Questo volume intende rivolgersi a quanti intendano, personalmente e/o professionalmente, percorrere un viaggio alla ricerca dei perché più profondi della propria esistenza. Perché sono, penso, agisco, sento, mi relaziono, in un determinato modo? E se fossi nato in un'altra famiglia, in un altro paese, con un altro credo, sarei ancora io? Che legame c'è tra esperienza psicologica ed esperienza spirituale? La cultura sociale, politica, scolastica, nella quale sono immerso e dalla quale sono attraversato, che peso ha nell'influenzare le mie decisioni e le mie idee? Ed ancora, le relazioni che ho e che intrattengo mi condizionano nella costruzione del mio io e della mia idea di me? Ed io sono proprio certo di essere ed essere pensato come individuo unico, coerente, razionale o forse mi accorgo di cambiare forma, opinione, comportamento, in accordo alle situazioni temporali, relazionali, istituzionali, gruppali nelle quali trascorro la mia esistenza? Ed infine, esiste un'anima, un'identità, un'individualità o una relazione dinamica tra esseri in ricerca, in viaggio, verso orizzonti di benessere e felicità? Il volume non risponderà a questi interrogativi, ma organizzerà un pensiero originale, innovativo, complesso e poliedrico: stimolerà il lettore a percorrere un viaggio interiore, un percorso di verità ed autocoscienza, alla ricerca dell'anima, sino a giungere ad una possibile narrazione rigenerata di sé: il proprio testo in un contesto interpretativo relazionale.
Che significa "nuovo" oggi in didattica? Il termine è stato spesso utilizzato per riproporre temi presenti nella ricerca sull'educazione fin dalle sue origini. Il testo si pone, pertanto, come cerniera tra la necessità di una forte continuità con la tradizione teorica dell'ultimo secolo e la necessità di una diversa curvatura, resa opportuna dai cambiamenti sociali, culturali e tecnologici del mondo attuale. In tale direzione "Didattica enattiva" analizza alcune frontiere, quali la relazione tra didattica e le altre scienze dell'educazione, tra didattica e didattiche disciplinari, tra insegnamento e apprendimento, tra affettivo e cognitivo, tra saperi e relazioni. I riferimenti alla complessità, alle teorie dell'azione e all'enattivismo permettono di individuare processi nei quali le varie polarità dialogano, favorendo, grazie alla ricorsività teoria-pratica, soluzioni non gerarchiche o riduttiviste. In particolare la teoria dell'azione e l'enattivismo permettono di recuperare l'attenzione al fare, al corpo e alla riflessione, cari alla tradizione attivista, e le coniugano con i processi di immersione e distanziamento e di consapevolezza che le attuali tecnologie favoriscono e dei quali si nutre la professionalità, richiesta oggi al docente. Il testo vuole essere un contributo al dibattito nella comunità scientifica su alcune frontiere che la didattica oggi deve affrontare.
L'arte terapia ha bisogno di arte terapeuti e gli arte terapeuti hanno bisogno di formazione. L'idea di un manuale di Arti Terapie nasce dell'esigenza, avvertita nei diversi ambiti applicativi del corpus disciplinare, di strutturare e formalizzare una quantità di contributi teorici, tecnici e metodologici che è rigogliosamente - ma spesso disordinatamente - fiorita nel corso dell'ultimo decennio. Le aree tecnico-metodologiche individuate (foto e video; teatro, musica e danza movimento; narrazione, scrittura e scrittura autobiografica) rappresentano una novità assoluta nel panorama contemporaneo delle arti terapie, dal momento che riconducono ad esse un numero considerevolmente più alto di discipline artistiche rispetto alle sistematizzazioni tradizionali comparse finora. Il testo realizza l'intento comune degli autori, tutti professionisti affermati a livello nazionale ed internazionale, di accompagnare gli arte terapeuti nel loro percorso di crescita, dall'inizio del training formativo sino all'applicazione metodologica e alla realizzazione professionale. Il testo si presenta come una raccolta ordinata di "istruzioni per l'uso": a partire da una narrazione storica, evolutiva e semantica della disciplina e attraverso l'articolazione in tre differenti sezioni, relative alle aree tecnico-metodologiche considerate, vengono illustrati efficacemente diversi modelli progettuali e applicativi nel campo delle arti terapie.
