Per la prima volta, nel panorama dell'editoria italiana, compare un testo di Stefano di Salley, inedito fino ad ora, sia in italiano, sia in latino. Il giovanissimo Stefano entra come novizio nell'abbazia cistercense di Fountain - fondazione della linea di Clairvaux - e rapidamente ne diviene il cellerarium. Le doti personali, la sua capacità di leggere il cuore umano e "l'alta scuola" di due grandi abati resero ben presto Stefano in grado di guidare una comunità monastica. Stefano divenne così abate di Salley. Probabilmente scrisse lo Speculum Novitii durante il decennio in cui fu abate di Salley ed è possibile ritrovare nel testo l'esperienza di un uomo che, conoscendo se stesso - i propri desideri e le proprie debolezze -, cerca di analizzare quali sono i moti dell'animo dei fratelli e di indicare loro atteggiamenti e mezzi per progredire verso la santità. Stefano è entrato in monastero circa un secolo dopo l'ingresso di Bernardo a Cîteaux: tempi e luoghi diversi, diverso il clima e il livello culturale e diversa l'atmosfera spirituale. Stefano si presenta, però, come un degno figlio di san Bernardo: porta con sé l'essenza dell'eredità ricevuta e i frammenti del nuovo e del diverso che si fanno presenti nella storia.
Nella grata memoria di un "maestro spirituale" come è stato don Giovanni Moioli (1931-1984), a 25 anni dalla morte, sono offerti, con efficacia, in questo volume, tratti biografici e stralci significativi, anche inediti, del suo pensiero. A partire da un grande amore alla Chiesa, don Moioli ha saputo accompagnare, con profonda sapienza, il cammino spirituale di molte vocazioni. In specie quelle dell'Istituto Secolare Figlie della Regina degli Apostoli (F.R.A.), nei confronti del quale don Moioli ha offerto tutta la sua passione teologica e formativa nella incessante ricerca dell'autenticità cristiana della vita consacrata. In particolare il suo modo di accompagnare si è distinto per un per un valevole "mettersi a fianco", senza mai frapporsi tra il Signore Gesù e la sequela di lui. Sostenendo il cammino delle FRA come quello di molti cristiani comuni per la profondità dei suoi studi e la freschezza spirituale del suo modo di porgere la Parola di Dio. Di particolare e speciale interesse gli inediti di don Moioli pubblicati in questo volume (omelie, conferenze, meditazioni spirituali): testimonianza diretta dell'ineccepibile profilo credente del suo vissuto e delle sue intuizioni.
Un gruppo di benedettine, dalla meta del secolo XVII in Francia, vive una forma particolare di vita di cui l'elemento appariscente è il culto eucaristico. Ma non è questo il segreto della loro forma di vita: si tratta del legame al Cristo vivente che si dona all'uomo attirandolo sullo stesso percorso di svuotamento di sé per far posto all'altro e compiere se stessi. Il presente volume traduce in tal senso, annotandola, Le Véritable Esprit des religieuses adoratrices perpétuelles du très-saint Sacrement de l'autel, Parigi, 1684-1689, III edizione, che di quella esperienza eucaristica è espressione mirabile. Un libretto non di preghiere davanti al santissimo Sacramento, ma per vivere nella logica dell'Incarnazione amando e pregando, e nella fede del Sabato santo, se non è concesso di gustare anticipazioni radiose della Pasqua di risurrezione. La categorie vittimali del secolo XVII in Francia, sotto la penna di una benedettina mistica e fondatrice, parlano di amore vigoroso, come di un fuoco vivo, o di un germe di grano che nel suo marcimento sprigiona la vita, che tutti poi sazierà.
Il volume propone cinque meditazioni sull'educare cristiano alla scuola della parola di Dio. Ne sortisce un modo di intendere l'educare che non ha come compito quello di "dominare" e "asservire" le coscienze dei minori quanto piuttosto di aiutarli a sottrarsi a ogni dominio e asservimento. Nella affidabile persuasione che l'educazione è volta essenzialmente ad abilitare la coscienza del singolo alla personale maturità del proprio dialogo quotidiano con il solo che meriti di essere chiamato "Maestro".
Nicolas Malebranche (1638-1715) appartiene al novero di quegli intellettuali cristiani che, agli inizi dell'età moderna, raccolsero con entusiasmo la sfida della nuova filosofia cartesiana in vista di una riformulazione filosofica della grande tradizione della spiritualità cristiana capace di intercettare le domande e le attese della nuova epoca che ormai si era aperta. Il tentativo del pensatore francese per un rinnovato incontro tra teologia, filosofia e spiritualità trova una significativa esemplificazione nella breve opera, che presentiamo per la prima volta in traduzione italiana, le Piccole meditazioni. Caratterizzate da un sincero e vigoroso afflato spirituale, ricco del senso della trascendenza inesauribile di Dio e dello sguardo appassionato su Gesù Cristo, Adoratore infinito del Padre, esse possono fornire un decisivo contributo per mettere in luce una dimensione della sua persona, purtroppo abitualmente trascurata, ma non per questo meno importante, anzi forse decisiva per la comprensione piena della sua filosofia e della sua teologia: Malebranche come uomo spirituale e maestro di preghiera. Senza voler essere azzardati, ci pare anzi che si debba collocare proprio qui, in questa dimensione spirituale della sua esistenza e del suo pensiero, la radice ultima di tutta la sua produzione anche filosofica e teologica.
