Nel 1970 Pier Paolo Pasolini curò personalmente un volume di "poesie vecchie" tratte da "Le ceneri di Gramsci" (1957), "La religione del mio tempo" (1961) e "Poesia in forma di rosa" (1964). Considerava questa scelta come "un atto conclusivo di un periodo letterario per aprirne un altro" e su richiesta di Livio Garzanti ne scrisse l'introduzione, intitolandola "Al lettore nuovo". L'antologia - qui riedita integralmente con l'aggiunta di una breve nota proponeva un volume di poesie a sei anni di distanza dall'ultima raccolta pubblicata.
L'"Enciclopedia delle citazioni" raccoglie oltre 12.000 detti, frasi, massime celebri, battute di spirito, aneddoti e aforismi scelti nello sterminato repertorio di letteratura, poesia e saggistica di tutti i tempi e di tutti i paesi. Il raggruppamento delle citazioni per temi ordinati alfabeticamente, e il doppio indice - per soggetti e per autori - rendono agevole la consultazione. Con una presentazione di Enzo Biagi.
Il presente volume affronta i culti dalla preistoria al cristianesimo e all'Islam, dalle grandi religioni orientali ai movimenti più recenti, le divinità, i riti, i simboli di ogni tempo e paese.
L'Analisi Transazionale (A.T.) è un orientamento del più recente pensiero psicologico e al tempo stesso uno strumento terapeutico per lo sviluppo e la correzione dei disturbi della personalità. L'A.T. ci consente di accedere al significato nascosto dei codici che influenzano i diversi stati dell'lo (Genitore - Adulto - Bambino) e di comprendere quindi le dinamiche che guidano le relazioni tra noi e gli altri. Questo manuale espone i criteri dell'A.T. in forma accessibile a tutti con l'aiuto di grafici, schemi esplicativi, test ed esercitazioni pratiche, fornendo una sperimentata guida utile al singolo, alla coppia, alla famiglia, a chi opera nel mondo del lavoro.
Emanuela Sinistalqui, vivace quindicenne di nobili origini, dopo aver perso i genitori fugge dalla casa della nonna. Vuole raggiungere il suo ragazzo a Roma. Durante il viaggio, accetta un passaggio da tre sconosciuti, autori di una rapina. Il quartetto viene arrestato e la contessina, innocente, finisce in riformatorio. Inizia così una travolgente odissea alla ricerca della libertà perduta in un'Italia affascinante e sorprendente, dove il bene si confonde con il male, dove l'avidità e la generosità assumono le vesti più imprevedibili.
Siamo in estate, sulle spiagge dell'Adriatico. Un uomo giace sulla sabbia con la gola squarciata. Comincia così l'incalzante "giallo italiano" di Scerbanenco. Ma chi ha ucciso il povero Giannuzzo, un ometto dall'apparenza innocua che in realtà terrorizzava tanta gente? Anche gli innocenti mentono, o tacciono. E così, inevitabilmente, al primo segue un secondo omicidio. Protetto da questa rete di omertà, l'assassino attende con pazienza che passi la tempesta. Ma non sa che il suo nome è stato scritto sulla sabbia.
L'autore adotta la categoria del fantastico come strumento di indagine di un genere letterario fiorente nell'Ottocento, la cui funzione sociale è stata assunta nel Novecento dalla psicoanalisi. Il fantastico, dice Todorov, non è altro che la scelta che il lettore compie fra la spiegazione naturale e quella sovrannaturale di un fatto insolito. Prendendo in esame i testi esemplari del fantastico, l'autore propone una serie di sottoclassificazioni del fantastico e al loro interno distingue i "temi dell'io" dai "temi del tu". Il mondo del doppio, della metamorfosi, della follia, ciò che un secolo positivista come l'Ottocento ha rimosso, si sono tradotti per noi nell'inquietante scoperta freudiana della sessualità, della nevrosi, della psicosi e della morte.
Quali sono le grandi civiltà che stanno entrando in conflitto nello scenario globale? Da un lato c'è naturalmente il modello americano. Ma quali sono gli altri protagonisti? Qual è il peso della potenza militare e quale quello della potenza economica in questa partita per la supremazia mondiale? Che ruolo può avere l'Europa? Quale sarà il peso dell'Asia e delle economie emergenti? Il libro rappresenta un saggio di ampio respiro sugli scenari della politica e della cultura mondiali.
Il libro è un'analisi di alcuni grandi miti folklorici (il carnevale, la cuccagna, il sabba) nei loro rapporti con le pratiche culinarie, e al tempo stesso una ricerca sulla dimensione alimentare e corporale delle cosmogonie popolari nella loro interazione con la letteratura aristocratica. Attraverso lo spettro della fame e le delizie della cucina, tra giganti e uomini-gallina, ciarlatani e mendicanti, vengono così esplorate le varie forme della scrittura, dal teatro di piazza alla poesia di corte. Passando dal Medioevo al Rinascimento, comprendiamo come la vitalità della cultura "bassa" abbia agito sulle arti più nobili.
"Stupor mundi" fu detto dai contemporanei Federico II di Svevia, l'unico degli imperatori germanici del medioevo, insieme al Barbarossa, che occupi un posto riconosciuto nella nostra storia e subito ci rimandi a immagini evidentissime: la disfatta inflittagli nel 1248 dai popolani di Parma, la città di quel Salimbene che lo paragonava a un drago funesto; gli splendori della corte di Sicilia, consacrati dalla lirica della "prima scuola", di cui il sovrano medesimo era mecenate; i castelli di Puglia, gli arcieri musulmani, le donne dell'harem, le cacce col falcone illustrate nel suo trattato, il più ricco che ci resti in materia. Immagini romantiche, però. E confluenti verso un'interpretazione convenzionale, che confina Federico in una luce araldica di crepuscolo: per chiudere con la sua figura un conflitto secolare tra impero e chiesa, e inaugurare invece il decollo della civiltà borghese mercantile culminante nel rinascimento. Qui l'imperatore non è segnacolo di una fase storica schematizzata, ma si muove all'interno di un complicato gioco d'azioni e di reazioni. Di lui viene rivelata, duplice e sconcertante, l'anima insieme feudale e "illuminata": il senso feroce del potere, e lo scetticismo che a esso poneva di continuo un limite invalicabile.
Con questo libro Handke ha raggiunto un equilibrio di scrittura che la critica non ha esitato a definire "classico": di fronte al suicidio della madre, appreso dal giornale, l'ancor giovane scrittore austriaco sente l'ardua necessità di ricomporre con le parole quest'esistenza mancata, quella vitalità offesa e ridotta a meccanismo biologico e coatto. Apparso in lingua tedesca nel 1972, divenne subito un imprevisto best-seller, e resta forse, ancora oggi, il libro più amato di Handke.