Muovendo dalla concezione dell'uomo come essere progettuale, culturale e simbolico, il volume affronta le profonde trasformazioni che la cultura sociale contemporanea ha prodotto nella definizione del fondamento umano. Tra gli altri, analizza gli effetti delle tecnologie post elettroniche che hanno reso anfibia la condizione dell'uomo contemporaneo, trovandosi egli ad abitare sia lo spazio-tempo sia lo spazio-velocità e, quindi, un mondo non più naturale perché divenuto un sistema tecnico. A rendere ulteriormente problematico il rapporto dell'uomo con la realtà vi è la crisi di una lingua che sembra aver smarrito se stessa, poiché le sue parole non offrono più il possesso e il disvelamento del mondo. Questa crisi della parola investe anche la possibilità della coscienza di governare, nel segno della libertà e dell'autonomia, la vita delle persone e di conseguenza anche la possibilità di assumere la responsabilità delle proprie azioni riconoscendo la propria colpa. Tuttavia, se queste trasformazioni culturali hanno creato un solco profondo nei confronti della concezione dell'umano premoderno, altre, al contrario, hanno costruito un ponte con la tradizione. L'obiettivo del libro è anche quello di aiutare il lettore a riconoscere, di là delle trasformazioni culturali, le strutture profonde fondanti l'umano.
La promozione della cittadinanza attiva assume un ruolo centrale in quelle politiche sociali che non si limitano a dare una risposta alle problematicità esistenti, ma vogliono attivare processi di empowerment per i singoli e le comunità. In questo quadro si collocano i Piani di Zona previsti dalla 328/2000 con l'obiettivo di coinvolgere nella programmazione e nell'implementazione delle politiche i diversi soggetti sociali presenti sul territorio. Obiettivo di questo volume è affrontare il ruolo specifico svolto a tal fine dalle competenze degli operatori e degli altri attori, dando voce a chi è implicato nell'elaborazione e realizzazione dei PdZ: responsabili degli Uffici di Piano, dirigenti di servizi, amministratori politici, professionisti (assistenti sociali ed educatori professionali), rappresentanti di associazioni di cittadini, di volontariato e di agenzie a diverso titolo presenti nel territorio. L'indagine, condotta in varie Regioni, ha inteso rilevare la rappresentazione che gli intervistati hanno sia delle conoscenze e delle abilità attualmente presenti, sia di quelle considerate necessarie per potenziare la partecipazione dei cittadini, sia, infine, dei possibili fattori di sviluppo delle diverse professionalità. Il quadro che ne emerge tratteggia le competenze specifiche su cui far leva per la costruzione di un welfare locale inclusivo e partecipato, i problemi e le opportunità di evoluzione che esse incontrano nei diversi contesti.
"Ada e le altre" ci offre il racconto corale di una generazione di donne che ha scelto di scardinare lo stereotipo della ragazza cattolica, da sempre descritta come "tutta casa e Chiesa". A partire dalla formazione all'interno dell'associazionismo cattolico, l'unico sopravvissuto durante il regime, per approdare alla militanza nella Democrazia Cristiana, passando per la Resistenza, si ripercorrono le tappe che hanno segnato la nascita di una nuova classe dirigente femminile. Al centro Ada Alessandrini, antifascista, partigiana, pacifista e cattolica dissidente e le sue scelte controcorrente, che fanno di lei una cattolica sui generis, capace di opporsi con forza alla dittatura fascista e, nell'immediato dopoguerra, in grado di schierarsi contro l'establishment democristiano per poi approdare nel fronte popolare. Scelta che le costò la scomunica pontificia e l'oltraggio di quella parte cattolica più conservatrice e bigotta. E le altre?
Le crisi portano sacrifici ma anche stimoli all'innovazione. Nell'ambito culturale emergono gravi difficoltà ma anche grandi opportunità. In questa prospettiva, dove la domanda è frenata e la concorrenza sempre più elevata, emerge chiaramente la necessità di una collaborazione stretta ed efficace con il marketing che non tenda a svilire i valori e i significati più elevati della cultura ma, invece, li valorizzi in termini di fruizione e, quindi, di economicità. L'obiettivo di questo libro è contribuire al miglioramento delle attività che oggi si possono definire culturali in Italia, facendone un punto di leva per l'auspicato "risorgimento" italiano basato su un equilibrato utilizzo delle potenzialità di prodotti, servizi, eventi culturali nei riguardi sia dell'educazione popolare sia della ricchezza della nazione mediante una professionale attività di marketing. Si analizzano le principali modalità con cui le organizzazioni pubbliche e private costruiscono e controllano le loro relazioni con la domanda sia di persone (b2c) sia di aziende (b2b) sia di pubblica amministrazione (b2p), finalizzate alla valorizzazione dei beni e degli eventi culturali. In particolare si fornisce un percorso di apprendimento/aggiornamento che rispecchia l'intero processo di marketing management per raggiungere risultati soddisfacenti, utilizzando al meglio le proprie risorse umane e fisiche.
