Il volume presenta due scritti del beato B. Francesco Pianzola. Entrambi illuminano il vissuto spirituale dell'autore, rivelando una scelta di fondo, maturata durante la formazione al sacerdozio: la scelta di "formarsi per formare" condividendo cammini e convinzioni non pensati "a tavolino", ma nati dall'esperienza personale e da uno stile missionario di prossimità alla vita dei giovani e della gente cui dedicherà il suo ministero. Il Notes, inedito, su cui il Pianzola raccoglie pensieri e propositi a partire dal 1904, resterà punto di riferimento e fedele "compagno di viaggio", per tutta la vita. Il Breve metodo di vita spirituale, edito nel 1912, è presentato come un "corredo spirituale" offerto alle giovani cristiane per sostenere il loro cammino di fede e testimonianza. Pagine che interpellano, ancor oggi, a educarci e educare alla vita buona del Vangelo.
In un contesto ecclesiale e culturale di distanza dal testo biblico, Charles de Foucauld (1858-1916) ha scelto di formare la sua vita e la sua missione alla scuola della Parola di Dio. L'assidua meditazione scritta del Vangelo ha trasformato la sua esistenza e lo ha condotto a compiere atti d'amore verso Dio e verso i fratelli, attraverso forme di relazione accoglienti e rispettose della condizione di vita di ciascun uomo e donna. Il fedele approccio ai Vangeli è diventato, nel tempo, principio ispiratore e regola per la vita di altri: l'eredità che frère Charles ha lasciato è stata raccolta da vicini e lontani e dai gruppi ecclesiali nati al suo seguito. Religiosi, laici e sacerdoti, nelle loro condizioni di vita e sparsi in tutto il mondo, continuano a praticare la modalità di affidamento al Vangelo che Charles de Foucauld ha inaugurato. La familiarità con la Parola, atto d'amore verso Dio e verso il prossimo, genera atti di bontà e promuove un'esistenza di universale fraternità, che è autenticamente ecclesiale perché umana secondo lo spirito del Vangelo.
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano nel febbraio 2014. Il tema discusso procede dalla constatazione che oggi il fedele cristiano e l'uomo secolarizzato non definiscono più semplicemente il "dentro" e il "fuori" rispetto alla chiesa, ma si mescolano in essa, ormai inestricabilmente. Il popolo del "senso religioso" e "dei sacramenti" è ormai in larghissima parte costituito da questo "genere misto". Di qui la questione. È teologicamente corretta - e corrisponde esattamente alla realtà - la sbrigativa iscrizione di queste folle nella secca definizione del "cristiano incoerente", o addirittura del "battezzato non-credente"? Tra la fede del discepolo che approda alla sequela del Signore e quella della cananea e del pubblicano che si affidano a Lui, non esiste forse qualche legame più profondo delle differenze di vita che li separano? Per approfondire questi interrogativi è sembrato opportuno rivisitare la questione del rapporto fra ethos cristiano ed ethos civile. Quali abitudini di vita corrispondono alla fede cristiana? E in che modo si definiscono, nel quadro dell'umano che è comune?
La metafora della notte manifesta la sua efficacia anche per definire la congiuntura presente, nella quale l'ansia generata dalle tenebre e lo spasmodico desiderio di rivedere la luce accentuano la crisi (economica, morale, civile, sociale, culturale, personale) che tutti coinvolge. La caduta di tante sicurezze, il disorientamento e la precarietà sono per molti motivo di scoraggiamento, che trova espressione nella domanda: "Perché mi devo impegnare?". Non a caso la nostra epoca è stata paragonata all'esilio. Come allora Israele si è trovato privo di tutte le sue sicurezze, anche l'uomo di oggi, specie in Occidente, ha perso molti punti di riferimento. Nella Scrittura, però, l'esilio assume i tratti di una esperienza spirituale, perché anche i tempi di "crisi" racchiudono una loro grazia e dalla sofferenza di questi momenti possono germogliare semi di speranza. A questo tema il Centro studi di spiritualità di Milano ha dedicato la sua annuale Giornata di studio nel gennaio 2014 e ne pubblica ora gli Atti che indagano gli aspetti biblici, storici e spirituali della questione e si propongono di offrire una lettura critica, a più voci, della crisi che ci avvolge, alla ricerca di un senso che aiuti a interpretare e a vivere meglio il nostro tempo.
