Una conversazione che è quasi un romanzo, un'autobiografia che sorge in un dialogo con un'interlocutrice sensibile e discreta. Quando Herta Müller parla di sé e delle esperienze che l'hanno formata, sono subito presenti le immagini, i motivi stessi della sua narrativa che il lettore non mancherà di cogliere. E questi accompagnano il racconto di un'infanzia in un villaggio del Banato rumeno, osservato dagli occhi di una bambina che crea per sé fantastici mondi paralleli, prima di approdare al mondo parallelo per eccellenza che è la scrittura. C'è poi la vita nella dittatura di Ceausescu e nella soffocante ombra dei suoi servizi segreti, cui segue l'emigrazione a Berlino Ovest verso la fine degli anni ottanta. Dall'infanzia solitaria nella campagna rumena al premio Nobel nel 2009, "La mia patria era un seme di mela" racconta la parabola di una vita vissuta nella letteratura e in un'inflessibile sincerità delle parole.
Arthur Friedland è un aspirante scrittore disoccupato che decide di riempire il pomeriggio portando i tre figli a una performance del grande Lindemann, Maestro dell'ipnosi. Arthur si dichiara con sprezzo immune e scettico a riguardo di qualsiasi magia. Ma il grande Lindemann sa il fatto suo e quando invita Arthur sul palco, lo porta a confessare in pubblico i suoi segreti più reconditi, intimandolo a trasformarli in realtà. Così, quello stesso giorno, dopo aver abbandonato i tre figli sulla soglia di casa, Arthur svuota il conto in banca della famiglia, prende il passaporto e svanisce per diventare uno scrittore famoso in tutto il mondo. E i ragazzi? Martin, dolorosamente timido, crescendo diventa un prete cattolico. Eric diventa un consulente finanziario di successo. E Ivan sembra destinato alla gloria come pittore. Kehlmann racconta tre fratelli (e un padre assente), tre impostori, ognuno a suo modo, che hanno saputo crearsi un'esistenza quasi normale. Ma quando scoppia l'estate della crisi finanziaria del 2008, gli incubi diventano reali e si spalanca l'abisso pronto a inghiottirli.
Arthur è un orfano accolto da una famiglia benestante. La madre adottiva viene colpita da un fulmine e muore, e lui viene educato in un collegio svizzero di giovani rampolli dove matura l'intenzione di farsi prete. Arthur racconta, ma sarà tutto vero? Narra che ha studiato teologia, ma ha preso solo gli ordini minori; la nuova matrigna gli ha rubato l'eredità paterna e, un po' per necessità un po' per antica passione, lui si è ritrovato a fare l'illusionista in un bar di infima categoria e il baro in un retrobottega. A quel punto ha capito qual è la sua reale vocazione, si è reso conto di essere un mago e ha cominciato a frequentare Jan van Rode, il più geniale incantatore in circolazione, che gli ha insegnato tutti i suoi trucchi, ed è diventato a sua volta uno dei più famosi e meglio pagati illusionisti del mondo. Improvvisamente, durante uno show, il suo mondo è crollato e Arthur ha deciso di ascendere al cielo. Ma è vero, o è solo un altro gioco di prestigio?
Nel 1828, Gauss, matematico, fisico, astronomo, al momento direttore dell'osservatorio di Gottinga, dove vive con la seconda moglie Minna e i figli, viene invitato da Alexander von Humboldt, esploratore, geografo e scienziato, a Berlino, dove si svolge un congresso di scienziati tedeschi. L'incontro fra due delle menti più geniali della Germania illuminista fornisce all'autore l'occasione di narrare le incomparabili vite dei due personaggi, dall'infanzia al 1828 passando per il viaggio e il trattato che hanno fondato la geografia e la matematica moderne. Il ritratto irridente ma appassionato e devoto dell'epoca di massimo splendore della cultura tedesca.
Scritto nell'arco di sessant'anni, iI "Faust" rappresenta uno dei punti più alti della letteratura mondiale di ogni tempo. Ispirata dalla figura storica di un alchimista tedesco vissuto nel XVI secolo, la vicenda è incentrata sullo scellerato patto che un uomo sapientissimo, Faust, stipula con un rappresentante del Diavolo, Mefistofele, al fine di poter accedere ai segreti più arcani del mondo. In vita Mefistofele servirà Faust con le sue arti magiche, per poi ottenerne in punto di morte l'anima e consegnarla alla dannazione eterna. Diverse sono le scene rese immortali dalla penna di Goethe: la seduzione attraverso mille espedienti di Margherita, il sabba delle streghe nella notte di Valpurga, l'Imperatore tedesco alle prese con l'inflazione, la disperata difesa della propria casa di Filemone e Bauci... Nonostante i mille misfatti e l'accordo sottoscritto con il Maligno, nel momento finale Faust verrà salvato grazie alla forza creatrice che muove l'universo: il principio femminile dell'Amore.
Un'email all'indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come in una favola moderna, dopo aver superato l'impaccio iniziale, tra Emmi Rothner - 34 anni, sposa e madre irreprensibile dei due figli del marito - e Leo Leike - psicolinguista reduce dall'ennesimo fallimento sentimentale - si instaura un'amicizia giocosa, segnata dalla complicità e da stoccate di ironia reciproca, e destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di travolgere entrambi. Romanzo d'amore epistolare dell'era Internet, il romanzo descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è, ma lo diventa virtualmente. Un rapporto di questo tipo potrà mai sopravvivere a un vero incontro?