Nato come introduzione all'Antropologia della moda, questo libro adotta una prospettiva "allargata", analizzando la moda non solo in quanto cambiamento culturale relativo all'abbigliamento, ma anche come un modello teorico potente in grado di spiegare il flusso della cultura umana in generale. Enfatizzando i legami tra l'evoluzione biologica e l'evoluzione culturale nella nostra specie, l'autore collega l'imitazione in Homo sapiens con la sua capacità di leggere gli altri membri del proprio gruppo come attori sociali consapevoli. Da qui parte un viaggio verso la centralità della moda nel primate umano e il suo primato nella costruzione della cultura, passando per vari casi di studio tratti da società diverse e analizzati secondo fattori e parametri elaborati in una parte teorica introduttiva, senza trascurare un inquadramento antropologico della moda comunemente intesa e del ruolo centrale dell'abbigliamento nelle società umane.
Cosa distingue il neo-lusso dal lusso? Il fatto che l'eccellenza dei prodotti non sia più appannaggio dei soli consumatori abbienti. L'accessibilità del lusso è un fenomeno estremamente attuale e proprio per questo di interesse per studiosi e manager. Lo è in quanto mette in luce la figura di un consumatore con tratti sempre più evidenti di discontinuità rispetto al passato: attento nello spendere bene il proprio denaro e interessato al meglio che il mondo delle merci può offrire. Ma soprattutto spinto dalla condizione di crisi economica a combinare nella propria shopping bag beni e servizi di prezzo e qualità differenziati, con uno spirito selettivo e aspettative elevate. Un tale approccio variamente combinato di alternative obbliga a ripensare schemi relazionali e logiche di marketing. Le aziende che occupano la fascia premium dell'offerta hanno pertanto la necessità di comprendere motivazioni e comportamenti di questi nuovi consumatori. Questo libro intende contribuire alla conoscenza del neo-lusso con un approccio scientificamente rigoroso, offrendo spunti e implicazioni manageriali che possano risultare utili a chi si occupa di accrescere continuamente la proposta di valore dei prodotti premium.
Un volume pensato per studenti universitari alle fasi iniziali del loro percorso, ma utile anche ad operatori della formazione psicosociale e dell'educazione, che vi troveranno temi che in genere sono dispersi in testi diversi. Vuole introdurre all'uso dei metodi e delle tecniche di gruppo nei contesti formativi ed educativi, premettendo una rassegna dei temi principali della dinamica di gruppo e dei gruppi di lavoro organizzativi, e della psicologia sociale dei gruppi. Il volume è caratterizzato da una forte e costante sottolineatura del carattere non meramente fattuale del gruppo, dunque della necessità di trattarlo in quanto fenomenologia contingente, che si configura ed acquista specifiche modalità di funzionamento in ragione dei contesti di pratica entro cui ed in ragione dei quali si dispiega. Questa idea di gruppo se non può considerarsi di per sé originale in assoluto - essa riflette una concezione più generale dei processi psicosociali di matrice socio-costruttivista - è sicuramente innovativa nel campo della psicologia dei gruppi, troppo spesso portatrice di una visione reificata, entro la quale il gruppo, invece che costrutto teorico, viene inteso e trattato come uno stato del mondo.
Come sono cambiate le amministrazioni pubbliche in seguito all'avvento di internet? Quale impatto può avere il web 2.0 nella costruzione dell'amministrazione digitale? Perché gli enti pubblici hanno cominciato a colonizzare i siti di social network come Facebook e Twitter? Come stanno reagendo i cittadini? Siamo di fronte a un reale rinnovamento e apertura della PA? Il volume affronta questi interrogativi ripercorrendo il processo di domesticazione delle tecnologie digitali e dei social media da parte delle pubbliche amministrazioni italiane. Nel testo si delineano le interconnessioni tra tecnologie digitali, percorsi normativi e processi comunicativi, mettendo in luce dinamiche complesse e traiettorie di innovazione che vanno a impattare sulla vita delle amministrazioni e sulla comunicazione pubblica, ridefinendone pratiche, attività e interfacce comunicative. È in questo contesto che si inseriscono i networked citizens, cittadini connessi che si attivano all'interno di frame civici e che usano la Rete e i media sociali per far sentire la propria voce, innescando pratiche di condivisione di conoscenza, scambio conversazionale e mobilitazione civica. I social media diventano così spazi pubblici e contesti comunicativi in cui si relazionano e si (ri)connettono amministrazioni e cittadini in un processo di contaminazione e confronto reciproco su temi di pubblica utilità. Una sfida per la PA e i comunicatori pubblici.