Uno scrittore spirituale che, nella stessa pagina, cita il Canone della messa e la pop star Madonna, passando per i Rolling Stones e santa Teresa d'Ávila. Questo libro tratteggia una rinnovata immaginazione del cristianesimo per il terzo millennio: «La vita spirituale - scrive Radcliffe - non è un gradevole modo di recuperare la calma al termine di una giornata sovraccarica, l'equivalente religioso di un aperitivo. È immergersi nell'inebriante atmosfera di Dio». L'autore è convinto che «ogni romanzo, poesia, film o quadro che ci apre ai nostri fratelli è un alleato dell'immaginazione sacramentale».
Partendo dall'enciclica Fratelli tutti di papa Francesco, l'Agenda presenta spunti e riflessioni per superare le ombre di un mondo chiuso e conflittuale e rendere possibile lo sviluppo di una comunità mondiale aperta, che viva «l'amicizia sociale» e la pace come condizioni necessarie all'armonia e alla convivenza tra popoli. Curata da un'équipe di missionarie e missionari, l'Agenda riporta i passi salienti e riferimenti principali della Fratelli tutti, i fondamentali riferimenti liturgici del giorno, commenti alla Parola di Dio, le giornate internazionali più significative, un ampio spazio per appunti e una serie di riferimenti culturali - libri, cinema, filosofia, storia - legati ai temi della pace e della fratellanza. Con particolare attenzione alla questione di genere e al dialogo interreligioso e interculturale e ampio spazio per la scrittura e le annotazioni personali.
L'amore al prossimo più vicino, come il coniuge o la moglie, i figli o le colleghe, e quello universale rivolto a tutti, in particolare agli ultimi; un'appartenenza specifica, ovvero una parrocchia e una chiesa locale, ma anche l'apertura «fino ai confini del mondo»; la libertà della propria coscienza e l'adesione a una comunità più grande dell'«io». La fede cristiana è ricca di contraddizioni: si fonda sul paradosso dei paradossi, Dio che si fa uomo. Questi contrasti non si stagliano come ostacoli al pensare e al vivere, ma possono diventare spunti fecondi se vengono vissuti con la libertà di chi fa esperienza dello Spirito di Cristo. In queste pagine Timothy Radcliffe, con la sua sapienza intrisa di conoscenze bibliche e uno sguardo curioso sulla cultura contemporanea, accompagna il lettore dentro e oltre questi paradossi. La profondità del pensiero di Radcliffe è accompagnata dal continuo confronto con la propria vita e con quella degli altri. In questo modo l'autore ci fa verificare la sincera corrispondenza che il Vangelo ha con le aspirazioni e i desideri di ogni persona. Questo libro è un viaggio dentro la tradizione cristiana e lungo la vita umana che riconcilia l'anelito alla libertà con la promessa evangelica: diventare figli di un Padre buono, nella fraternità e nell'apertura agli altri.
Annuncio o dialogo? Troppo spesso il pensiero teologico e la pratica della Chiesa, ad esempio quando si tratta di missione, si sono divise su questa (falsa) alternativa. Come se il dialogare con l'altro fosse cedere qualcosa della propria identità. E, di rimando, l'affermazione esplicita delle verità di fede rappresentasse una superba attestazione di fondamentalismo. Erio Castellucci, oggi vescovo ieri teologo e parroco sempre «in ascolto», come si è definito, ci accompagna in un viaggio della ragione e del cuore per capire che non esiste l'aut aut tra l'annunciare Cristo e il parlare con chiunque in spirito di reciproca attenzione. Gli estremi da evitare sono l'integrismo da una parte e il relativismo dall'altra. Entrambe queste derive non tengono conto della singolarità della vicenda di Gesù, l'uomo-Dio che diventa modello per ogni credente invitato a dare ragione della propria fede, della speranza e della carità che lo anima. In queste pagine - che intessono esegesi, teologia e vita quotidiana - Erio Castellucci ci fa comprendere come il confronto con le altre religioni, con la cultura secolare e la dimensione sociale diventano per tutti i cristiani occasioni propizie per mettere positivamente in circolo la propria adesione ai valori evangelici.