Romanzo epocale, "Il tamburo di latta" compie cinquant'anni e conserva tutta la sua carica provocatoria. In modo umoristico e grottesco, narra la vicenda del protagonista Oskar Matzerath, il tamburino inseparabile dal suo tamburo e con una voce potentissima che manda in frantumi i vetri. Dal manicomio dove è rinchiuso Oskar rievoca la propria storia, indissolubilmente intrecciata alla storia tedesca della prima metà del Novecento. Scorrono così nel fiume del suo racconto immagini memorabili, a partire da fatti leggendari come il concepimento e la nascita della madre sotto le quattro gonne della nonna, passando per la sua venuta al mondo ricca di presagi, fino all'ascesa irresistibile del nazismo e al crollo della Germania. È stato nel giorno del suo terzo compleanno che Oskar, in odio alla famiglia, al padre, alla società ipocrita, ha deciso di non crescere più. Da quell'osservatorio particolare che è la città polacco-tedesca di Danzica e poi da Düsseldorf, grazie alla sua prospettiva anomala di nano, può guardare al mondo degli uomini dal basso e scorgerne così meglio le miserie e gli orrori, mentre la sua deformità si staglia contro la ripugnanza della normalità piccolo-borghese. Con occhi disincantati e spalancati sulla ferocia e violenza del mondo grida una rabbia che non risparmia la viltà e la corruzione di nessuno, neppure le proprie. Di questa pietra miliare della letteratura contemporanea viene ora proposta una nuova traduzione.
Nella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. "L'amico ritrovato" è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna, Germania, Israele, Portogallo. Introduzione di Arthur Koestler.
"Sono convocata. Giovedì alle dieci in punto." Una giovane donna senza nome, in una città rumena, un appuntamento obbligato e temuto con i servizi segreti del regime di Nicolae Ceausescu. Durante il tragitto in tram per presentarsi all'interrogatorio, immagini e figure della vita attraversano la mente della protagonista: l'infanzia in una cittadina di provincia e il desiderio semierotico da lei provato per il padre, il primo matrimonio con un uomo che "non era capace di picchiarmi e perciò si disprezzava", i racconti strazianti del nonno sulla deportazione. E poi la giovane amica Lilli, uccisa da una sentinella alla frontiera con l'Ungheria mentre tentava di fuggire dal paese; e Paul, le sue giornate e le sue notti trascorse fin troppo spesso nell'alcol, ma anche i momenti di felicità vissuti insieme a lui, come bagliori fuggevolmente accesi. Tutto si affaccia alla memoria e si intreccia al presente, agli interrogatori e alle vessazioni, all'angoscia quotidiana e agli stratagemmi con cui il pensiero cerca tenacemente di non soccombere. Con questo romanzo Herta Müller ci offre un'esplorazione toccante e magistrale su come la dittatura arrivi a impadronirsi di ogni fibra dell'umano.
È San Pietroburgo a ispirare e ospitare questi trentatré attimi di felicità sotto forma di altrettanti racconti. Sfila un serissimo carnevale di malavitosi, impiegati, prostitute, turisti, miserabili e milionari, maschere che si alternano e incrociano su un palcoscenico sempre mobile che si tinge di giallo, rosa, nero e rosso. Un microcosmo dove sesso e violenza sembrano spesso gli unici punti di riferimento. Un mondo illuminato da quella felicità che nessuno sembra trovare ma che si trova ovunque.
Transmontania. 5 novembre 1957. Il mondo sta con il naso all'insù, la cagnetta Laika è il primo essere vivente a sfidare la legge di gravità e i russi celebrano la loro temporanea vittoria nella gara per la conquista dello spazio. Ma a Baia luna, nel cuore dei Carpazi, altri, inquietanti fatti accendono gli animi, turbando gli equilibri del piccolo e colorito villaggio. Una catena di eventi inspiegabili, che ha inizio con la misteriosa scomparsa della maestra del paese, continua con il brutale assassinio del parroco e culmina con il furto della statua della Madonna, spinge il giovane Pavel, nipote del rispettato bottegaio e taverniere del paese, a indagare su vicende più grandi di lui. A sedici anni, Pavel si ritrova così proiettato in uno scenario di torbidi intrighi politici, storie di ricatti, festini e foto a luci rosse, che segneranno per sempre la sua esistenza come quella del paese, dagli anni della guerra fredda al fatale 1989. Rolf Bauerdick, giornalista, esperto di cultura rom, racconta una storia complessa, di ampio respiro, portando il lettore in un mondo bizzarro e multietnico, fatto di zingari veggenti e zingarelle impertinenti, sassoni baldanzosi e algidi funzionari di partito, miti di paese e tragedie nazionali. Nell'intreccio delle vicende, i protagonisti evolvono, si trasformano, si rincorrono e si reincrociano in combinazioni solo apparentemente casuali. Con un'arte tutta speciale nel creare aspettativa e una narrazione fisica e plastica, Bauerdick fonde romanzo di formazione, noir, giallo, passando con agilità dal grottesco al tragico, dal comico al patetico, creando una galleria di personaggi destinati a rimanere nel cuore del lettore.