Un telo conservato da mille anni nella cattedrale di Oviedo - un pezzo di stoffa di 84x53 cm su cui si possono osservare macchie di sangue e pieghe e su cui sono state rinvenute tracce di sostanze non percepibili a occhio nudo - sarebbe il sudario che ha ricoperto il volto di Gesù Cristo dopo la deposizione. Ma che cosa c'è di vero, oltre la fede e la leggenda popolare? E, soprattutto, quali legami esistono tra il sudario di Oviedo e la Sindone di Torino?
Anello di congiunzione tra il sacro e il profano, ponte tra l'umano e il divino, il vino racchiude in sé tutta l'ambiguità del sacrificio: necessario e salvifico, ma allo stesso tempo proibito e cruento. Di qui il suo legame con il sangue e con le iniziazioni, elementi da sempre presenti in tutte le religioni. Trait d'union fra Dioniso e Cristo - morti, risorti e poi divinizzati - il "sangue della terra" è parte integrante dell'Eucaristia, un rito che richiama quei sacrifici in cui bere il sangue della vittima permetteva di accedere a uno stato altro. Stato "altro" o forse stato "oltre", con tutto ciò che comporta. Chi incarna meglio di Ulisse la figura di "colui che va oltre"? Non a caso nell'Odissea il vino scorre a fiumi. La "prima sbronza della storia" si deve del resto a un altro grande navigatore: una volta terminato il diluvio, Noè fece il vino e si ubriacò, rivelando cose che avrebbe dovuto tacere. Il libro di Charpentier è un viaggio lungo la storia della bevanda sacra agli dèi, e può essere letto seguendo percorsi interni in cui tutto ritorna. Ritorna Atlantide, i cui re traevano forza dal sangue ancora caldo dei tori appena sacrificati. Ritorna il duplice valore del vino, medicina e maledizione, dono e veleno. E ritorna la coppa del Graal che, in maniera simbolica, racchiude tutto questo, ma che concretamente contiene del vino. O del sangue.
Gustavo Adolfo Rol è una delle figure più enigmatiche del XX secolo e ha alimentato una vera e propria leggenda in virtù delle sue sperimentazioni nel campo del paranormale. Esse scaturiscono, secondo Rol, da un'entità superiore all'uomo, capace di condurlo, attraverso la materia, verso dimensioni sconosciute, o meglio non sfruttate. L'autore ha raccolto in questo volume il resoconto dei molteplici esperimenti condotti dal grande sensitivo torinese e i ricordi degli amici più cari, di chi si è nutrito dei suoi insegnamenti, di chi lo ha frequentato anche solo saltuariamente. In tutte le testimonianze risalta la figura di un uomo intelligente, colto, dallo sguardo magnetico e come compreso del destino a cui lo "condannavano" le sue facoltà mentali.