Anno dopo anno, l'Italia sta retrocedendo in tutte le classifiche relative allo sviluppo economico, alla disoccupazione giovanile, all'educazione e alla ricerca, ai diritti dei consumatori. Mentre sale nelle graduatorie che misurano l'evasione fiscale, la corruzione, l'abusivismo edilizio, la lentezza della giustizia. Tutte queste criticità sono però accomunate da un grave limite, che porta alla degenerazione dell'intero sistema: l'Italia non ha saputo darsi le regole giuste. In genere da noi leggi, norme e regolamenti sono troppo numerosi e troppo complicati, tanto che diventa molto difficile rispettarli. Così chi non li rispetta viene spesso condonato o amnistiato, mentre cittadini e imprese si adattano all'elusione di massa. Per rimediare, vengono emanate nuove regole, sempre più severe, e la situazione peggiora. È quello che Roger Abravanel e Luca D'Agnese hanno definito "il circolo vizioso delle regole", che rende impossibile qualunque serio progetto di riforma. "Regole" dimostra che dobbiamo innescare un circolo virtuoso delle regole in tutta la società: un processo che coinvolga i cittadini, che devono essere informati e partecipare alla definizione e al miglioramento delle regole grazie a una scuola che non deve solo trasmettere nozioni, ma formare le "competenze della vita" necessarie per interagire efficacemente con gli altri; una giustizia civile veloce; un sistema dell'informazione indipendente dalla politica e dagli affari.
Google, nata appena undici anni fa in un garage, ha trasformato il nostro modo di vivere e di lavorare, ha modificato il modo in cui accediamo alle informazioni e ha rivoluzionato la logica operativa di interi settori, dalla pubblicità all'informazione, dalla televisione alla telefonia. Oltre al motore di ricerca più usato nel mondo, offre gratuitamente a miliardi di utenti servizi come Gmail, Google Maps, Google Earth e YouTube. Nel raccontare la velocissima ascesa di una delle più ricche aziende del mondo, "Effetto Google" ne esplora anche i meccanismi interni. Anche se Google ha sempre cercato di mantenere i suoi segreti, Auletta ha potuto contare sulla massima cooperazione mai fornita a un giornalista, compreso l'accesso a riunioni riservate, oltre che interviste ai fondatori Larry Page e Sergey Brin, al CEO Eric Schmidt e a circa 150 dipendenti ed ex dipendenti. Effetto Google non si limita però a spiegare le ragioni del successo. Evidenzia anche le difficoltà che potrebbe incontrare l'azienda, come è accaduto a colossi quali Xerox e General Motors. Mette in luce i conflitti che la attraversano. Oltre alle informazioni di prima mano, ha raccolto molti aneddoti chiarificatori, e le intuizioni e i giudizi di alcuni protagonisti del settore dei new media e di manager dei media tradizionali.
Piero Dorfles appartiene a una generazione che è cresciuta e si è formata prima dell'avvento dei computer. Per certi versi è un dinosauro, anche se non è certo un passatista, o un oppositore del progresso. Tuttavia osserva come il declino del valore della cultura, che trova un terreno fertile nell'espansione delle nuove tecnologie, ha avuto un'enorme influenza sui processi della comunicazione e dell'istruzione, oltre che sulla nostra identità e sui rapporti personali. Prendendo spunto dal cinema, dalla televisione e dai fumetti, Piero Dorfles ci aiuta a capire come le contraddizioni della modernità rischiano di impoverire la nostra vita interiore e il nostro ruolo sociale. Quello che propone "Il ritorno del dinosauro" - illustrandoci dall'interno il funzionamento delle istituzioni del nostro paese - è una prospettiva in cui la cultura può rappresentare un'antidoto all'involuzione in corso. Perché in un contesto in rapidissima mutazione, solo la cultura ovvero saper progettare il futuro senza perdere il contatto con le nostre radici - può aiutarci a compiere scelte consapevoli e dare un senso e una direzione alla nostra esperienza.
Uscita in prima edizione nel 1974, da quasi 40 anni la Garzantina della Musica è l'opera di riferimento per gli appassionati, per gli studenti e gli insegnanti dei conservatori e per chiunque voglia avere un repertorio di informazioni sistematiche sull'universo del sonoro. Il dizionario alfabetico abbraccia musica colta, jazz, danza, balletto, musica etnica. Compositori, interpreti, teorici, critici, librettisti: profili biografici e critici dei grandi protagonisti della musica di ogni tempo e paese. Danza, balletto, coreografia: i passi e i grandi nomi, da Balanchine a Petit. Le forme, i generi, gli strumenti, dalla musica antica alle civiltà extraeuropee. Le schede di approfondimento offrono curiosità e divagazioni e mettono a fuoco i legami tra la musica e gli altri saperi (filosofia, mitologia, scienza, arti figurative ecc.).
