Il testo si compone di tre parti. La prima parte si focalizza sulle origini del Servizio sociale: dove è arrivato e quale storia ha attraversato. Tutto ciò per capirne l'attuale collocazione e ipotizzare scenari futuri. La storia aiuta a relativizzare, contestualizzando, gli avveni-menti dentro a un quadro più complesso, ed è ciò che il Servizio sociale sviluppa nella sua prassi. La seconda e la terza parte vogliono presentare le conoscenze di base per l'esercizio della professione e gli strumenti operativi più importanti. In particolare il testo vuole fornire un riferimento teorico, applicabile a tutti gli strumenti e azioni professionali, rappresentato dal modello psico-sociale, dove il dispositivo mentale del setting aiuta a mettere ordine nelle molteplici variabili che caratterizzano la prassi del Servizio sociale. Il libro è rivolto a studenti, giovani laureati e assistenti sociali che desiderano avvicinarsi, conoscere o approfondire il modello psico-sociale proposto. Le considerazioni affrontate nella parte storica, spesso richiamate in altri capitoli del testo, vogliono stimolare un ruolo attivo del Servizio sociale nelle organizzazioni e nelle scelte di gestione dei servizi.
La formulazione del caso clinico è uno dei punti cruciali per una psicoterapia efficace. Inquadrare il paziente e inserire i suoi disturbi in una relazione di causalità significa aver già svolto buona metà del lavoro. Questo libro è rivolto perciò a tutti gli psicoterapeuti, sia a quelli già esperti sia a quelli in formazione, alle prese con casi difficili o con casi da presentare a terzi. La chiarezza delle pagine porta gradualmente il lettore a definire le sue idee sul caso clinico e a migliorare l'efficacia del suo intervento. Questa guida diventa perciò un ottimo strumento di riflessione sull'operato clinico e trova la sua natura-le applicazione per differenti contesti e scopi: la presentazione dei casi clinici in supervisioni, la pubblicazione in riviste specializzate, gli esami di specializzazione, i report da consegnare a pazienti o colleghi, l'autovalutazione del percorso di terapie particolarmente difficili. Il testo si compone di tre sezioni. La prima è di carattere teorico e serve a mettere in luce i concetti chiave implicati nella formulazione del caso. La seconda - corollario pratico della prima - mostra l'applicazione della parte teorica attraverso degli esempi di formulazione del caso clinico. La terza parte, attraverso una procedura guidata on-line, consente di mettere in pratica quanto appreso e di utilizzarlo immediatamente. Semplice nella sua applicazione e al tempo stesso attento a rendere la complessità nell'affrontare i temi clinici, questo libro è uno strumento di lavoro utile per chiunque aspiri a praticare una psicoterapia efficace e condivisibile. Il manuale è corredato da una procedura guidata per la formulazione del caso clinico scaricabile e stampabile gratuitamente dal sito www.francoangeli.it/Area Università. L'utente sarà supportato passo passo nella descrizione della diagnosi, del meccanismo di funzionamento e dell'intervento terapeutico.
La psicologia positiva nasce e si sviluppa per studiare, valorizzare e promuovere il benessere e le risorse negli individui, nei gruppi e nelle comunità. Molteplici sono infatti le applicazioni della psicologia positiva in ambito psicosociale ed educativo: ad esempio, nei contesti scolastici per sviluppare risorse di resilienza di insegnanti e studenti, in quelli clinici per favorire i processi di recovery dei pazienti, in quelli lavorativi e organizzativi per promuovere il lavoro di gruppo, con le istituzioni per creare società accoglienti. Questo volume raccoglie alcuni tra i contributi più significativi di accademici e professionisti che, in ambito italiano, la-vorano mettendo in pratica le teorie e gli strumenti della psicologia positiva. Il libro è suddiviso in cinque sezioni tematiche - salute, clinica, comunità, lavoro e creatività - che illustrano differenti esperienze applicative: la psicoterapia positiva, la promozione della salute in contesti medici, la valorizzazione del capitale umano e del volontariato, le tecniche espressive (canto e teatro) come strumenti di inclusione sociale. Il volume vuole proporre una serie di interventi, ricerche e pratiche di psicologia positiva utili per tutte quelle figure professionali che nel proprio ambito lavorativo vogliano promuovere risorse e benessere personali, sociali e organizzativi.
