Che significa "nuovo" oggi in didattica? Il termine è stato spesso utilizzato per riproporre temi presenti nella ricerca sull'educazione fin dalle sue origini. Il testo si pone, pertanto, come cerniera tra la necessità di una forte continuità con la tradizione teorica dell'ultimo secolo e la necessità di una diversa curvatura, resa opportuna dai cambiamenti sociali, culturali e tecnologici del mondo attuale. In tale direzione "Didattica enattiva" analizza alcune frontiere, quali la relazione tra didattica e le altre scienze dell'educazione, tra didattica e didattiche disciplinari, tra insegnamento e apprendimento, tra affettivo e cognitivo, tra saperi e relazioni. I riferimenti alla complessità, alle teorie dell'azione e all'enattivismo permettono di individuare processi nei quali le varie polarità dialogano, favorendo, grazie alla ricorsività teoria-pratica, soluzioni non gerarchiche o riduttiviste. In particolare la teoria dell'azione e l'enattivismo permettono di recuperare l'attenzione al fare, al corpo e alla riflessione, cari alla tradizione attivista, e le coniugano con i processi di immersione e distanziamento e di consapevolezza che le attuali tecnologie favoriscono e dei quali si nutre la professionalità, richiesta oggi al docente. Il testo vuole essere un contributo al dibattito nella comunità scientifica su alcune frontiere che la didattica oggi deve affrontare.
Il testo esplora la dialogica tra la tecnica e l'agire umano e fornisce un'interpretazione della tecnologia nella società della conoscenza. Da tale analisi l'attenzione si sposta sulle tecnologie dell'educazione e sulla loro capacità di favorire l'apprendimento. In particolare vengono analizzati i linguaggi e il loro ruolo di mediazione nella conoscenza, gli ambienti di apprendimento e i dispositivi per l'on-line, esplorando anche le nuove frontiere aperte alla sinergia tra l'e-learning, knowledge management e agenti intelligenti, da cui sta emergendo l'e-learning 3.0.
La progettazione si è modificata nel corso degli anni, passando dall'applicazione di schemi predefiniti alla costruzione di modelli situati, frutto di un "dialogo" fra progettista e contesto. Nella prima parte del volume, in base alla Design Theory, vengono analizzati i modelli simbolici e il loro ruolo nel descrivere l'attività di progettazione. Si illustrano, poi, diversi metodi per progettare e si mostra come tale attività sia evoluta verso modalità di lavoro multiprospettiche e multilivello. Nella seconda parte, relativa al mondo dell'educazione, si motiva perché, superati i modelli della razionalità tecnica, occorra ripensare i processi della progettazione didattica. Dopo aver esplorato alcune proposte presenti in letteratura nell'ambito della progettazione dagli anni settanta ad oggi, si propone il modello F-V-P, che coniuga le tre prospettive della pedagogia, della didattica e della tecnologia dell'educazione. Il progetto diviene un boundary object che connette il sapere dell'insegnante e il contesto formativo, e dialoga con l'evento didattico.