Apparso nel 1934, questo libro riassume nel modo più completo i principi letterari maturati da Pound in quasi trent'anni di attività letteraria. Si presenta come un testo abbastanza impersonale da poter essere usato come manuale; in questo senso vanno interpretati il proposito di rifuggire dalla polemica diretta e la dovizia di documenti poetici scelti e commentati. Tuttavia in questa introduzione alla letteratura, dai fini apparentemente scolastici, l'autore non ha potuto, o non ha voluto, astenersi da quella battaglia per una letteratura decente che, con le sue intimazioni e i suoi gesti, offre i connotati ormai quasi leggendari della sua figura di protagonista letterario. La critica letteraria di Pound, un unicum nella cultura contemporanea, si mostra qui "incredibilmente vivace, intelligente e sopraffina" ("The New York Times"). Prefazione di Marzio Breda.
Richard David Precht, che insegna filosofia in Germania e negli USA, accompagna il lettore in un entusiasmante viaggio filosofico: 35 località per 35 domande. Si parte con "Che cos'è la verità?", l'interrogativo che riecheggia a Sils Maria, al quale si risponde sulle note di Lucy in the Sky with Diamonds (ma anche con l'aiuto di Nietzsche...). L'itinerario geografico-filosofico si conclude (provvisoriamente) con un'altra domanda, "La vita ha un senso?". Il quesito risuona all'interno della macchina di Matrix e mobilita il sapere dei fratelli Wachowski e Stanislaw Lem, di Platone e Tolstoj, di Cartesio e Luhmann, Douglas Adams e Lewis Carroll... Richard David Precht conosce i maestri del pensiero, ascolta i Beatles e il rap, è fanatico di cinema, ama le fiabe e la fantascienza, è aggiornato sulle più recenti scoperte scientifiche. Soprattutto, è in grado di fare capire, in termini chiari e spesso divertenti, senza alcuna pedanteria, le grandi questioni che da sempre si pongono gli esseri umani, le stesse domande alle quali, da sempre, i filosofi hanno cercato di dare una risposta.
La storia dell'antica Roma e del suo gigantesco impero colpiscono ancora oggi per due aspetti: in primo luogo per la forza di un esercito che fece di un villaggio sui colli del Lazio la prima superpotenza mondiale, assoggettando popoli diversissimi per lingua, storia, cultura, religione, costumi, tradizioni... E poi perché il secondo straordinario successo di Roma fu quello di unire e amalgamare all'interno di un'unica cultura condivisa diversi milioni di cittadini, dalle fredde coste del Mare del Nord alle pianure mesopotamiche, dalle rive del Mar Nero alla costa atlantica di quello che oggi è il Marocco. In questo saggio, Boris Johnson, che prima di diventare giornalista e uomo politico di successo ha studiato Antichità Classica a Oxford, ci spiega come Roma sia riuscita prima a imporsi con la forza delle armi; e poi a costruire un sistema politico - e soprattutto una civiltà - in grado di unire moltissime differenze. È una ricostruzione storicamente impeccabile, ma anche brillante e ricca di curiose sorprese. E offre indicazioni utili: perché, ci ricorda Boris Johnson, per certi aspetti la sfida che dovette affrontare l'antica Roma non è così diversa da quella che deve affrontare oggi l'Europa, alle prese con i problemi dell'immigrazione e dell'integrazione.
Seattle. Nella cantina dell'hotel Panama il tempo pare essersi fermato: sono passati quarant'anni, ma tutto è rimasto come allora. Nonostante sia coperto di polvere, l'ombrellino di bambù brilla ancora, rosso e bianco, con il disegno di un pesce arancione. A Henry Lee basta vederlo aperto per ritrovarsi di nuovo nei primi anni Quaranta. L'America è in guerra ed è attraversata da un razzismo strisciante. Henry, giovane cinese, è solo un ragazzino ma conosce già da tempo l'odio e la violenza. Essere picchiato e insultato a scuola è la regola ormai, a parte quei pochi momenti fortunati in cui semplicemente viene ignorato. Ma un giorno Henry incontra due occhi simili ai suoi: lei è Keiko, capelli neri e frangetta sbarazzina, l'aria timida e smarrita. È giapponese e come lui ha conosciuto il peso di avere una pelle diversa. All'inizio la loro è una tenera amicizia, fatta di passeggiate nel parco, fughe da scuola, serate ad ascoltare jazz nei locali dove di nascosto si beve lo zenzero giamaicano. Ma, giorno dopo giorno, il loro legame si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Un amore innocente e spensierato. Un amore impossibile. Perché l'ordine del governo è chiaro: i giapponesi dovranno essere internati e a Henry, come alle comunità cinesi e, del resto, agli americani, è assolutamente vietato avere rapporti con loro. Eppure i due ragazzini sono disposti a tutto, anche a sfidare i pregiudizi e le dure leggi del conflitto.
