Dalla Chiesa "società dei veri cristiani" alla Chiesa "comunione", molta strada è stata fatta. O meglio, si è tornati alla Tradizione che significa "restare sé stessi, ma sviluppandosi continuamente. La Chiesa è sempre stata in costante evoluzione". Luigi Bettazzi, l'unico vescovo italiano presente al Concilio Vaticano II oggi vivente, racconta la "sua" Chiesa, frutto di un'esperienza lunga (quasi) un secolo: non una cittadella che si sente assediata dal mondo e dai "laici", bensì una comunità impegnata ad annunciare la vicinanza di Dio a tutte le donne e gli uomini, in particolare i più dimenticati e soli. Le figure di Giovanni XXIII, del cardinal Lercaro, di Helder Câmara, di Francesco, scorrono davanti agli occhi del lettore raccontate da Bettazzi che ben conosce e ha conosciuto quei pastori "con l'odore delle pecore". Insieme a questi esempi la Chiesa può operare un nuovo ritorno alla Tradizione: "Il punto di partenza è la priorità del "popolo di Dio", depositario dei doni dello Spirito, di cui la gerarchia, a tutti i livelli, è al servizio". "Un tempo pareva che compito della Chiesa fosse garantire la propria vita, struttura e libertà. Ci si è resi conto invece che la Chiesa deve farsi voce di quanti non hanno voce e deve promuovere i diritti di chi si sente emarginato."
Profondo e articolato saggio teologico su cosa deve essere la missione cristiana nell'era attuale. La categoria di "dialogo profetico" unisce due poli spesso messi in contrapposizione e che invece gli autori, grazie a lunghi studi, lavoro sul campo e confronto con diverse realtà, uniscono: il dialogo (con le religioni, con la cultura, con la società) è costitutivo della missione, così come lo è la profezia, ovvero la testimonianza del Regno di Dio nella storia.
Il racconto semiserio di una tranche di vita di una donna che insegue una forma di vita urbana fuori dagli schemi: dove sia più importante "essere-con" che avere; dove saper trovare la bellezza a un passo dalla monnezza; dove scovare perle di saggezza metropolitana sul bus come in condominio. Nella "città da condividere" l'autrice ha scopertola sua "vocazione", visto che non si erano aperte per lei le porte del monastero (era un 1° di aprile!).
"Se avessi detto, voluto dire o creduto quello cheloro mi attribuiscono, sarei davvero un eretico. Manon l'ho fatto". Così si esprime in queste pagine Jacques Dupuis, il gesuita e teologo famoso per la sua pionieristica "teologia del pluralismo religioso". Una posizione che, a cavallo dell'anno 2000, gli costò le critiche e l'indagine della Congregazione per la dottrina della fede, presieduta dall'allora cardinal Joseph Ratzinger. Per la prima volta viene qui presentata al lettore l'autodifesa di Dupuis - molto stimato nella Compagnia di Gesù - di fronte all'ex Sant'Uffizio: un'apologia di sé e del proprio lavoro di ricercatore, che Dupuis considerò sempre e solo "cattolico", nel senso di "universale".
Padre Vincenzo Barbieri (1931-2010) fu missionario fino all'ultimo giorno della sua vita, ma a modo suo: nel 1965 a Milano fondò COOPI, una delle prime associazioni italiane di laici volontari per l'Africa e per l'America Latina, rimanendovi impegnato fino alla fine. Pochi lo sanno, ma è stato uno dei "padri" della cooperazione italiana. Uomo instancabile e "burbero benefico", non si accontentò di gestire la sua Ong, ma ha continuato a spendersi in prima persona nel contatto con i bisognosi, nelle attività di sensibilizzazione e di raccolta fondi, nella lotta per la giustizia. "Ho incontrato questa realtà di laici che partivano, e anch'io sono andato dove soffiava il vento" padre Vincenzo Barbieri.
SLA. Serve Lottare Ancora. Un altro significato, ma anche un diverso modo di affrontare la sigla che tutti conosciamo come Sclerosi Laterale Amiotrofica. Questa la malattia che nel 2011 ha colpito Antonio Spreafico, marito e padre, architetto, volontario, credente. La disperazione sorta nei primi tempi, il dubbio di "farla finita" in qualche clinica svizzera deputata alla "dolce morte"; poi il lento, cosciente e tenace inseguimento a ritroso di una vita e del suo senso profondo fatto di sguardi, abbracci, doni, impegni, volti, passioni e tanta umanità condivisa. La SLA ha messo in moto questo, e tanto altro, nel cuore e nei giorni di Antonio il quale, attanagliato da una malattia che non ha guarigione, scopre e qui racconta una nuova prospettiva del vivere. Le pagine di Spreafico brillano di un'autoironia curiosa e affascinante, spiccano per una scrittura limpida e coinvolgente, ci portano dentro un dolore umano che diventa lente di ingrandimento per l'esistenza di ciascuno: per cosa vivere? Che cosa resterà di noi? Cosa davvero vale? Sono queste le domande che Spreafico ci suggerisce con indomita speranza, mentre lui è bloccato nell'immobilità di un letto, lucido osservatorio sulle faccende umane di tutti noi. Solo chi ha attraversato la notte oscura della sofferenza può dirci e darci rinnovate motivazioni per i nostri giorni.
Davvero la Bibbia predica il predominio incontrollato dell'uomo sulla natura? Se rileggiamo la Scrittura scopriamo che Dio affida il cosmo all'uomo e alla donna perché si fida di loro. Essi diventano responsabili dei doni ricevuti. Questo fidarsi reciproco diventa la base su cui fondare una ricomprensione intellettualmente onesta della relazione tra genere umano e ambiente. Nessun rapporto di forza e nessuna chiusura egocentrica: la vocazione di ogni persona è far fruttare i beni condivisi. Un Giardiniere, un giardino, due custodi. Dio crea, l'umanità è invitata a custodire. La terra porta frutto. E il creato diventa salvato...
