Fondato nel 1991, l’Ensemble Calixtinus si ispira all’omonimo codice e da esso trae spunto per una ricerca sulle pratiche vocali e strumentali dall’ XI al XV secolo. Alla passione per la musica unisce rigorosi studi storici, linguistici ed iconografici, necessari per ricostruire le viventi tradizioni musicali dell’Europa medievale, e in particolare della regione mediterranea.
La Rossignol è un gruppo originario di Soresina (Cremona) costituito da artisti e ricercatori, che hanno come obiettivo la diffusione della musica antica, rinascimentale italiana con particolare attenzione per le indagini storiche, iconografiche e per l’aspetto spettacolare del proprio lavoro. Essi infatti si esibiscono in costume e con strumenti d’epoca, avendo intraspreso fin dal 1987 un intensa attività di performances dal vivo in Italia e all’estero, in particolare in Ungheria, Austria, Svizzera, Francia, Tunisia, Israele, Algeria ed Egitto.
Tra le innumerevoli rassegne di grande prestigio cui hanno partecipato per brevità si ricordano solo l’Autunno Musicale in Como, l’International Venice Festival, Recitarcantando, le Colombiadi di Genova, le Settimane musicali di Ascona, il Carnevale di Venezia, l’International Reinaissance Festival di Israele .
Il gruppo ha inoltre all’attivo numerose collaborazioni con la RAI (Uno Mattina, Festival di Sanremo, GEO& GEO), con Mediaset e con il cinema ("Il mestiere delle Armi" di Ermanno Olmi); consulenze e direzioni artistiche (tra cui il 1° Festival italiano di Musica e Danza Rinascimentale); corsi di formazione ed aggiornamento e la realizzazione di musiche per spettacoli teatrali e di danza antica.
La Rossignol è una società fra artisti e ricercatori che realizza iniziative tese a diffondere la musica antica. In Anno Domini MCCC vuole riproporre un esempio delle musiche che accompagnavano gli antichi pellegrini in cammino verso le Sante Mete della fede, sulle vie medievali simbolo di un percorso di "scoperta" del mondo e di se stessi. Quei canti ci sono stati trasmessi da alcuni importanti manoscritti nei quali i curatori raccoglievano e trascrivevano gran parte del patrimonio fino ad allora tramandato solo oralmente.
Realizzando un'opera per sola orchestra, al fine di esaltare la forza espressiva che ogni strumento sa trasmettere, l'autore, ispirato dalle famose melodie e dai loro testi, usa per gli arrangiamenti una particolare tecnica compositiva che ne sottolinea il carattere figurativo, portando l'ascoltatore ad immaginare il brano stesso. L'armonia si basa sui principi della polifonia: ogni voce (strumento) segue una melodia autonoma. Tra i diversi principi polifonici il "canone" rappresenta la forma più rigorosa: un'unica melodia appare in tutte le altre voci a distanze successive ben definite.
Il drammatico evento della Settimana Santa viene trasfigurato dalla musica sublimando la sofferenza la sofferenza di Cristo. Lo scenario della Passione viene "illuminato" dalla promessa salvifica che ne stempera la drammaticità. La musica diviene la chiave soprannaturale per leggere la morte come vittoria, la povertà come ricchezza, l'amore come potenza.
Christus Dominus è il terzo di una collezione di CD nata con l’intento di accompagnare musicalmente l’anno liturgico. Della stessa serie e dello stesso interprete fanno parte “Christus Natus - Melodie di Natale” ( CDNCS 0142) e “Christus Crucifixus - Melodie della Passione” (CDNCS 0149).
Il presente ciclo di brani comprende le feste di Pasqua, Ascensione, Pentecoste seguendo una rigorosa simmetria: il pezzo numero 1: "Cristo risusciti" si relaziona alla Pasqua, il numero 5: "Nei cieli un grido risuonò" all' Ascensione ed il 9: "Veni Creator Spiritus" alla Pentecoste.
Essi rappresentano figurativamente le 3 colonne portanti delle solennità pasquali.
In questa architettura musicale le citazioni di "Veni Creator Spiritus" e "Cristo Risusciti" appaiono come arcate di collegamento e così "Cristo risusciti" si interseca sottilmente ed in svariati modi nei brani 2, 3, 4, mentre in modo analogo "Veni Creator Spiritus" viene ripreso nei pezzi 6, 7, 8.
Gli elementi compositivi, dalla quale nascono forma e configurazione, seguono lo stesso principio apparso nei CD precedenti e sono: la melodia principale, un canone a 4 voci e un contro-tema.
