La "Grande grammatica", pubblicata fra il 1988 e il 1995, costituisce una completa descrizione della nostra lingua. I tre volumi, usciti separatamente e più volte ristampati, sono ora ripresentati insieme, dopo una minuta revisione che ha comportato anche alcuni ampliamenti in particolare nel primo volume, e con una nuova introduzione generale.
Questo manuale, dedicato alla metodologia e alle tecniche di cui si avvale la ricerca sociale, si compone di 4 volumi che, pur rappresentando tappe di un percorso di approfondimento unitario, possono essere utilizzati in modo autonomo. In questo primo volume sono illustrati i due paradigmi fondamentali della ricerca sociale - quello qualitativo e quello quantitativo - a partire dalle loro origini nel pensiero filosofico per giungere fino alle concrete applicazioni empiriche.
Personalità di rilievo della Democrazia cristiana e uomo delle istituzioni (al governo ininterrottamente dal 1966 al 1981), Adolfo Sarti ha prodotto più di trenta annate di diari - una preziosa e ricchissima fonte d'archivio rimasta sinora inedita che racconta in modo dettagliato e interno le vicende del partito di maggioranza e la storia dell'Italia repubblicana. Questo volume - focalizzato sugli anni che vanno dal secondo dopoguerra alla strage di Piazza Fontana e all'esplosione del cosiddetto «autunno caldo» - costituisce la prima parte di un lavoro storiografico dedicato a Sarti e analizza gli snodi fondamentali della storia nazionale ricostruendoli a partire dal peculiare punto di vista del politico cuneese, caratterizzato da un insistente richiamo alla categoria della crisi. Per lunghi tratti della sua carriera politica, la democrazia repubblicana gli appare, infatti, fragile e costantemente orientata verso ipotesi di trapassi di regime - declinati variamente nei termini di una seconda Repubblica, una Repubblica presidenziale, un colpo di Stato. Una visione non di rado drammatica che appare in diverse circostanze largamente condivisa da una parte significativa della classe dirigente nazionale.
Chi si avvicina per la prima volta alla ricerca sociale necessita di una guida completa, didatticamente accurata, ricca di esempi concreti, scritta in modo chiaro e sintetico. È a questa esigenza che Bailey ha inteso dare una risposta. Kenneth D. Bailey è docente di Sociologia nell'Università della California a Los Angeles.
Marcello Flores dedica un'attenzione speciale al mondo extraeuropeo, alle dinamiche tra centri e periferie del globo, agli eventi che unificano sotto i medesimi processi paesi diversi e lontani. La novità di questa storia risiede principalmente in uno sguardo spiazzante che sa rendere evidente come il Novecento sia un secolo a dimensione globale: un secolo mondo appunto. Una narrazione concreta e densa di fatti in cui accanto all'evoluzione economica e sociale trovano posto i mutamenti della mentalità, la storia dei paesi e la storia degli uomini, secondo un tracciato che va, in questo primo volume, dalla guerra dei boxer alla seconda guerra mondiale.
Questo primo volume è diviso in tre parti. Nella prima parte sono individuate le categorie e le leggi primitive della finanza; il mercato è introdotto come ambiente che induce efficienza nello scambio; sono individuate e caratterizzate le tipologie significative di rischio (di tasso di interesse, di credito, di inflazione, di cambio). La seconda parte riconsidera temi della matematica finanziaria tradizionale, di scuola italiana. Nella terza parte le definizioni formali sono giustificate e reinterpretate nella logica del mercato, basata sul principio di assenza di arbitraggio. Vengono definiti gli strumenti per la valutazione dei contratti, e introdotti i modelli per la stima delle strutture per scadenza dei tassi di interesse.
La "storia" di Cameron, nell'ultima edizione aggiornata da Larry Neal, è riproposta in due volumi distinti, di cui questo è il primo; con ciò viene adeguata a un consumo anche parziale e flessibile quale è emerso negli ultimi anni nell'uso universitario. Nella convinzione che il progresso economico vada visto in rapporto a un insieme di fattori (demografia, risorse, tecnologia, istItuzioni sociali), gli autori passano in rassegna la formazione delle prime economie di mercato e la portata localistica della produzione medievale, per poi concentrarsi sulla nascita dell'economia moderna.
Questo primo volume è dedicato al periodo che va dalla comparsa dei primi documenti in lingua volgare al fiorire dello stil novo, fino alle esperienze letterarie preumanistiche. Un panorama che vede nascere la lingua nazionale e delinearsi l'identità culturale italiana: vi si stagliano le figure potenti di Dante, Petrarca, Boccaccio.
A lungo si è considerato il fascismo come il prodotto della crisi europea successiva alla grande guerra. In questa sua fondamentale opera Vivarelli rilegge invece la storia dell'Italia postunitaria mostrando che il fascismo è il frutto, non la causa, delle debolezze dello Stato liberale, incapace di gestire la propria trasformazione in Stato democratico dopo l'avvento del suffragio universale. Un fallimento le cui ragioni vanno ricercate indietro nel tempo, anche se fu effettivamente la guerra a creare le condizioni perché esso si manifestasse con effetti dirompenti. Orientato da tale ipotesi interpretativa e sorretto da una rigorosa documentazione, questo lavoro è molto più di una cronaca delle vicende italiane tra il 1918 e il 1922: al di là della guerra, infatti, il problema delle origini del fascismo trova qui la sua definizione nell'intero contesto della storia politica, istituzionale e sociale dell'Italia dopo l'Unità.
Le questioni dell'occupazione sono da sempre al centro dell'attenzione della società italiana e dell'analisi socioeconomica. Mutamenti tecnologici, organizzativi e culturali senza precedenti stanno investendo profondamente i modi in cui viene scambiata o lasciata inutilizzata quella "merce molto particolare" che è il lavoro umano. L'opera analizza il mercato del lavoro italiano in una prospettiva comparata, che tiene conto delle esperienze dei diversi paesi europei. Questo primo volume si articola intorno al funzionamento del mercato del lavoro tra famiglia e welfare, affrontando tra gli altri temi la presunta rigidità del mercato del lavoro italiano, il ruolo dell'istruzione e la "doppia presenza" delle donne a casa e sul lavoro.