La Fenomenologia della mistica (1955), per la prima volta in traduzione italiana, costituisce un rigoroso tentativo di analizzare l'esperienza mistica seguendo le coordinate offerte dal metodo fenomenologico husserliano, con l'obiettivo di operare il superamento del materialismo, di cui la Walther dichiara il fallimento. Tutto ciò a partire dai propri, come dagli altrui, vissuti soprasensibili che la Walther si impegna a descrivere e comprendere con una inusuale capacità di razionale e spirituale approfondimento, offrendo una straordinaria analisi dei processi psichici e intrapsichici colti nel loro sorgere e nel loro interno svolgersi. Il risultato finale è un composito quadro di sintesi che dischiude nuovi e più profondi orizzonti di comprensione del mondo dell'interiorità.
Il tema è la difficile ma fondamentale questione della conoscenza di sé: difficile perché si intreccia con l'intero percorso della cultura occidentale. Per questo, però, anche tema fondamentale, capace di raccogliere in sé il progetto e l'impegno di ogni esperienza umana. Tema, quindi, ineludibile, anche se la cultura contemporanea, non di rado, sembra essersi rassegnata a proporne una considerazione solo parziale e frammentaria o, addirittura, ad affermarne troppo rapidamente l'impraticabilità. Proprio per questo è parso utile ritornare alle sue profonde radici bibliche, segnatamente a quelle dei Salmi (R. Vignolo) e ripercorrere alcuni dei capitoli più illuminanti della sua ricca tradizione filosofica, teologica e spirituale come illustrata dall'itinerario di Agostino (A. Montanari). Ricollocando inoltre il tema nel suo orizzonte più proprio e naturale, quello della fede e della morale cristiana (P. Sequeri e G. Angelini). O, come spesso la tradizione cristiana ha amato esprimersi, all'interno del misterioso e affascinante rapporto tra la "conoscenza di sé" e la "conoscenza di Dio".
Il volumetto contiene le prime due biografie del "curato santo", come lo definì Alessandro Manzoni, che ben conosceva le molteplici virtù di quest'umile e nascosto parroco del minuscolo paese di Chiuso: la biografia stesa dal suo medico Gaspare Ghislanzoni, a otto giorni dalla morte (13 aprile 1822); e quella, più ampia e articolata, redatta qualche anno dopo da Paolo Laini, un chierico di Chiuso testimone oculare della santità di don Serafino. Alle due biografie si aggiungono: la preziosa testimonianza del Manzoni che nel Fermo e Lucia in breve righe delineò il profilo più incisivo e suggestivo del "Prete Serafino"; gli interventi del cardinale Schuster; e il testamento del Morazone, indice della decorosa povertà del parroco, della sua cura per le minuscole proprietà, e del suo affetto riconoscente per i membri della sua famiglia.Si tratta dei documenti più importanti sul "novello curato d'Ars" - come Schuster lo chiamava -, che, pur con strana lentezza, si sta avvicinando all'onore degli altari, sui quali, comunque, i "semplici", tramandandone l'ammirazione e la memoria, già lo hanno da quasi due secoli collocato.
Il testo consiste in due diari spirituali del card. Giovanni Colombo, uno del periodo della giovinezza e l'altro redatto alla vigilia della chiamata all'episcopato ambrosiano.
La lettura del cristianesimo in termini ascetici è oggi facilmente da tutti respinta, addirittura con indignazione; tuttavia, è diffusamente riconosciuta la pertinenza di quella lettura per riferimento alle immagini della vita cristiana di fatto proposte da una lunga tradizione, dottrinale e pratica. Il modello ascetico conferisce in ogni caso all'impegno pratico del cristiano tratti assai dubbi. Intende infatti quell'impegno nell'ottica della relazione del soggetto con se stesso, non invece con Dio e con il prossimo. In tal modo appare pregiudicata la possibilità di comprendere due aspetti assolutamente qualificanti dell'agire cristiano: (a) il nesso tra agire cristiano e fede anzitutto; (b) il nesso tra agire cristiano e carità: figura sintetica dell'agire cristiano è l'amore del prossimo, e non invece la padronanza di sé. Ad illuminare il senso e il valore del momento ascetico dell'impegno morale del cristiano, è stata dedicata nel 2005 una Giornata di studio del Centro Studi di Spiritualità della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, di cui qui sono pubblicati gli atti, che contengono oltre all'Introduzione (C. Vaiani), i saggi di A. Montanari sulla tradizione storica dell'ascetismo cristiano e di G. Angelini, impegnato più sul livello teorico della questione.
Considerata il capolavoro di Saint-Jure, l'opera L'uomo spirituale, edita nel 1646 e tradotta nella presente edizione, conobbe grande successo con numerose riedizioni fino a tutto il XIX secolo. Altrettanto rapidamente dimenticata, insieme al suo autore, costituisce una tessera molto importante del grande e complesso mosaico della spiritualità francese del '600. L'autore intende offrire una summa completa della vita spirituale, trattandone i temi più importanti, con ampi e continui riferimenti alla Scrittura e alla tradizione patristica e teologica.La prima parte definisce l'uomo spirituale come colui che è guidato dallo spirito di Cristo e descrive la vita che lo Spirito genera in lui, trattando anche del discernimento degli spiriti e dei doni dello Spirito Santo.La seconda parte è invece dedicata ai 'principi generali della vita spirituale': il fine dell'uomo, l'unione a Cristo, la fede, la preghiera, la pace interiore.