La convergenza tecnologica e l'ibridazione con la Rete non hanno prodotto nell'ultimo decennio la tanto attesa (e paventata) fine della televisione. Ma certamente ne hanno ridisegnato i confini, ridefinendone gli operatori e i modelli produttivi e distributivi, moltiplicandone schermi e setting di fruizione, dilatandone l'esperienza, e i suoi significati, oltre l'originale unicità del medium e la stabilità delle pratiche di consumo. Questa nuova TV fluida, ubiqua, senza limiti di tempo, componibile, modulabile e definitivamente avvolgente ci pone davanti a una serie di sfide teoriche ed empiriche ineludibili: in primo luogo, l'idea di flusso, alla base della televisione dei palinsesti, sta cedendo spazio alle pratiche audience-controlled, che ridefiniscono schermi e tempi di visione, promuovono la circolazione (digitale) dei contenuti e integrano l'interattività nell'esperienza televisiva. In secondo luogo, ai broadcaster tradizionali si vanno affiancando nuovi player Over The Top (come, per esempio, Netflix e Amazon) all'interno di un ecosistema in cui cambia il modo di concepire e distribuire contenuti televisivi. Infine, le audience stesse, impegnate in un inesauribile andirivieni di esperienze che entrano e escono dai confini del medium, degli schermi e dei singoli contenuti, impongono una revisione dei modelli di osservazione, analisi e valorizzazione delle pratiche di consumo, con uno sguardo interessato a comprendere la nuova centralità della/e televisione/i.
Un «uomo che ha visto anticipatamente la storia»: così papa Francesco ha definito Paolo VI. Giovanni Battista Montini è stato un uomo del suo tempo, che si è confrontato e scontrato con le questioni della modernità europea e occidentale. Ma la crisi della Chiesa alla fine degli anni Sessanta aprì una fase nuova della sua vita. Dopo essersi lungamente impegnato nel governo della Chiesa, riformandone i retaggi temporalisti e anacronistici, Montini ha dovuto affrontare uno sconvolgimento dell'orizzonte storico che ha reso impossibile una gestione dall'«alto» e dal «centro» dell'istituzione ecclesiastica, come spiega Andrea Riccardi. Questo volume mette a fuoco l'attualità dell'«ultimo» Paolo VI, che si aprì al mondo nuovo della globalizzazione attraverso un confronto sempre più ampio con le grandi questioni della pace (ne parla in questo libro il cardinale Parolin); le realtà dell'America Latina, dell'Africa e della Cina; i nuovi rapporti tra Nord e Sud; la situazione nei paesi comunisti dell'Europa Orientale. Nell'impossibilità di definire un modello unico di Chiesa all'interno di un cambiamento sempre più imprevedibile, Paolo VI si è affidato soprattutto a due bussole: il primato del Vangelo e il «sacramento del povero», che - attraverso l' Evangelii Nuntiandi - hanno orientato anche il rinnovamento della Chiesa latino-americana e la «teologia del popolo» argentina cui si è ispirato papa Francesco.
I politici sono davvero succubi dei media in una società ossessionata dallo strapotere dell'informazione? In realtà i governi hanno imparato a usare a proprio vantaggio l'apparente supremazia della stampa grazie agli spin doctor, i moderni «stregoni della notizia». In questo saggio, Marcello Foa aggiorna e amplia il testo del 2006. L'autore spiega come e perché sia possibile orientare e all'occorrenza manipolare l'informazione, spesso all'insaputa degli stessi giornalisti. Ricco di aneddoti e retroscena sui grandi fatti recenti - dalla guerra in Iraq a quella in Siria, da Renzi a Macron fino alle fake news - svela con chiarezza le logiche, le tecniche, i trucchi usati dai grandi persuasori al servizio delle istituzioni. II libro ribalta con onestà intellettuale molti luoghi comuni sul Quarto Potere. Un testo per chi vuol capire il ruolo e i misteri del mondo dell'informazione.
La scuola ha oggi bisogno di una didattica che attivi i sensi e recuperi la materialità del sapere, ponendo attenzione, ai fini dell'apprendimento, alla qualità sensibile e quindi anche estetica degli oggetti. Qui vogliamo definire i fondamenti, i criteri e le qualità tramite i quali è possibile realizzare una didattica sensoriale in dialogo tra le scienze dell'educazione e quelle della progettazione, presentando una rassegna di schede che catalogano oggetti e materiali provenienti sia dal mondo del design, sia dal mondo della formazione. Un approccio sinergico tra educazione e design costituisce infatti la premessa per sviluppare "oggetti per imparare", che da un lato sostengano l'apprendimento aperto e diversificato e dall'altro stimolino l'esplorazione e la creatività. Prendere in considerazione la potenzialità educativa degli oggetti significa impadronirsi di una tecnica che può offrire nuovo nutrimento culturale alla didattica scolastica: la sfida di questo libro è dare forma concreta a questa nuova visione della didattica.
La nascita e la rapida diffusione dell'antisemitismo moderno, politico e razziale, tra Otto e Novecento, ha messo in difficoltà la Chiesa cattolica: da un lato, essa aveva da secoli un atteggiamento antiebraico, che in passato aveva prodotto, nell'Europa cristiana, un regime di segregazione in cui la minoranza ebraica era preservata ma discriminata; d'altro lato, l'antisemitismo razziale, fenomeno pienamente secolarizzato, non teneva in alcun conto il battesimo, ritenendo che un ebreo restasse tale anche convertendosi al cristianesimo. Inoltre, l'antisemitismo metteva in discussione l'unità del genere umano e aveva componenti anticristiane. In quel frangente, la Chiesa ha operato una debole distinzione tra la propria tradizione antiebraica e l'antisemitismo, tentando di salvare la prima pur condannando il secondo, ma ha anche avviato una riflessione complessiva sul rapporto con l'ebraismo. In questo libro si ricostruisce il percorso di riscoperta, da parte cattolica, del legame spirituale tra ebraismo e cristianesimo, come risposta all'antisemitismo, in un processo che porta al Concilio Vaticano II e alla dichiarazione "Nostra aetate", con il superamento dell'antica ostilità religiosa e l'apertura di una stagione nuova nei rapporti tra le due fedi.