Questo volume raccoglie tutti i saggi sulla lingua italiana di Luca Serianni pubblicati dall'Istituto della Enciclopedia Italiana. Ne emergono tutta la ricchezza e la profondità di una riflessione che nell'arco di un cinquantennio ha reso l'autore uno degli studiosi più influenti in questo ambito. Apre il volume l'ampio Fare storia della lingua, che ricostruisce la genesi e ridefinisce lo statuto della disciplina correntemente indicata come Storia della lingua italiana. Seguono Lingua e dialetti italiani, che offre un'istantanea in movimento dell'italiano contemporaneo e delle sue molte varietà regionali, e Lingua scritta, che resta un punto di riferimento imprescindibile non solo per gli studiosi e mostra la straordinaria capacità dell'autore di trarre conclusioni di ordine generale da fatti linguistici particolari. Infine, tre saggi sul tema "Lingua e scuola", al quale l'autore riservò un'appassionata e speciale attenzione: La lingua e la scuola non solo attesta il ruolo che ha avuto la scuola nella diffusione della lingua nazionale a partire dagli anni dell'Unità, ma fornisce una sintesi esemplare di storia linguistica dell'italiano del XIX secolo; mentre Il liceo restituisce lo sguardo partecipe dell'autore nei confronti di insegnanti e studenti e L'eredità di Tullio De Mauro riconosce tutta la vitalità del contributo dell'amico e collega alla didattica della nostra lingua.
Da Giacomo da Lentini a Petrarca, da Gaspara Stampa a Tasso, da Leopardi a Caproni e alla lirica femminile: cento tappe, cento testi - noti e meno noti - alla ricerca del 'verso giusto'. Valore assoluto, rappresentatività e, naturalmente, gusto personale sono i criteri che il grande storico della lingua Luca Serianni ha seguito nella scelta di cento poesie scritte 'in italiano' nell'arco di otto secoli di storia letteraria.
Da qualche anno, nei dibattiti televisivi o in presenza, si sente l'oratore di turno che non si risolve a terminare il suo intervento e dice «Un'ultima cosa e poi mi taccio». Si tratta di una lepida formula anticheggiante restata inconsapevolmente nell'orecchio dal canto di Farinata, uno dei più famosi: «qui dentro è 'l secondo Federico / e 'l Cardinale; e degli altri mi taccio». La memorabilità di questa clausola ha probabilmente generato questo uso imperversante, senza nessuna consapevolezza da parte di chi usa questa formula. La Commedia di Dante non è soltanto un esempio insuperato di creazione poetica, ma anche un serbatoio linguistico che nel tempo ha riccamente alimentato il vocabolario dell'italiano. L'eredità dantesca è fatta di parole ed espressioni dalla storia diversa. Alcune resistono nella nostra lingua fino a oggi, a volte cambiando in tutto o in parte il significato. Altre è stato Dante stesso a coniarle, o a usarle per primo in italiano. Ma in un'opera letteraria come la sua le parole non possono essere staccate dalla poesia, e così il libro si sofferma su alcuni casi esemplari, ne tratteggia il profilo in riferimento al contesto in cui occorrono e alle implicazioni di senso di cui sono portatrici. Serianni guida il lettore ad accostarsi al genio linguistico del nostro poeta nazionale.
La lingua madre della Città Eterna è il latino, ma davvero gli antichi romani parlavano solo quello? E come siamo passati dal latino al romanesco? Si può dire che Roma non abbia un vero dialetto ma una parlata? Luca Serianni risponde a queste domande partendo dai primi insediamenti etruschi e latini per arrivare alle lingue contemporanee della capitale, passando per la fase cruciale dei Papi medicei del Cinquecento, la cui corte è principale artefice della "toscanizzazione" del volgare parlato a Roma. Ma sono tante le incursioni linguistiche che hanno modificato il romanesco arcaico. "Le mille lingue di Roma" è una mappa che segue le sorti alterne di una lingua forgiata da dinamiche costanti di integrazione e che ha per risultato l'essenziale e originario plurilinguismo della nostra capitale.
Valore assoluto, rappresentatività e, naturalmente, gusto personale sono i criteri che hanno selezionato cento poesie scritte 'in italiano' nell'arco di otto secoli di storia letteraria: da Giacomo da Lentini a Petrarca, da Gaspara Stampa a Tasso, da Leopardi a Caproni, affacciandosi su qualche nome meno noto, dedicando attenzione alla lirica femminile. Questo libro delizierà i lettori che hanno la curiosità di riprendere in mano poesie un tempo accostate a scuola. Una lettura per gli studenti e gli insegnanti che vogliono scoprire o riscoprire il patrimonio letterario italiano, avvalendosi del commento di un insigne linguista.