La biografia attenta e documentata che Alexander Stille ha dedicato a Silvio Berlusconi è stata subito accolta come il libro che finalmente ci fa capire i trionfi del "Cavalier Miracolo". Da Giuliano Ferrara a Romano Prodi, alle maggiori testate italiane ed estere, tutti hanno preso spunto da questo saggio per capire le ragioni di un successo imprenditoriale, politico e mediatico che dura da decenni. Stille è il giornalista statunitense che più si è occupato dell'Italia in questi anni, "Il Cavalier Miracolo" è un'inchiesta approfondita, condotta secondo il modello del miglior giornalismo anglosassone, ma anche un racconto. Silvio Berlusconi, con le sue luci e le sue ombre, le sue virtù e i suoi difetti, è anche l'eroe di uno straordinario romanzo popolare. Intorno alla sua figura, ruota uno dei grandi enigmi della politica contemporanea: che cosa può accadere alla democrazia nell'era dei grandi conglomerati dell'informazione, delle enormi fortune personali, delle vertiginose ambizioni? In questa nuova edizione ampliata e aggiornata, Stille racconta le vicende mediatiche e giudiziarie di questo libro, un tassello utile per capire l'equilibrio dei media nel nostro paese e come si possono usare le aule di tribunale per intimidire le voci scomode. Soprattutto racconta gli ultimi anni dell'Italia berlusconiana, con gli exploit sessuali e le vittorie elettorali, l'impotenza della sinistra e lo stallo della società civile, il "caso Mills" e le ingerenze sulla Rai.
Il volume è un completo repertorio grammaticale della lingua italiana. Il contenuto si articola in quindici sezioni ragionate riguardanti argomenti ed elementi fondamentali di linguistica, grammatica e sintassi: da "Fonologia e grafematica" a "La formazione delle parole"; da "Analisi logica e analisi grammaticale" alla "Sintassi della proposizione" e "Sintassi del periodo". E inoltre, tutto su nomi, articoli, aggettivi, pronomi, congiunzioni, verbi, avverbi ecc. In appendice di questa riedizione, un "Glossario" di Giuseppe Patota, nel quale sono inseriti 130 dubbi linguistici scelti tra quelli in cui ci imbattiamo con maggior frequenza.
Con la posta elettronica si tende a mentire molto di più che parlando. Scrivendo sms si risvegliano i pollici intorpiditi invece di usare i più evoluti indici, ma si ottiene una prosa sciatta e approssimativa, che deve sostenersi con l'aiuto di "faccine". Informazioni che tenevamo a mente (a partire dai numeri di telefono) sono trasferite su memorie esterne, indebolendo per conseguenza la nostra. Insomma, i media che ci circondano (e che formano quella che questo libro chiama mediasfera) modificano in profondità le nostre abitudini, il nostro uso del corpo e soprattutto le operazioni della nostra mente. Inoltre, ci interpellano in modo perentorio e irresistibile, inducendoci a esser "connessi" senza interruzione, perfino maniacalmente. "Presi nella rete" con fitti riferimenti al passato, la mente ai tempi del web, cioè i cambiamenti che la mediasfera produce nella mente, una rivoluzione inavvertita che è ancora più vasta e penetrante di quella che Platone paventava nel Fedro a proposito dell'avvento della scrittura. Il riassestarsi della gerarchia degli organi di senso, il sorgere di inedite forme di intelligenza, la metamorfosi del testo scritto e la virtuale scomparsa del concetto di "autore", gli slittamenti del modo di leggere e scrivere, la nascita di forme di vita "fasulle" che si scambiano di continuo con quelle "reali", le torsioni nel modo di raccontare storie, sono solo alcune delle dimensioni di questa rivoluzione.
La creazione del mondo e la ribellione dei Titani, la fine dell'Età dell'Oro, il viaggio di Ulisse, le fatiche di Ercole, Teseo e il Minotauro, Giasone e il vello d'Oro, Perseo e la Gorgone, Edipo e la Sfinge, Dioniso e le Baccanti... I miti greci raccontano storie appassionanti, ricche di personaggi - uomini e dei - che continuano ad affascinarci. Soprattutto, i miti greci sono alla base della nostra filosofia e della nostra civiltà. Hanno plasmato la nostra concezione del mondo. Sono entrati profondamente nel nostro linguaggio: "il pomo della discordia", "prendere il toro per le corna", un "dedalo di viuzze", "il vaso di Pandora" sono tutte espressioni che arrivano dalla mitologia greca, anche se ce ne siamo dimenticati. Di più. L'insieme dei miti ci offre una rappresentazione del mondo, che appare come un ente buono e luminoso, dominato dall'armonia; ma i miti ci dicono anche che se l'universo fosse nato in perfetto equilibrio, allora non ci sarebbe vita. La lotta contro il caos è necessaria, fin dagli inizi, dai tempi della lotta tra i Titani e Zeus. E dalla lotta tra chi difende l'ordine e chi lo vuole sovvertire nascono catastrofi e tragedie. Luc Ferry esplora i miti greci da par suo, con chiarezza e competenza. Ci fa capire il loro significato profondo e le loro implicazioni filosofiche.