Il volume raccoglie gli Atti del XXIV corso di aggiornamento promosso dall'ATI. Il tema affrontato anticipa in modo singolare il prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia. Il corso ha avuto un impianto interdisciplinare, mettendo in dialogo voci diverse, non solo teologiche e non solo cattoliche. Il senso dell'amore coniugale è stato indagato alla luce della riflessione filosofica e teologica. Passi biblici tradizionali hanno avuto nuove vie d'interpretazione. La figura ecclesiale della coppia cristiana, nata dalla grazia del sacramento, è stata investigata nella sua missione specifica, con senso inclusivo verso altre figure di coppia. La sacramentalità cattolica del matrimonio si è specchiata con la svolta operata da P. Evdokimov per la tradizione ortodossa e l'apertura recente di autori protestanti. Infine, il tema emergente della fede all'interno del consenso sponsale fra battezzati ha permesso una ricognizione sulla ricerca e sulla prassi che recentemente sono portati avanti dall'azione pastorale, dalla giurisprudenza canonica e dal pensiero teologico sistematico. La raccolta degli Atti in questo volume permette di avere un ampio sguardo su come la ricerca teologica cerchi di rispondere alle domande che nascono dall'esperienza coniugale di molti credenti e della Chiesa intera.
Una predicazione piccola quella che queste pagine offrono: come una seminagione che si apre al germoglio dello Spirito, nel riferimento alla Parola e nell'irrinunciabile rimando alla centralità di Gesù Cristo. Si tratta di semplici riflessioni, piccole omelie, con tono comunicativo ed efficace, in cui il rigore del teologo si coniuga con l'intento e la capacità di rispondere alle domande fondamentali che sono nel cuore dell'uomo: giovani e adulti, credenti e non. Traspare comunque il vissuto di fede dell'autore, che intende dar forma alle esigenze della vita cristiana, di un cammino spirituale cercato e ritrovato nel silenzio e nella contemplazione dei misteri cristiani. Pagine dunque da meditare, il cui messaggio, da recepire in ogni omelia, è da assaporare con profondo ascolto, per tradurlo in vita.
Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? Gesù sembra avere dubbi. La fede è in pericolo, oggi come sempre, oggi più di sempre; così pare. Per ragioni diverse. Ci sono le ragioni legate alla fine civile della religione; nonostante poche voci in contrario, la fede ha bisogno di religione; si edifica sul timor di Dio, su una percezione atmosferica del fiato di Dio sul nostro collo. Tale percezione precede ogni credenza e la rende possibile. Delle minacce alla fede che vengono dalla cultura secolare del nostro tempo si occupa la terza parte del saggio. Ci sono ragioni connesse alla rappresentazione scadente della fede dei secoli passati; essa ha nutrito un irreale conflitto tra fede e ragione. Alla ritrattazione di tale questione è dedicata la seconda parte del saggio; la fede, lungi da contrapporsi alla conoscenza, la genera. Per capire questo occorre però cambiare le nostre immagini di conoscenza. Per capire che cosa sia fede, occorre soprattutto interrogare il testo biblico, leggendolo con gli occhi fissi sulla vita e non sul testo. È quel che viene fatto nella prima parte. Il saggio diventa in tal modo una specie di mappa per la ricognizione di tutti i dubbi che oggi insidiano la fede.
INDICE
L'ascolto e il confronto intelligente. Ricerca e didattica filosofica nella Facoltà di teologia
SEQUERI Pierangelo
Modelli di teologia filosofica
EPIS Massimo
Passioni e politica. Un tema fondamentale per la filosofia sociale
PULCINI Elena
Nello splendore della verità. L'estetica teologica di P. Florenskij ne "La colonna e il fondamento della Verità"
BERNARDI Piergiuseppe
Aspetti del legame sociale nel magistero di Benedetto XVI
GUENZI Pier Davide
Un duplice paradosso segna oggi l'esistenza dell'uomo. Da una parte l'ideologia moderna sembra aver già deciso tutto rispetto a Dio, e anzitutto che Dio non c'entra nulla con il mondo, con la vita e con le cose di ogni giorno. Dall'altra - ed è quasi il risvolto della stessa medaglia - il cuore umano è sempre vinto dall'ansia di una fuga verso il cielo, è tentato cioè di ricercare Dio "al di là" del mondo. In entrambi i casi il rischio è di escludere Dio dagli orizzonti del quotidiano. L'ottica cristiana invece, pur senza eliminare il mistero, non cessa di ripeterci che Dio è colui che viene nel mondo, e il suo distinguersi da esso non esclude la possibilità di coglierlo come familiare nelle umili cose della vita di ogni giorno (la famiglia, il lavoro, lo studio, la preghiera, la casa, la città, il riposo, il tempo). La semplice realtà quotidiana, infatti, nasconde in sé il miracolo eterno, il mistero silenzioso di Dio che ci raggiunge nella drammatica dell'esistenza concreta. Al tema è stato dedicato il XII corso residenziale del Centro Studi di Spiritualità di Milano, tenutosi nel luglio 2013 a Marola (RE), di cui il presente volume raccoglie gli Atti.