Storico, uomo politico, giornalista, Aldo Garosci è una figura per molti versi emblematica del Novecento italiano. Nella sua lunga vita (1907-2000), fu protagonista e testimone di alcune delle esperienze più drammatiche del secolo: dalla cospirazione antifascista all'esilio francese, dalla guerra di Spagna alla Resistenza, dalla breve parabola del Partito d'azione alla guerra fredda, fino al boom economico, al Sessantotto e agli anni di piombo. Tipico intellettuale engagé del secolo breve, intransigente antifascista, si mosse fra il liberalismo "rivoluzionario" di Gobetti, il magistero crociano e le variegate correnti del socialismo non comunista. Legato da profonda amicizia e ammirazione a Carlo Rosselli, ne fu il primo biografo e ne diffuse la memoria nei decenni del dopoguerra. Ripercorrere le vicende di Garosci significa seguire da un punto di vista inedito la formazione di una generazione che fu protagonista della lotta antifascista, della fondazione della democrazia e della costruzione politica e culturale dell'Italia repubblicana. E anche indagare sulle ragioni per cui, al tornante degli anni Settanta, tale costruzione entrò in una fase di crisi e profondo mutamento.
Sempre più spesso agli insegnanti viene richiesto di svolgere la funzione di tutor. Perché la figura del tutor nella scuola sta assumendo una visibilità sempre maggiore? Quale apporto l'insegnante-tutor può dare alla formazione degli studenti o dei neo-assunti all'interno di un sistema universitario e professionale che si ispira all'alternanza tra teoria e pratica, tra luoghi formativi differenti? Quali sono le attività che possono caratterizzare il suo agire e consentire l'identificazione di una particolare postura? In che modo un insegnante diviene tutor e quale impatto ha questa nuova funzione sul suo ruolo? Il testo affronta tali domande avvalendosi, da un lato di differenti prospettive teoriche, dall'altro della riflessione sull'esperienza effettuata dagli insegnanti, per comprendere come avviene lo sviluppo professionale e quale ruolo possa avere il tutor nel facilitarlo. Dall'analisi emergono alcuni snodi che identificano l'agire di questa particolare figura tutoriale. Il primo è lo spazio d'azione condiviso, ovvero "la pratica", nel quale i saperi di colui che conosce il mestiere si confrontano con quelli di colui che muove i primi passi. La sfida da affrontare è quella di comprendere la natura profonda della pratica professionale, che è sia individuale, sia collettivamente definita, prodotto di una cultura che ha dato origine a formati pedagogici, routines, linguaggi. Il secondo snodo è il "riconoscere" l'altro, attribuirgli un valore e un potere d'agire, potenziandone così il cammino verso la definizione di un'identità professionale. Il terzo snodo è "l'accompagnamento", postura fondamentale di chi "cammina con... per andare verso... al ritmo dell'altro". Proprio questa accezione consente di assegnare un significato specifico alla relazione di aiuto, di sostegno, che si instaura tra accompagnatore e accompagnato. Questi tre snodi attraversano, in modo ricorsivo, le pagine del testo, talora per descriverli, per ricavarne indicazioni operative utili nei percorsi di formazione in pre-service o di induction, e riferimenti utili a interpretare la dimensione tutoriale. La ricchezza dei significati tratti dalle teorie e da due percorsi di ricerca-formazione che hanno coinvolto un ricercatore e centinaia di docenti tutor che operano nella scuola, ha permesso di identificare il "reale ambito d'azione" del tutor, insieme alle problematiche e alle potenzialità formative, anche per il tutor stesso.
Sono trascorsi più di venticinque anni dalla nascita della Comunicazione Pubblica, in Italia e in Europa. Anni caratterizzati da processi di riforma e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, esplosione di Internet e avvento della società connessa. Quali sfide deve affrontare oggi una disciplina nata per rendere la comunicazione una leva del cambiamento istituzionale e uno strumento di governo, a tutela dei diritti di cittadinanza? Quale ruolo essa svolge nelle attuali democrazie investite da una profonda crisi economica, in cui prevale un senso di sfiducia verso le istituzioni? Il volume affronta il modo in cui il rapporto fra PA e cittadini è stato inteso nel corso del tempo, con riferimento alle teorie sociologiche sulla comunicazione, sui media e sull'organizzazione. Modelli e principi, norme, strumenti e professioni creati per curare l'informazione e la comunicazione esterna e interna della PA italiana a partire dagli anni Novanta costituiscono un punto di riferimento per rinnovare oggi il sistema di comunicazione pubblica integrata e realizzare un'amministrazione realmente partecipata e condivisa. Ciò richiede la crescita di una "relazionalità consapevole" da parte delle istituzioni: il superamento definitivo della propaganda, una forte presa di coscienza della necessità di curare relazioni efficaci con i cittadini on e offline, il potenziamento del public engagement, la capacità di abitare il nuovo ecosistema mediale adottando forme dialogiche e impiegando strumenti e linguaggi contemporanei. Tale consapevolezza può consentire alla PA di affrontare in modo positivo, evitandone gli effetti perversi, le nuove sfide digitali, fra cui una maggiore trasparenza e accountability attraverso gli open data e la gestione della propria presenza sui social media.
