La storiografia dei fenomeni religiosi ha conosciuto negli ultimi decenni una grande fioritura e una sempre maggiore attenzione, tuttavia la ricerca propriamente filologica e letteraria risulta ancora sporadica e dispersa. Frutto dell'esperienza di studiosi notoriamente impegnati in lavori ecdotici e ricognizioni critiche, questo volume getta luce su un campo del sapere non ancora molto frequentato: la scrittura religiosa. Gli studi qui presentati aprono nuove prospettive: essi derivano da ricerche ampie, tuttora in corso, o disegnano percorsi di indagine assai promettenti. Tra i molteplici aspetti della scrittura religiosa, i sei saggi raccolti nel volume privilegiano alcune delle forme più importanti: la predica, la lettera e la preghiera.
Che cosa possono offrire la storia alla linguistica e la linguistica alla storia? Questo volume nasce dall'incontro e dalla discussione fra storici e linguisti che si sono proposti di rispondere a queste domande. Ne emerge un quadro ampio, che spazia dal Cinquecento al Novecento, e che offre una prospettiva della storia delle parole, dei linguaggi e dei loro mutamenti attraverso fenomeni quali l'uso della grammatica nella cultura spagnola, le discussioni sull'idea di libertà in Olanda, l'invenzione dei concetti di lingua nazionale tra Seicento e Settecento e di linguaggio universale nell'epoca dei lumi, fino ai dibattiti sul rapporto tra lingue e politica nell'età dei nazionalismi e alle trasformazioni lessicali del XX secolo.
Le società multietniche sono una realtà che si va sempre più diffondendo anche in Europa e che costringono a ripensare la questione dei diritti e delle libertà in maniera diversa da come è stata affrontata finora nella tradizione degli stati nazionali. Di fronte all'insufficienza dei diritti civili, che tutelano a pieno titolo il cittadino, ma non l'immigrato sprovvisto di cittadinanza nazionale, c'è chi avanza richieste di diritti comunitari, a difesa dell'identità etnica o religiosa del gruppo, più che del singolo individuo. Il rischio però è l'isolamento e la ghettizzazione, oltre che un relativismo culturale indifferente ai diritti inviolabili della persona.
Nel volume si analizza sia la periodizzazione storica, sia il Medioevo come problema storico. Viene poi approfondita la tematica generale, approfondendo alcuni punti più critici del periodo. Il volume poi esamina la scrittura della storia nel Medioevo e la documentazione relativa, in particolare quella giuridica.
In questo libro l'autore ha inteso tracciare un panorama globale della cultura giuridica europea vista nella fondamentale unità che, al di là delle varie declinazioni locali, la contraddistingue fin dalle origini. Ma non si tratta solamente di una storia del diritto, ma anche di una riflessione su che cosa sia il diritto e su quale debba essere l'oggetto di una rinnovata storiografia del diritto e delle istituzioni.
Il volume presenta un sintetico ritratto del regno di Filippo II (1527-1598), individuando gli ambiti essenziali nei quali l'azione di questo imperatore si esercitò. Dopo aver passato in rassegna le condizioni dei diversi possedimenti, dai regni spagnoli all'Italia, dalla Francia-Contea alle Fiandre, e le strutture amministrative e di governo di questo impero enorme, il volume si concentra sul problema delle finanze e dell'economia, sulla religione cattolica di cui Filippo fu difensore fanatico, da ultimo sulla politica estera e sulle rivolte interne che egli si trovò a fronteggiare.
La guerra di Corea, che si concluse con l'armistizio del luglio 1953, è stato il primo grande episodio di tensione internazionale nella guerra fredda, dove mondo occidentale e mondo comunista si sono affrontati. L'attacco della Corea del nord comunista a quella del sud nel giugno 1950 determinò l'intervento americano e un conflitto su cui aleggiava lo spettro di una guerra nucleare. Il volume esamina l'intera vicenda della guerra di Corea collocandola nel contesto degli equilibri mondiali del dopoguerra e vedendone le conseguenze, dall'ingresso della Germania nella Nato al trattato di pace con il Giappone, dall'ingresso della Cina sulla scena mondiale all'impiego anticomunista statunitense.
Lev Tolstoj è indubbiamente uno dei massimi romanzieri dell'Ottocento europeo, ma la sua fu una figura assai complessa e i suoi romanzi non sono che una delle espressioni di un'attività intellettuale più larga, che comprende un'incessante riflessione sulla morale, sulla religione, sull'arte, sull'educazione e la politica. Il profilo che viene messo in risalto nel volume è quello del Tolstoj pensatore: non è dunque la letteratura a tenere la scena, ma l'evoluzione delle sue posizioni quale si riflette non solo negli scritti ma anche nelle sue stesse scelte di vita, a partire dal radicamento nel villaggio natale e dalla decisione di fondarvi una scuola rurale.
Benché i sensi di insicurezza fossero diffusi già in epoca premoderna, oggi nutriamo paure diverse da quelle del passato e attribuiamo alle nostre ansie oggetti e cause differenti. Facciamo ricorso al pensiero razionale, incentiviamo analisi scientifiche e allestiamo sofisticati sistemi di prevenzione. Attorno al concetto di rischio ruota in sostanza l'intera organizzazione sociale. Almeno sei sono i tipi di rischio su cui convergono le preoccupazioni dei singoli e delle istituzioni: i rischi ambientali, i rischi legati allo stile di vita, i rischi sanitari, i rischi relazionali, i rischi economici, i rischi della criminalità.
Attraverso l'esperienza dell'insegnamento e l'assidua ricerca sociale Piergiorgio Corbetta costruisce un manuale che negli anni è divenuto un modello di completezza e di riferimenti empirici. L'opera, tradotta nelle principali lingue europee, è divisa in quattro volumi. Il presente testo è il primo volume della serie, all'introduzione fa seguito: I paradigmi della ricerca sociale, ricerca quantitativa e ricerca qualitativa.