Il presente volume, è il risultato di un confronto appassionato e competente che viene da lontano e che ha visto confrontarsi nel 2009, studiosi di alcune Facoltà di teologia e di importanti Università italiane, interessati a chiarire il rapporto uomo-natura e scienza-fede. Gli anniversari darwiniani - nascita e pubblicazione de L'origine delle specie del 1859 - sono stati dunque l'occasione propizia per una discussione, che è irriducibile a mera celebrazione di Darwin e a scontata apologetica della fede, ma che ha attivato invece un corpo a corpo vigoroso e rispettoso tra la fede e la scienza. L'obiettivo della comune ricerca rigorosa e dello sforzo comunicativo attestati da questa pubblicazione è uno solo: render ragione, per quanto è possibile, della singolarità e dell'eccezionalità della realtà integrale dell'uomo che la scienza ha reso più problematica e per questo ancor più interessante.
Il volume presenta la raccolta degli Atti del VIII corso residenziale del Centro Studi di Spiritualità di Milano, tenutosi nel luglio 2009 a Gazzada (VA). Il corso è stato ispirato dalla percezione dell'importanza assunta dalla dimensione spirituale nella dinamica religiosa contemporanea; una dimensione che manifesta l'affiorare di un innegabile bisogno di senso in una cultura segnata non solo dalla globalizzazione e dal pluralismo, ma anche da un diffuso individualismo religioso. Tale situazione ha definito nuove modalità di rapportarsi al sacro, nelle quali entrano in gioco la libertà, il bisogno di significato o il bisogno di realizzazione. Queste nuove prospettive, in un contesto pluralistico come il nostro, aprono inevitabilmente a nuove tematiche e a "nuovi desideri di spiritualità", nei quali giocano un ruolo preponderante le emozioni, il benessere personale, la felicità, il successo, la guarigione e l'armonia, ma fanno spazio, al tempo stesso, al miracolistico e alla magia. Tale complesso fenomeno, non può essere ignorato dal pensiero teologico, perché coinvolge inevitabilmente la spiritualità e la stessa prassi di vita cristiana. A tale scopo sono qui raccolte le riflessioni sul tema secondo la prospettiva spirituale (Secondin), sociologica (Berzano), di storia del pensiero cristiano antico (Montanari), teologica (Canobbio).
Il volume si propone di descrivere in maniera essenziale e sintetica l'ordine cristiano, ossia la visione del mondo a partire da Gesù Cristo che è colui che fonda l'ordine cristiano, in quanto egli è il "principio" del mondo. In particolare i 25 brevi capitoli in cui è suddivisa l'opera, e quindi l'ordine cristiano nelle sue idee qualificanti (Gesù Cristo, la Trinità, l'uomo, il peccato, la Chiesa, i sacramenti, la preghiera, i santi, etc.), sono diretti a sciogliere alcuni nodi che ancora oggi legano la coscienza del 'cristiano medio', turbandone la chiarezza e inceppandone la libertà.
Il "principio dialogico" è il "filo d'Arianna" scelto per attraversare la vasta e affascinante opera di Balthasar: esso indica un sentiero promettente e non ancora pienamente esplorato. La cornice entro la quale il saggio si colloca è offerta dall'ipotesi che il "principio dialogico" sia interpretabile come chiave di volta di una possibile teoria del soggetto diversa da quella costruita sul trascendentale. Se tale ipotesi ha una sua plausibilità, essa invita ad una revisione (almeno parziale) dell'immagine di Balthasar come teologo che, quale custode arcigno della trascendenza della Rivelazione, giunge fino alla radicale esclusione di qualsivoglia accostamento antropologico al cristianesimo. Rimane tutto lo spessore della sua critica, a volte aspra, all'approccio trascendentale - e segnatamente a quello elaborato da Rahner - ma ci sarebbe anche - nei suoi testi - l'indicazione di una via antropologica alternativa: una via che va "oltre il trascendentale" ma non "oltre il soggetto". L'indagine presente è un primo passo su questa via e un invito a percorrerla fino in fondo, anche per verificare la fecondità teoretica di una lezione balthasariana - quella sul "principio dialogico" - che attende ancora di essere pienamente valorizzata.
Nell'attualità degli studi biblici rimangono ancora in primo piano le questioni dell'identità e fondazione d'Israele e del rapporto tra storia come scienza moderna e testo biblico. Questo volume attraverso lo studio della pericope dell'alleanza di Moab di Dt 28,69-30,20 cerca di dare una risposta articolata e nello stesso tempo accessibile ad entrambe le problematiche attraverso la categoria di memoria fondatrice. Essa è prodotto del processo storico-teologico che ha visto Israele come protago-nista della comprensione di sé e delle proprie vicende dopo l'evento dell'esilio babilonese. In questo lavoro si dimostra quindi che "quello che da molti è stato considerato, nel corso delle ricerche, come un gesto tardivo e secondario, può in realtà essere ritenuto come il vertice sintetico di un filone di pensiero di Israele, anzi addirittura come un momento fondante della realtà storica del popolo eletto" (dalla presentazione del card. Carlo Maria Martini).
L'annuncio della risurrezione, fondamento della speranza cristiana, chiede costantemente l'intelligenza della fede, per mostrare la forza rinnovatrice del mistero del risorto per ogni uomo e per venir proposto in maniera significativa anche alla cultura attuale. Tale è l'intento del volume che presenta il vivace confronto tra i teologi dell'Associazione Teologica Italiana nell'annuale corso di aggiornamento svoltosi nel 2008. In ascolto delle voci più aggiornate sul tema muove, da un lato, approfondendo il significato cristologico-trinitario dell'evento pasquale, dall'altro, osa declinarne le implicazioni antropologiche, sociali e cosmiche, mostrandone le reali implicazioni sulla vita intera dell'uomo. L'evento della risurrezione, introducendoci nel mistero di Cristo annunciato dalla Chiesa, ha infatti la pretesa di illuminare non solo il volto di Dio, ma anche di rischiarare la vita dell'uomo. Un tema di sempre che torna nuovo nell'oggi.