Dentro le contraddizioni dei tempi attuali, la parola di Luis A. Tagle funziona come una bussola che indica la direzione di una piena umanità. In queste pagine l'arcivescovo di Manilaci guida su due binari: una lettura sapiente della parola nella sacra scrittura, e una interpretazione teologica della vita quotidiana, potente comunicazione di Dio. Un incontro con alcuni giovani; una decisione presa come educatore in seminario; il dialogo con i suoi fedeli di Manila; un colloquio casuale durante un viaggio aereo. Prendendo spunto da questi (e altri) fatti, Tagle ci fa intuire che la speranza abita ancora il nostro tempo e che la risurrezione di Cristo è capace di squarciare il male che ci circonda. Sta a noi vedere questa bellezza dentro lo scorrere dei giorni. Grazie a una teologia narrativa che affonda le radici nel pensiero asiatico, il quale predilige le storie ai ragionamenti, Tagle ci conduce a una comprensione feconda della risurrezione di Gesù. Dal mistero di morte e vita del nazareno la Chiesa deve assumere lo stile di servizio e di povertà che l'incarnazione di Dio esige. Solo così i credenti in Cristo potranno testimoniare l'autentica solidarietà con gli ultimi, vera cartina di tornasole di quanti seguono il risorto.
Come pellegrini nel deserto, i cristiani in Occidente attraversano oggi sfide culturali inedite e impervie, capaci di generare veri e propri terremoti morali, sociali e politici. Tom Wright riassume queste sfide in tre scenari: il neognosticismo, il neoimperialismo e la postmodernità. Facendo valere i suoi studi biblici e l'acuto sguardo sull'attualità, mostra lucidamente come riconoscerli responsabili della confusione in cui viviamo. Al contempo indica alcune piste per articolare una risposta autenticamente cristiana. Di fronte all'alienazione della gnosi egli presenta il potente messaggio della nuova creazione in Cristo; agli abusi autoritari dell'imperialismo contrappone una critica che non nega l'autorità ma la orienta alla giustizia; come risposta al sospetto postmoderno testimonia che si può conoscere, dire e fare la verità. Un libro potente e ricco di fascino, portatore di diverse e feconde proposte per il nostro tempo, segnato dall'incertezza.
Fino al XV secolo cristianesimo e islam hanno convissuto nella vasta area dell'Oriente che va dall'odierna Turchia fino ai confini dell'India e della Cina. Una coesistenza che inizialmente non risultò né problematica né violenta, anzi: nei primi secoli dell'era islamica, ad esempio, gli intellettuali cristiani erano consulenti alla corte del califfo di Baghdad; esistevano sedi episcopali negli attuali Yemen e Afghanistan; quattro vescovi amministravano altrettante diocesi in Arabia; nel 1050 l'Asia Minore aveva 373 sedi vescovili. "Fino al 1250 - scrive Jenkins - si poteva pensare a un mondo cristiano che si estendeva a est da Costantinopoli a Samarcanda, e a sud da Alessandria d'Egitto quasi all'equatore". Il cristianesimo non è mai stato una faccenda solo "europea". Fin dai suoi esordi si è segnalato come una religione tricontinentale, fiorente inizialmente in Asia, quindi in espansione in Africa, soprattutto nel Nord, e infine esportata in Europa. Le vicende della storia hanno poi visto un progressivo sgretolamento della presenza cristiana in Medio Oriente, fino alle selvagge persecuzioni attuali dell'Isis. Capire perché qui le chiese rischiano la scomparsa, sgomberare il campo da facili stereotipi, rivalutare una storia perduta, è quanto ci propone questo libro di Philip Jenkins. Un saggio che è il racconto di una civiltà pressoché sconosciuta.