'Christus Natus' è il primo di una collezione di 5 CD nata con l’intento di accompagnare musicalmente l’anno liturgico nel nuovo millennio cristiano. Nell’intero ciclo vengono raccolte in modo tematico le melodie tradizionali che scandiscono le più importanti solennità festive, percorrendo le tappe della vita di Cristo: l’autore ha voluto rinnovare la veste di questo repertorio con un arrangiamento per intera orchestra.
Per gli arrangiamenti Wilde usa una particolare tecnica compositiva che vuole stimolare con suggerimenti visivi una fruizione pittorica della musica, portando l’ascoltatore ad immaginare il brano. Per ottenere questo effetto egli ha tratto ispirazione dai testi, che gli hanno suggerito di volta in volta le sfumature da dare al brano. L’ascoltatore viene così coinvolto in questo viaggio musicale pensato cronologicamente: dai primi sentimenti che l’attesa del Messia procura fino ad arrivare a vedere la stella che guida i pastori davanti alla grotta di Betlemme.
L’armonia si basa sui principi della polifonia: ogni voce (strumento) segue una melodia autonoma. Le nove composizioni hanno un metodo compositivo comune.
La struttura viene suddivisa in tre parti: il tema, ovvero la melodia conosciuta che dà titolo al brano; il canone, ovvero la creazione di una melodia che si ripete ad intervalli regolari; la controparte, melodia di invenzione dell’autore, che si interseca con le altre. Il risultato di questi incastri crea delle suggestioni musicali visive/immaginative che tornano all’ascoltatore per farlo partecipare in prima persona all’evento.
Una costellazione di immagini sfumate meditative, sognante poesia nuziale dell’amore tra Dio e l’umanità: così ho voluto raffigurare nella policromia di questo recital così ricco eppur essenziale, il mistero dei miracoli del Signore. Segni del Regno che viene, carezza del Dio vicino, ne ho voluto offrire una lettura vivace, coraggiosa, partecipata.
Il punto di vista è quello di uno spettatore del tempo: di quel “tempo intermedio” che è in fondo anche il nostro stesso stato “esodale”, il nostro essere in cammino verso un’eredità promessa e donata, attesa e già vissuta; un “tempo” di ieri e insieme di oggi, che solca i millenni e congiunge “sacramentalmente” l’esperienza dei testimoni oculari a quella dei nostri giorni affaticati e incerti. L’inno incastonato a mo’ di inclusione tra inizio e fine della rappresentazione traduce questo respiro che dissolve e riannoda spazio e tempo: “Venite con noi… è passato l’inverno!”. Un invito, dunque, a condividere la gioia messianica, ma anche un messaggio di ardente speranza: nel cuore della notte, è ancora possibile cercare le note silenziose della lode a Colui che ha abbracciato la nostra infamia per avvolgerla nel suo manto regale: “Alla tua ombra, Signore…”. È così che l’immagine si fa
icona, la poesia si fa preghiera, il canto si fa lode: la sequenza cinematica si arresta, le “pose fotografiche” bloccano il flusso narrativo e vi iniettano il respiro plastico di uno spazio simbolico. Ho deciso di commentare in questo modo le scene dei miracoli: attraverso un intreccio di mimica, meditazione poetica ed evocazione simbolica che
esalta sinergicamente i vari registri espressivi e li fa interagire. Al centro, il “miracolo-icona” di una conversione possibile: quello testimoniato dalla peccatrice, in un gioco chiaroscurale che avvolge il lucore opaco di un falso amore e lo trasforma, ai piedi del Principe del cielo, in ombra luminosa di un Amore vero. Qui che si arresta – ma solo
per innestare un circolo infinito di nuovo e sempre più “vero” amore – la parabola meditativa del recital: ai piedi del Signore, all’ombra del sepolcro che il suo Giorno ha inondato di luce. “Alla tua luce fugge la nostra paura; alla tua ombra, un canto si innalza nella notte. Non siamo più soli: Tu sei vicino. Alla tua ombra, Signore…”. Ringraziare
chi mi è stato accanto in questo lavoro è il più doveroso, ma anche il più ingrato dei compiti, soprattutto se a collaborare – come in questo caso – sono stati veramente in tanti. Volti amici, persone la cui opera si è spesa nel silenzio, con la discrezione e l’umiltà di chi sa servire ed amare senza chiedere nulla in cambio. È così che mi piace pensare a mia madre, fondatrice ed ispiratrice del Movimento Apostolico, testimone dell’amore del Crocifisso risorto, esempio di dedizione e di sacrificio; è così che penso alla mia famiglia, e particolarmente a mia figlia Bernadette, perla preziosa e cuore delle mie attenzioni quotidiane; è così, ancora, che penso a monsignor Costantino Di Bruno, Assistente ecclesiastico centrale del Movimento, guida e orientamento luminoso del nostro cammino di fede. Un grazie vivissimo a tutti… Un ricordo va anche a tutti i sacerdoti che mi sono stati vicini, a tutti gli aderenti che si sono prodigati per rendere possibile questa rappresentazione, a tutti i giovani che sono stati coinvolti – molti dei quali per la prima volta – e con il loro impegno hanno dato prova di amore grande per il Signore.