Natale è la festa della vita e della luce, ma non va celebrato in maniera sdolcinata né tantomeno consumista. In questa ricorrenza si manifesta l'annuncio più radicale del cristianesimo: Dio si fa carne, creatura, bambino, per salvare l'umanità tutta dal peccato. E di fronte a tale verità - scrive Jorge Mario Bergoglio - "non possiamo restare inamidati o rigidi". Bisogna destarsi da ogni torpore per cercare insieme, come comunità, la gloria di Dio. Ammirare il Bambino accompagnati dalle parole di papa Francesco significa riscoprire alcune parole antiche ma sempre nuove, valori che costituiscono l'ossatura della fede cristiana secondo la spiritualità ignaziana: silenzio, carità, fortezza, martirio... Dimensioni che possono impreziosire il tempo che ci porta ad incontrare il Bambino di Betlemme nutriti dalla fede di un'Attesa: "Il Signore è vicino. Il Signore verrà. Il Signore è buono e starà fra noi". Queste meditazioni di Bergoglio ci fanno cogliere lo spirito del Natale in un'accezione nuova, con la richiesta di un coraggio rinnovato e di una fede adulta. "Nel contemplare il presepe la grazia che ci verrà donata sarà la voglia di essere buoni" (J.M. Bergoglio - Francesco)
Lo sapevate che le migliori esperienze europee nei servizi della raccolta differenziata sono italiane? Lo sapevate che sono tutte gestite da società e consorzi pubblici? E che un'Italia che a fatica raggiunge il 40% di raccolta differenziata brillano esperienze di gestioni oculate, di servizi di eccellenza, con livelli di differenziata elevatissimi, bilanci in utile e tariffe eque? Due protagonisti dell'Associazione Comuni Virtuosi ci mostrano, anzi dimostrano - dati ed esperienze alla mano - che davvero i rifiuti sono una risorsa. E che la gestione pubblica, non dovendo portare a casa utili per gli azionisti, è la più idonea. Non soltanto per i rifiuti, ma per l'acqua e gli altri servizi. Privato è meglio? Andate a verificare e scoprirete l'esatto contrario.
A conclusione di un dibattito fra lavoratori rurali, sindacalisti, vescovi e attivisti cattolici e luterani, nasce quel giorno il Movimento dei senza terra (Mst), un'organizzazione "che rivendica l'autonomia da partiti, chiese, stati e governi. E sostiene l'alleanza di classe tra contadini e lavoratori delle città" (Frei Betto). In breve tempo s'imporrà come uno dei più decisivi momenti sociali dell'America Latina e non solo. L'Mst è anime di Via Campesina e la sua consulenza è richiesta ovunque ci siano lotte contadine e riflessioni sul futuro della terra. Oggi il suo leader, João Pedro Stédile è un interlocutore sulle questioni agrarie e ambientali anche per la Santa Sede. Questo libro ci racconta una storia che è anche politica e culturale: le "invasioni" di latifondi, con la costituzione di "accampamenti", disegnano un modello alternativo di società. Una lotta per la dignità e la vita che conta anche un gran numero di martiri. Prefazione di Frei Betto.
Mangiare non è solo ingurgitare alimenti. È anche preparazione, compagnia e racconto. Nelle nostre case, però, la TV e l'improvvisazione restano spesso gli unici ingredienti della cena, ridotta a evento alimentare quando invece è l'unico momento "insieme" della famiglia. Esiste un altro modo di cenare: preparare un risotto con cura, apparecchiare la tavola in modo simpatico, conversare tra figli e genitori narrando di noi. Così il cibo diventa ciò che è: emblema di una relazione e simbolo di un "tu" che arricchisce il nostro vivere. "Una tavola, pane e companatico. La compagnia di casa e dei figli. (Ri)scopriamo il gusto del pasto. Che non è mai solamente cibo?"
"Mi considero un poeta religioso e politico, una categoria pericolosa: quegli uomini che, se individuano un obiettivo, fanno un gran casino e coinvolgono tutti quelli che avvicinano per raggiungere il sogno". Quello di Gino Girolomoni (1946-2012), contadino e mistico, marito e "monaco", è stato ritornare alla terra, rivivere l'affetto per il lavoro agricolo come contatto vivo e vivificante con il creato. Grazie a tale passione, scaturita da un cristianesimo radicale, Girolomoni ha costruito un'esistenza intessuta di opere e incontri: la rinascita di un monastero abbandonato, Montebello, ancor oggi luogo di spirito e silenzio per tanti e tante in ricerca: "Alce Nero" (oggi "Girolomoni"), la prima cooperativa agricola biologica in Italia; i dialoghi con gli amici Guido Ceronetti, Massimo Cacciari, Sergio Quinzio, Vittorio e Rosanna Messori. E, in tempi più recenti, la lotta contro gli Ogm, "la prova vivente che esiste il diavolo". Ermanno Olmi definisce "sacrale" la missione di impegno civile ed ecologico di Girolomoni. Massimo Orlandi ci guida nella conoscenza di un autentico profeta del nostro tempo, capace di ritornare alla terra per trovare il Cielo. Un uomo che chiedeva ai suoi sodali "di smettere di esistere per cominciare a vivere". E che nel cuore portava una certezza antica: "Vedi, amico, il grano è come Gesù Cristo. Non ti tradisce mai". Prefazione di Vandana Shiva.