"Che cos'è il perdono se non un po' di tempo in più, un tempo in più per far evaporare la vendetta, un tempo in più perché il male sia sconfitto?" Ma in che lingua si parla questo tempo che deve passare? È davvero possibile immaginare una "scena di perdono senza un linguaggio condiviso", come si è chiesto Jacques Derrida? Bruno Moroncini torna su questo problema, passando il perdono al vaglio della pratica della tradizione, che implica il passaggio da un linguaggio a un altro, e dunque la consegna ad altri di un messaggio di cui si rischia sempre di perder l'essenziale. La traduzione torna a incrociarsi con la tradizione, con la trasmissione dall'uomo all'uomo, per misurarsi con le turbolente e drammatiche istanze del nostro presente. In appendice, "Il secolo e il perdono" di Jacques Derrida.
Don Milani non è solo un esempio o un mito del passato. Altri don Milani, con altri volti e storie, danno vita ogni giorno nei contesti più disparati ai miracoli della scuola pubblica italiana. Il libro nasce da note stese per curiosità e passione tra il 1999 e il 2000 su una scuola media di uno dei quartieri più degradati di Napoli. L'autore raccoglie la voce degli insegnanti e degli allievi, li segue nella loro sfida quotidiana a fare scuola proprio lì, tra i vicoli, nei bassi, dove ogni giorno i maestri di strada lottano contro l'abbandono scolastico, portando avanti progetti impensabili in quella realtà eppure realizzati con tenacia e coraggio. Ne scaturisce un racconto che assume oggi il valore di una denuncia e di una riflessione simbolica.
Questo libro raccoglie una selezione di articoli pubblicati sul tema della giustizia, pensati e scritti in tempo reale, per raccontare le vicende parlamentari che hanno segnato un intenso anno di dibattiti e di confronto a volte molto duro e decisivo per la tenuta del nostro tessuto democratico. Il falso in bilancio e le rogatorie, Previti e Dell'Utri, Cirami e Berlusconi, le riforme della giustizia e le condizioni delle carceri, la convivenza con la mafia e i pianisti del Senato. Ma anche piazza Navona e il Palavobis, piazza san Giovanni e le donne dei girotondi, Nanni Moretti, i nuovi slogan e gli antichi simboli della lotta alla mafia, evocati con la forza dal rimbalzo degli anniversari.