Il fatto di averli visti lavorare gomito a gomito, immedesimati nelle loro parti, rapiti dal mistero che sapevano di poter testimoniare con la recitazione, la danza, il canto o – assai spesso – con il lavoro silenzioso svolto “dietro le quinte”; è questa la più edificante
dichiarazione di fede, un dono che ci ha arricchiti tutti, senza eccezioni. Con loro, ho ripetuto entusiasta il sì di ogni giorno: il sì alla missione di annunziare e ricordare al mondo la parola del Vangelo, con coraggio e freschezza. . . con la gioia di chi ha scoperto, all’ombra dell’Altissimo, il tepore di un sole che non tramonterà mai
sulla storia degli uomini.
Ecce Novum Gaudium è il nuovo album de La Rossignol che raccoglie le musiche ed i canti natalizi nel periodo Rinascimentale. Il CD è diviso in tre parti: l’Annunciazione, la Natività e la Festa. Tutto il materiale proviene da libri e da codici antichi, manoscritti o editi a stampa, oppure da ricerche effettuate da etnomusicologi nel corso del XX secolo.
Il programma esordisce e si conclude con due brani della tradizione orale suonati con la cornamusa (baghèt) e con i ciaramelli, strumenti divenuti nell’immaginario collettivo il simbolo musicale del Natale: a preludio una Pastorale bergamasca e a postludio Oh Santissima, un celebre canto natalizio siciliano.
I MUSICISTI
ROBERTO QUINTARELLI, canto, flauti diritti
ERICA SCHERL, vielle, violino antico
MATTEO PAGLIARI, flauti diritti, traversa, cornamusa, stridulo, storte
LUCIO TESTI, ciaramelli, striduli, bombarda, storte, dulciana
FRANCESCO ZUVADELLI, clavicembalo, organo positivo, ghironda
DOMENICO BARONIO, liuto, chitarrino da sette corde, chitarra moresca, citola, colascione, percussioni
PROGRAMMA
1.TRADIZIONALE - Pastorale natalizia 2’10”
ANNUNCIAZIONE
2.GREGORIANO - Veni, Veni Emmanuel 2’13”
3.ANONIMO Sec. XV - Angelus ad Virginem 3’04“
4.GIOVANNI PAOLO CIMA - Vidi speciosam 3’14”
5.TRADIZIONALE - El Angel Gabriel 1’27”
6.JAKOB ARCADELT - Ave Maria 2’03”
7.EUSTACHE DU CAURROY - Noël 2’29”
8.ANONIMO Sec. XV - Resonet in laudibus 2’06”
NATIVITA'
9.ANONIMO Sec. XVI - Ecce novum gaudium 1’59”
10.LIONEL POWER - Beata progenies 2’57”
11.MICHAEL PRAETORIUS - Quen pastores laudavere 1’36”
12.CANCIONERO DE UPPSALA - Verbum caro factum est 2’20”
13.ANONIMO Sec. XVI - Un flambeau, Jeanette Isabelle 2’14”
14.GIOVANNI PAOLO CIMA - Hodie Christus natus est 4’21”
15.PIA CANTIONE - Personent Hodie 1’56”
IN FESTA
16.ANONIMO Sec. XVI - Gaudete quia vobis 1’39”
17.ANONIMO Sec. XVI - Gaudete 1’56”
18.ANONIMO Sec. XVI - Entrata dei Magi 2’24”
19.ANONIMO Sec. XVI - Parton dall’oriente 3’53”
20.THOINOT ARBEAU - Noël branle 2’15”
21.TRADIZIONALE - Quanno nascette Ninno 5’07”
22.ANONIMO Sec. XVI - Danza dei pastori 2’55”
23.TRADIZIONALE - Oh Santissima 1’30”