La lingua che parliamo dice molto di noi e del modo in cui stiamo nel mondo. È uno strumento di formazione non solo individuale e collettiva, ma anche, in senso ampio, civile. In questa conversazione con Giuseppe Antonelli, Luca Serianni torna su alcuni nuclei centrali della sua attività di grammatico e di storico della lingua: la norma e l'uso, l'insegnamento scolastico e universitario, l'italiano della poesia e del melodramma. È un libro dal tono affabile, ricco di aneddoti, che offre nuovi e originali spunti di riflessione. Davvero quella dei ragazzi di oggi è la «generazione venti parole»? È ancora utile studiare le lingue classiche? Usare il dialetto è un bene o un male? La grammatica si va impoverendo? E quanto conterà, per la lingua del futuro, la rivoluzione digitale? Un dialogo appassionato sull'italiano, la sua storia e il suo presente: la sua importanza per la vita della nostra comunità e delle nostre istituzioni.
Quali sono le dinamiche che attraversano la lingua parlata e quella scritta? Spesso si pensa che la seconda sia una semplice emanazione - più formale e impostata - della prima, dimenticando che buona parte delle lingue parlate nel mondo non ha mai avuto una forma scritta. E che dire di oggi, un'epoca in cui la sovrapposizione tra lingua parlata e scritta - pensiamo all'uso dei messaggini e dei social network - si è fatta evidente? È vero che il parlato in quanto codice primario ha ormai sporcato la limpidezza dello scritto? Attraverso resoconti storici, accenni teorici ed esempi di immediata comprensione, Luca Serianni guida il lettore in un viaggio attraverso le diverse forme che il testo scritto ha assunto nel tempo a seconda delle emozioni, delle informazioni, delle nozioni da veicolare. Un dialogo mai interrotto tra scrittura e oralità, che negli ultimi anni - come racconta Giuseppe Antonelli nella sua introduzione - ha dato vita all'e-taliano: l'italiano digitato delle nuove forme di comunicazione. Con un saggio di Giuseppe Antonelli.
Tra i massimi linguisti del nostro tempo, Luca Serianni ha sempre coniugato la più alta ricerca sulla storia dell’italiano alla passione per la didattica in tutte le sue forme, come testimonia in ultimo il suo incarico come capo della task force ministeriale che si occupa dell’apprendimento della lingua italiana. I suoi libri hanno formato generazioni di studiosi e alimentato il dibattito pubblico sul corretto uso della lingua e sul suo insegnamento nella scuola. In occasione del settantesimo compleanno, gli allievi hanno raccolto alcuni tra i suoi studi più significativi degli ultimi vent’anni. Ventotto saggi che attraversano otto secoli di storia linguistica italiana: dalla Commedia di Dante sino alla lingua dei giornali, passando per la poesia barocca, la librettistica verdiana, la didattica dell’italiano nei licei. Il risultato non è solo la summa di una decennale esperienza di ricerca ma anche un’esemplare lezione di metodo: su come guardare oggetti di studio lontani e vicini in modo da cogliere, attraverso la lingua, il riflesso della cultura di un intero paese.
La lingua italiana ha una storia lunga molti secoli. Ha vissuto e vive tuttora nei pensieri e nelle parole di milioni di persone in Italia e nel mondo, prestandosi duttilmente, ma senza perdere la propria natura, a usi pratici e quotidiani, alle specializzazioni professionali e a monumenti letterari e artistici di impareggiabile bellezza. Questo libro intende accompagnare il lettore non specialista in un viaggio che renda visibili, attraverso un ricco corredo di immagini, le mille voci e i mille volti di coloro che nel corso del tempo hanno plasmato e poi reso vitale e creativa una delle lingue di cultura più apprezzate al mondo.
La parola per eccellenza, quella che dà il nome a tutto ed è un dono. Un vocabolo affascinante dai numerosissimi significati. Li esplora questo piccolo libro in un racconto che va dalla parola di Cristo alla parola d'onore, dalle parole alte della poesia e della letteratura a quelle "basse", le parolacce, che sempre più passano dal parlato quotidiano alla pagina a stampa. E poi ancora le parole inventate come il "sarchiapone", quelle ormai "ingiallite" come buonalana, o quelle nuovissime che si usano forse troppo come selfie.