"Vite segrete dei grandi artisti" narra le vicende meno note dietro le quinte dell'arte, con aneddoti curiosi e a volte scandalosi sui grandi maestri di tutti i tempi, da Leonardo (accusato di sodomia), a Caravaggio (colpevole di omicidio), a Edward Hopper (violento nei confronti della moglie). Scoprirete che Michelangelo emanava un odore così disgustoso che i suoi assistenti non sopportavano di lavorare accanto a lui, che Vincent van Gogh ogni tanto mangiava il colore direttamente dal tubetto e che Georgia O'Keeffe amava dipingere senza veli. Una lezione di storia dell'arte che non dimenticherete facilmente!
Il volume ha l'ambizione di andare oltre la restituzione del corredo iconografico indicato - o almeno approvato - dall'autrice in vita, implementato e arricchito di una didascalizzazione che oltre le specifiche archeologiche renda ragione dell'ispirazione e dei ragionamenti della scrittrice a partire dai documenti e dalle testimonianze dell'antichità ma anche in colloquio con i contemporanei, prima fra tutte la traduttrice e amica Lidia Storoni Mazzolani, attraverso nuove riflessioni sul loro epistolario. Una sezione dell'opera sarà dedicata inoltre all'"invenzione di una vita", alla "passione" italiana della Yourcenar rivelata dai suoi numerosi viaggi e dalle affinità elettive con alcuni amici italiani ed evocata da una documentazione talora inedita (oggetti personali, fotografie, lettere ecc.) mentre saranno approfondite anche la genesi letteraria e la fortuna editoriale del romanzo fino alle più recenti trasposizioni teatrali. Arricchito da contributi scritti ad hoc dai più autorevoli membri della Sociéte Internationale d'Études Yourcenariennes.
Venti anni di studi necessari per l'esame critico dei materiali e il loro riordino, i lavori di restauro sull'immenso patrimonio artistico, non ultimo il recupero dell'edificio deputato a ospitarli: questo è il nuovo Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo alle Terme. A un secolo dalla sua istituzione, ha assunto un assetto organico con il compito di rappresentare attraverso documenti originali la formazione e lo sviluppo di Roma antica in tutti i suoi aspetti: cultura artistica, ordinamento pubblico e privato, religione, economia, urbanistica e forme di insediamento extraurbano, monetazione. Il volume, fedele all'organizzazione dell'area espositiva, esplora le opere esposte, in primis quelle prodotte tra la fine dell'età repubblicana e la tarda età imperiale; successivamente la numismatica e l'oreficeria, con una particolare attenzione alle arti figurative che intendono illustrare anche il contesto politico ed economico di riferimento e la sua evoluzione storica.
In occasione del cinquantesimo anniversario della nascita dell'Istituto Giapponese di Cultura di Roma, Japan Foundation, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Museo d'arte moderna di Kyoto organizzano, per la prima volta in Italia, un'ampia mostra dedicata all'arte giapponese del Novecento, un periodo ancora poco esplorato di intense trasformazioni che va dalla restaurazione dell'Imperatore Meiji nel 1868 alla fine della seconda guerra mondiale. La mostra comprende complessivamente 111 dipinti e 59 opere d'arte decorativa provenienti dai più importanti musei e collezioni private giapponesi.
Flavio Caroli - invece di compilare una semplice cronistoria degli avvenimenti artistici degli ultimi due sècoli - racconta, attraverso le opere, i cambiamenti e le rivoluzioni, mettendo in luce i continui rapporti con la tradizione pittorica del passato. L'analisi, che inizia con il Romanticismo visto come punto di rottura con le convenzioni della spazialità "classica", si evolve in quattordici capitoli, ognuno dei quali prende in esame una delle tendenze della pittura contemporanea, in sintonia con le ricerche dell'uomo sui fondamentali quesiti dell'esistenza. Il "concetto di "avanguardia", che ha origini sociologiche più che strettamente estetiche, è messo tra parentesi e l'arte contemporanea viene vista come un prisma in cui ogni faccia si identifica con le risposte primarie che i grandi artisti hanno saputo dare a un mondo che evolvendosi tecnologicamente ha moltiplicato, anziché cancellare, enigmi e interrogativi sui quesiti della conoscenza.
Un libro che abbraccia 3000 opere d'arte e migliaia di anni di storia, dalle grotte di Lascaux fino ai più recenti interventi di arte contemporanea. Un lavoro che ha richiesto dieci anni di lavorazione e un team di specialisti che hanno dato vita alla più vasta collezione ideale per amante dell'arte. Questo volume è suddiviso in 25 gallerie e 450 sale; ogni stanza è organizzata secondo diverse esposizioni tematiche su argomenti specifici che contengono ognuna pezzi tra dipinti, sculture, affreschi, arazzi, tessuti, fotografie, incisioni, installazioni, performance, video e stampe che narrano l'intero svolgimento della storia dell'arte. È l'unico museo a poter ospitare in un sol luogo accanto alla "Monna Lisa" di Leonardo la collezione dei ritratti di Rembrandt, "Las Meninas" di Velázquez e "Guernica" di Picasso, le porcellane cinesi e le incisioni di Hokusai, i manufatti aurei del Perù e le opere di Jackson Pollock.