Quotidiana-mente ci confrontiamo con situazioni che richiedono l'abilità di risolvere problemi legati a vari domini funzionali (gestione del denaro, assunzione di medicinali ecc.), o viviamo momenti in cui la nostra mente viene distratta da pensieri non pertinenti, intrusivi. Ad oggi non vi sono però tecniche per indagare tali aspetti nell'arco di vita adulta. Con il presente volume si propongono due nuovi e originali strumenti di valutazione per l'adulto e l'anziano: il test "Abilità di risolvere Problemi della Quotidianità" (APQ) - adattamento italiano dell'Everyday Problems Test (EPT) - e il questionario "Mind wandering". L'APQ, che valuta la capacità della persona di risolvere efficacemente problemi pratici, viene presentato nella sua versione completa, ridotta (APQr) e parallela (APQp). Il secondo strumento, il questionario "Mind wandering", valuta la frequenza percepita di pensieri interferenti, o una certa propensione della mente a distrarsi e vagare. Questi strumenti, di facile somministrazione con carta e matita, sono particolarmente utili nella pratica clinica per la valutazione dell'adulto e dell'anziano, permettendo di individuare precocemente quelle difficoltà che possono minacciare le abilità quotidiane e l'autonomia della persona. Essi, inoltre, completano l'indagine diagnostica, sia attraverso l'esame oggettivo delle abilità funzionali che dei principali fallimenti attentivi autoriportati. I questionari di entrambi i test sono reperibili sul sito www.francoangeli.it/Area_multimediale.
Questo volume trae origine dal seminario La nascita delle scienze psicologiche e pedagogiche in Italia tra Ottocento e Novecento, svoltosi presso il Dipartimento di Scienze Umane dell'Università degli Studi dell'Aquila il 12 maggio 2015, nel corso del quale sono state presentate l'opera collettanea La nascita delle "scienze umane" nell'Italia post-unitaria (Milano 2014), curata da Guido Cimino e Giovanni Pietro Lombardo, e la monografia di Marco Antonio D'Arcangeli, Verso una scienza dell'educazione. II. Pasquale Rossi. Dalla psicologia collettiva alla demopedia (Roma 2013). Di quella giornata di studi e di quei testi il volume riprende e rilancia gli esiti, proponendo una riflessione su temi, problemi e prospettive della ricerca storiografica sulle origini e sugli sviluppi delle "scienze umane" in Italia, tra '800 e '900, nei loro rapporti con la filosofia. In tale prospettiva, oltre agli Atti del seminario aquilano, il volume ospita i contributi di numerosi altri studiosi delle "scienze umane" che hanno inteso riflettere - più o meno esplicitamente - anche sul rapporto tra "genesi" e "crisi" delle varie discipline nel contesto italiano e europeo. Scritti di: Gabriella Armenise, Chiara Bartolucci, Carla Callegari, Elisabetta Cicciola, Guido Cimino, Giuseppe Cristofaro, Marco Antonio D'Arcangeli, Silvia Degni, Piero Di Giovanni, Ernesto Fabbricatore, Renato Foschi, Antonio Fundarò, Mariateresa Gammone, Caterina Genna, Giovanni Pietro Lombardo, Michela Nacci, Mario Quaranta, Maria Antonia Rancadore, Rocco Ronchi, Alessandro Sanzo, Nicola Siciliani de Cumis, Francesco Sidoti, Carlo Trombetta, Giuseppe Zago.
