Attraverso la formula del paradosso, ovvero l'assurda impresa in cui il genio imbecille è impegnato a trovare la formula attraverso cui calcolare il numero totale dei capelli degli esseri umani, l'Autrice propone una lettura esistenziale alternativa. "Nessuno di noi è mai troppo genio o troppo imbecille, da non poter ascoltare un libro semplice, piccolo piccolo che parla della lotta quotidiana contro quell'entità, quel nemico crudele e benigno, chiamato esistere."
Un percorso articolato nella letteratura e nella cultura della Romania: storia della lingua, prosa e poesia e i principali autori, le arti, la musica... tutto correlato agli sviluppi politici e sociali, in particolare del '900.
Una serie di racconti che si propongono di reagire alla tremenda situazione in cui l'umanità si trova per denunciarla, svelarne gli aspetti grotteschi ed anche la banalità. Nel racconto maggiore un gruppo di persone, vittime di un guasto all'aereo, atterra fortunosamente in un'isola sconosciuta. Qui scoprono i misteriosi abitanti: piccole capre con il pelo a quadri bianchi e neri...
Una nonna, dotata di notevole fantasia, racconta favole ad una nipotina, assetata di storie. Ed ecco scaturire dalla sua penna una tribù di animali tra cui Fagotto, Frin Frin, Tortorì e tanti altri. Dieci favole, il cui titolo è attinto dai proverbi, derivanti dalla più semplice tradizione della saggezza popolare, utili da proporre e ricchi di insegnamenti. La scelta ha inteso rimarcare le virtù più adatte per essere valorizzate in un contesto educativo, tanto in famiglia, quanto nella scuola.
Una giovane ebrea, per sfuggire ad un matrimonio di interessi, fugge di casa per raggiungere una parente in Polonia. Inizia così per lei un viaggio che segna la sua maturazione interiore. Tra esperienze gioiose e drammatiche scopre la realtà del suo popolo e, contemporaneamente, che il senso della vita è legato alla soluzione del problema della sofferenza.
Elio Blancato (padre), giornalista e scrittore, e Ivan Blancato (figlio), psicologo clinico con dottorato di ricerca, hanno scritto a quattro mani questo saggio dal titolo "Depressione: a ciascuno la sua cura", che si propone di offrire a chi è interessato - alle persone depresse e ai loro familiari, agli operatori sanitari e agli educatori - una conoscenza semplice e chiara di tutte le possibili strade terapeutiche che possono essere seguite per giungere alla guarigione che, come sosteneva Ippocrate, è la sola, unica, vera arte medica.
I colori ed i ritmi musicali furono i primi simboli usati dall'uomo, prima ancora della nascita dell'arte. Oltre alle considerazioni sui colori nell'arte e nella liturgia, questo breve trattato esplora, mediante rapide incursioni nella storia, le azioni e reazioni collegate all'uso dei colori come simboli religiosi e politici. Così si pone in relazione l'inversione del rosso e del nero nelle bandiere rivoluzionarie fasciste e comuniste con il tragico fallimento di queste ideologie; e si evidenzia l'effetto distruttivo che il Tanè (colore rosso-bruno) ebbe sulle "camicie brune" di Hitler e sulle uniformi di Stalin. Ma l'uso dei colori può anche avere effetti curativi (cromoterapia) e di rigenerazione interiore.
Le argomentazioni sulla conoscenza negativa e sulla metodologia di ricerca sociologica, l'esposizione di due ricerche empiriche sulla costruzione sociale delle identità dei devianti e sulla normalità e devianza religiosa - il tutto all'insegna di una rivisitazione della cosiddetta Scuola di Francoforte introducono nel dibattito sociologico italiano un piccolo vento di contestazione del modo in cui la teoria critica è stata per lo più recepita. La finalità del libro è, tuttavia, quella di dimostrare che è possibile 'fare sociologia' in un modo diverso, rispetto a quello più diffuso. E si propone una sorte di statuto etico della sociologia.
Il volume offre una riflessione, in chiave interdisciplinare ed interreligiosa, sul possibile parziale ma reale superamento del soggetto quale si manifesta nella relazione con l'altro, con il noi, nel contatto di gruppo, sia esso di coppia, famigliare, sociale, religioso.
Un'indagine dedicata al celibato clericale e all'analisi di tutti gli aspetti connessi: biblici, esegetici, storici e canonici. Vogels non è un teologo radicale, è sorretto da una visione cattolica intensamente impegnata, in linea con la genuina tradizione, per dimostrare quanto la legge attuale sul celibato sia erronea. L'autore mette in rilievo il valore evangelico del celibato, come carisma e non come legge e intende dimostrare come l'obbligo della legge distrugga l'effettivo valore del carisma.
Il "prendersi cura" è una dimensione fondamentale dell'esistenza umana, poichè attraverso l'autentica cura di sé l'uomo sa prendersi cura degli altri e del Dio che abita nella persona e nella comunità. I diversi contributi che costituiscono il libro - tramite la riflessione biblico-teologica e filosofico-esperienziale - meditano su un tema particolarmente fecondo per il mondo attuale in un tempo in cui la "cultura dell'umanità" non appare affatto ovvia, a fronte di un sempre più invadente interesse per ciò che è immediatamente riconducibile al binomio produzione-consumo.