Dopo il primo lungo viaggio in Italia, tra il 1901 e il 1902, Paul Klee ritornò più volte nel nostro paese: in Sicilia nel 1924 e nel 1931, all'isola d'Elba nel 1926, a Viareggio nel 1930 e, infine, nel 1932 a Venezia. Durante questi viaggi visitò anche Milano, Genova, Padova, Firenze, Ravenna, Pisa, l'amata Napoli. Ogni città fu di ispirazione per nuovi spunti di studio e in alcuni casi determinarono anche svolte stilistiche, come la fase pointilliste suggeritagli dalla visione dei mosaici bizantini di Ravenna. Ideati direttamente sul posto o creati al rientro in Germania, i "lavori italiani" sono una settantina e si presentano ora in termini astratti ed evocativi, ora di topografica esattezza. Molte di più, tuttavia, sono le opere di Klee nate sotto la spinta delle impressioni, delle riflessioni e dei ricordi suscitati dalla natura e dalla storia italiana. Quattro sono i punti che riassumono l'Italia nella visione di Klee: natura, architettura, classicità e musica, ossia le fonti della sua arte, le basi dei processi creativi e degli sviluppi propriamente tematici della sua opera. Il catalogo presenta le circa 70 opere in mostra, molte immagini di confronto, una selezione di documenti fra cui alcune lettere che Paul Klee scrisse alla moglie dall'Italia, in parte qui tradotte per la prima volta. Chiude una selezione di testi critici a firma di Argan, Ponente e Zahn a conferma delle fortuna critica dell'artista.
La scultura italiana negli anni trenta vive una stagione di grande fermento, sia per la ricerca formale, che in alcuni casi ancora indugia sugli apporti delle varie Secessioni e quindi dello stile decò, sia per l'idealità che la orienta verso un ritorno alla classicità di tradizione, mediata spesso dalla conoscenza approfondita dei grandi scultori classici francesi, da Rodin a Maillol a Bourdelle, ma sostanzialmente impostata sul recupero dell'antico. L'aspetto monumentale della scultura di questo periodo, sicuramente il più interessante dal punto di vista dell'innovazione, non è il focus di questo studio, che invece vuole osservare, attraverso una selezione di opere e di artisti che è sicuramente parziale, derivando dalle collezioni precostituite della Galleria nazionale d'arte moderna, uno spaccato artistico di grande suggestione, ricomponendo per una volta, forse la prima nella storia della Galleria stessa, un insieme di opere di artisti in gran parte dimenticati, che negli anni trenta hanno trovato spunti e suggestioni dalla tradizione italiana e italica anzi, facendone spesso la ragione prima del loro operare artistico.
Ritratti individuali, di gruppo, autoritratti, ritratti doppi, ritratti persino di animali: sono infinite le varianti di un genere artistico diffuso in ogni epoca e in ogni cultura e non ancora estintosi nel mondo contemporaneo. Non solo strumento di propaganda e di potere, il ritratto ha rappresentato anche un oggetto di documentazione, senza contare il suo importante ruolo nell'arte religiosa, in quella funeraria e nel collezionismo. Dai miti sull'origine ai molteplici usi e funzioni, passando per i diversi tipi e i soggetti, l'autrice ci svela i significati di ogni tipologia di ritratto, proponendo, accanto agli immancabili classici, un'iconografia piuttosto inconsueta e di grande suggestione.
Curata da Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli, l'esposizione si articola in sette sezioni, che documentano il percorso artistico del XVI secolo, attraverso il passaggio dall'alto e superbo magistero dell'arte del primo Rinascimento, ancora sostanziato dalla cultura umanistica, ad un'arte fortemente condizionata da una nuova e coinvolgente spiritualità religiosa. Vengono esposti capolavori di Raffaello, quali l'"Autoritratto" o il "Ritratto di Fedra Inghirami" - entrambi prestati eccezionalmente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze - di Michelangelo, come l'"Apollo-Davide", proveniente dal Museo Nazionale del Bargello, o la "Pietà per Vittoria Colonna", da Boston di cui la Fondazione Roma ha adottato il restauro - di Sebastiano del Piombo, quale il "Ritratto di donna" della Harewood House di Leeds, e di molti altri artisti, tra cui Perin del Vaga e Francesco Salviati. Sono presenti anche apparati didattici e integrativi del tutto inediti, quali la ricostruzione tridimensionale della Cappella Sistina e della Loggia di Psiche di Raffaello.
Esposta in anteprima mondiale, la mostra "A Oriente. Città, uomini e dei sulle vie della seta" (a cura dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente, con la cura scientifica di Gherardo Gnoli, Pierfrancesco Callieri e Francesco D'Arelli) metterà in scena, sulla traccia di una mappa cinese di oltre 30 metri, risalente all'inizio del XVI secolo e rinvenuta recentemente in Giappone, la sovrapposizione di culture e religioni lungo le Vie della Seta, grazie allo scenografico allestimento di Studio Azzurro. Quasi come lo svolgimento di un rotolo, il percorso porterà il visitatore a percorrere un affascinante ed interminabile viaggio, illustrato con materiali virtuali e con una selezione di importanti manufatti di varia tipologia, attraverso le Città che più animarono la via dal Mare Nostrum a Pechino, tra il II secolo a.C. e il XIV secolo d.C. Il catalogo, arricchito da numerosi particolari della mappa e di interventi da specialisti del settore, si pone come un quaderno da viaggio alternativo che accompagnerà il visitatore nel suo percorso.