Il PPM (Processo Psicoanalitico Mutativo) è un metodo psicoterapico che, pur avendo come modello teorico di riferimento la teoria psicoanalitica classica, attinge anche dalla teoria delle relazioni oggettuali, da Ferenczi e dalle più recenti teorizzazioni sul concetto di campo e di interpsichico. Utilizzando sin dal primo colloquio una tecnica spiccatamente trasformativa del funzionamento psichico, il PPM ha l'obiettivo di portare il paziente ad un funzionamento psichico più genitalizzato, liberandolo da un pensiero fisso, assiomatico, difensivo e auto-menzognero per portarlo verso un pensiero flessibile, mobile, possibilista ed elaborativo. Questo volume presenta la fase investigativo-diagnostica del PPM chiamata IPM (Investigazione Psicoanalitica Mutativa), fase comunque in grado di attivare sin dall'inizio processi trasformativi. L'IPM analizza il comportamento del paziente dai primissimi contatti e lo confronta con ciò che lo psicoterapeuta prova e pensa del paziente stesso, per fare deduzioni sull'organizzazione del suo mondo intrapsichico e sul suo modo di funzionare. Il mondo intrapsichico del paziente si riflette nel modo in cui si relaziona con lo psicoterapeuta, lo influenza per determinare reazioni emozionali, ideative e comportamentali tali da consentire la perpetuazione del proprio funzionamento psichico, anche se patologico. I processi di "influenzamento" sono però reciproci e perciò è possibile che anche lo psicoterapeuta con le sue elaborazioni vada a modificare le modalità delle relazioni oggettuali e le conseguenti rappresentazioni mentali del suo paziente. Il PPM sostiene che tutto si svolge nella relazione a favore della trasformazione e del cambiamento. Come dice Petrini, "la soluzione delle vecchie contraddizioni è nella contraddizione delle vecchie soluzioni".
Il volume ricostruisce le relazioni tra il Partito comunista italiano e i principali partiti comunisti dell'America Latina dalla fine della Seconda guerra mondiale fino agli anni Settanta. Un periodo di grandi trasformazioni globali che investono anche le società latinoamericane e ne mettono in discussione le istituzioni politiche. I partiti comunisti di questi paesi sono il punto di osservazione prescelto dall'autore per comprendere come il PCI legga i cambiamenti in corso e provi a influenzare l'azione delle organizzazioni comuniste, impegnate, al proprio interno, nel dibattito tra la "via pacifica" e la "via armata" al socialismo. Dal Cile all'Argentina, dal Venezuela al Brasile, il libro ricostruisce i diversi scenari nei quali si sviluppa il fitto reticolo di rapporti e solidarietà, ma anche le divergenze e gli scontri tra partiti, prendendo come punto di riferimento lo sguardo degli osservatori italiani. Al tempo stesso, l'analisi della strategia di politica estera del PCI nei confronti dei partiti comunisti latinoamericani, mette in evidenza la specificità del comunismo italiano sia nel contesto della guerra fredda che all'interno del movimento comunista internazionale. Dalla ricerca, condotta principalmente su fonti d'archivio italiane in gran parte inedite, emerge la funzione mediatrice del PCI in sostegno principalmente delle componenti riformatrici del comunismo latinoamericano, ma senza isolare o combattere le pulsioni rivoluzionarie sviluppatesi al suo interno.
Questo libro è rivolto a tutti coloro che si interessano, a diverso titolo, di coaching: manager aziendali, imprenditori, responsabili HR, CEO di piccole, medie e grandi imprese, coach, studenti universitari, ex o attuali coachee, psicologi del lavoro e delle organizzazioni... ma anche a chi, incuriosito, voglia saperne di più. La scelta del tema risiede nel fatto che il coaching, oggi di grande attualità, esprime nella sua declinazione una grande efficacia, che spesso lascia stupiti coach, committenti e fruitori (coachee). La sua potenza si gioca a vari livelli: quello del processo, degli strumenti, del piano di lavoro, della relazione tra coach e coachee e della responsabilità insita nell'intero percorso, da parte del coach, nei confronti del coachee e di se stesso. In questo libro, vengono anche sottolineati gli amplificatori del coaching e della potenza dell'autosviluppo del coach. L'originalità e l'innovatività del testo risiedono, soprattutto, nel parafrasare modelli o ricerche di grandi autori in modo inconsueto. Un'ulteriore novità è la proposta al lettore italiano dello shadow coaching, in una duplice veste: il coaching ombra e le ombre nel coaching. Il taglio complessivo del libro è molto pratico e ogni capitolo è corredato da esempi concreti e da numerosi strumenti. In appendice sono riportate le competenze distintive del coach secondo l'Associazione Italiana Coach Professionisti (AICP).
Queste pagine raccolgono il paziente lavoro di diversi anni di docenza degli insegnamenti di Economia aziendale e di Ragioneria generale ed applicata nell'Università degli Studi del Sannio. Viene presentata una breve sintesi dei principali contenuti teorici e tecnici che costituisce necessario presupposto per lo sviluppo degli strumenti che favoriscono l'apprendimento: esercizi svolti e commentati di tecnica amministrativa e ragioneria, verifiche strutturate e questionari. Seguono esercitazioni di riepilogo e una ricca e utile classificazione dei principali conti.