. Da contributi di diversi specialisti (Viscogliosi, von Hesberg, Tomei, Beste, Filippi) egli emerge come "grande costruttore" grazie alla progettazione e alla realizzazione di una delle dimore più spettacolari dell'antichità, l'immensa Domus Aurea (che si estendeva dal Palatino all'Oppio) restituita filologicamente nelle sue architetture scenografiche, tra giardini lussureggianti, come nelle preziose decorazioni attraverso inedite immagini di realtà virtuale esito di lunghi anni di ricerche.
A Matteo Cadario è affidato il saggio sulla propaganda ideologica in età neroniana attraverso l'approfondito esame delle sculture che restituirono l'immagine di un uomo, delle celebri donne della sua vita e di un epoca mentre di Irene Bragantini è un filo rosso sulla pittura.
Nerone, come molti sanno, volle proporsi anche come abile performer, artista e comunicatore: di qui lo stretto rapporto con gli spettacoli affrontato da Rossella Rea quale strumento del consenso e con i maggiori poeti, filosofi e scrittori del tempo - dall'amato e odiato precettore Seneca a Lucano e Petronio - come si evince dal denso scritto di Emanuele Berti.
Di grande suggestione il corredo iconografico che alle più rare testimonianze antiche di un imperatore "dannato", molte delle quali per la prima volta raccolte in una mostra, accosta una nutrita serie di dipinti e sculture moderne che hanno fatto la sua fama.
L'etruscologia può essere considerata una delle più precoci forme di "memoria" dell'antico. Il recupreo di testimonianze relative alla cultura etrusca è infatti un fenomeno che si avvia già in epoca romana e giunge a rappresentare un filo ininterrotto sino al mondo medievale e a quello moderno. La struttura del volume è quella di un dizionario. opo una prima parte che illustra argomenti legati alla ricerca e fornisce le coordinate di riferimento prima di immergersi nel pieno della disciplina, i lemmi sono raccolti in capitoli che presentano la cultura etrusca analizzandone personaggi, istituzioni, divinità e aspetti della vita quotidiana. il volume, riccamente illustrato, si ciude con apparati che sistematizzano le informazioni su cronologia e musei, e con una una breve bibliografia di riferimento sui diversi settori.
Quella degli etruschi è una civiltà antica che più di altre ha sempre esercitato un particolare fascino per tutti coloro che le si sono avvicinati. Le mostre sono lo strumento più efficace per informare e documentare le rievocazoni delle civiltà del passato. Protagonisti dell'esposizione sono i grandi centri costieri del Lazio settentrionale che ebbero un ruolo di primo piano non solo nella storia dell'Italia antica, ma dell'intero Mediterraneo in epoca preromana. Il libro contiene le testimonianze dell'architettura del tempio di Apollo di Veio, come anche gli esempi dell'architettura funeraria di Cerveteri o gli affreschi delle celebri tombe dipinte di Tarquinia o ancora le sculture di Vulci.
Certamente la più evoluta tra le prime civiltà antiche, l'Egitto è forse anche quella più nota e presente nel nostro immaginario attraverso mummie, sfingi e piramidi cariche di mistero. Il dizionario riunisce oltre 350 immagini intorno alle quali si organizzano testi sintetici e una completa documentazione storica. Tutti gli aspetti del vivere degli egizi dell'Antico, Medio e Nuovo Regno sono presentati nel volume, per offrire una visione a trecentosessanta gradi di una civiltà che ha posto le basi dell'evoluzione di tutti i popoli del bacino mediterraneo. I testi sono a cura di due archeologi, che hanno selezionato l'iconografia, in modo da affiancare ai grandi capolavori dell'arte e dell'architettura anche pezzi meno noti ma altrettanto importanti.