Ulisse, Abramo, Mosé, il Figliol prodigo: sono tutti eroi del ritorno, per i quali il viaggio, iniziato come erranza, si sviluppa come esperienza di ricerca e conoscenza di sé. Le loro storie, con le innumerevoli riscritture succedutesi dall'antichità ai nostri giorni, stanno a dimostrare che il nostos è parte del patrimonio genetico della letteratura, da Omero a Rilke, da Joyce a Primo Levi. Se nell'Odissea le «imprese meravigliose» occorse durante il ritorno a casa di Ulisse incantano perché suonano nuove ai suoi ascoltatori, nella tradizione giudaico-cristiana le storie primigenie che accompagnano l'uomo nel mondo sono basate sui miti della creazione.
Nel Grand Tour, intrapreso per oltre due secoli da intellettuali e rampolli dell'aristocrazia europea, l'esperienza del viaggio diventa strumento di formazione. Si partiva per confrontarsi con l'ignoto, per «strofinare il proprio cervello contro quello degli altri», come diceva Montaigne, per conoscere le vestigia delle civiltà antiche. È della dimensione storica e letteraria del viaggio che trattano queste pagine, compresi gli aspetti materiali, tanto romanzeschi quanto misconosciuti, interrogandosi anche sul ruolo e il destino del viaggiatore nel mondo contemporaneo, quasi a verificarvi la perdila di un'affascinante occasione d'avventura intellettuale e di una nobilissima arte.
L'esperienza estetica del paesaggio costituisce uno dei tratti costitutivi della sensibilità contemporanea. Partendo dai concetti di natura, ambiente, territorio, il libro mette in relazione il paesaggio con gli ambienti foggiati dall'uomo, come i giardini e le città; ripercorre poi l'emergere del sentimento del paesaggio nei vedutisti e nella letteratura di viaggio. Affronta quindi la peculiarità dell'esperienza estetica del paesaggio, in cui entrano in gioco le categorie estetiche della meraviglia, del pittoresco, del sublime, della grazia e della bellezza. Da ultimo è tracciata un'originale morfologia delle bellezze naturali, con una particolare attenzione per quegli aspetti del paesaggio che più sono stati associati all'emozione estetica: il colore dell'acqua e del cielo, la terra e la roccia, il fuoco e le eruzioni dei vulcani, le rovine, le montagne.
Quadri, sculture, installazioni, arte ambientale e pubblica, arte post-Internet: l'arte visiva ha acquisito nell'ultimo secolo un vocabolario complesso. Nonostante il pubblico la trovi difficile e molti critici l'abbiano dichiarata morta, mai come oggi si dimostra vitale. Nelle sue forme nuove ha invaso il mondo: in una dinamica sempre più internazionale - anche in tempi di crisi - sorgono ovunque mostre, musei e collezioni. Un'espansione solo mercantile o dobbiamo riconoscere che nell'arte contemporanea c'è ancora poesia? Cosa siamo disposti a definire arte? Come funziona il sistema che le attribuisce valore?
Nelle crisi degli ultimi anni i processi politico-comunicativi che avrebbero dovuto «immaginare» l'Unione come una realtà solidale si sono rivelati assai deboli. Attrezzate per assicurare che gli interessi di tutti gli stati membri siano sostenuti in sede europea, le istituzioni europee sono state incapaci di sviluppare una visione innovativa e oggi assolutamente necessaria dell'interesse comune dell'Unione. A quando proposte coraggiose e lungimiranti, oltre che inclusive, che sappiano mettere insieme le opposte esigenze di rigore, di sviluppo e di sicurezza dei diversi paesi?
Il libro delinea la storia di Radio Vaticana, dalla sua origine alla fine della seconda guerra mondiale. Seguendo il triplice filone della diplomazia, della propaganda, dell'apostolato, fa emergere così, da una prospettiva inedita, il complesso rapporto che la Santa Sede intrattenne con i totalitarismi e con le democrazie, e il suo atteggiamento nei confronti della Shoah e dell'antisemitismo. Attraverso la ricostruzione dei testi delle trasmissioni nelle diverse lingue, sono approfondite le relazioni dell'emittente con i pontefici e la Curia romana, caratterizzate fra l'altro dagli spazi di autonomia che alcune rilevanti figure di speaker radiofonici seppero conquistarsi.
Originaria di Pizzano, vicino a Bologna, ma vissuta in Francia, Christine de Pizan fu tra la fine del Trecento e i primi del Quattrocento la prima donna intellettuale di professione. Un destino fuori dal comune, a cominciare dalla straordinaria opportunità che fu per lei l'istruzione ricevuta dal padre, noto medico e astrologo. Rimasta vedova e priva di risorse, divenne scrittrice di apprezzate opere che lei stessa faceva miniare. Ma soprattutto fu oppositrice fiera ed efficace dei pregiudizi contro le donne, come testimonia «La città delle dame».
Il 2 giugno 1946 si tennero le prime elezioni politiche per le quali poterono votare anche le donne. Un passaggio che segna l'affermazione di un nuovo protagonismo femminile nella società italiana: nella politica, nel giornalismo, nella letteratura. A restituirci la portata simbolica e politica di quella conquista, quindici biografie esemplari di donne che con diversi talenti l'hanno resa possibile: donne impegnate in politica come Tina Anselmi, Nilde lotti, Teresa Mattei, Lina Merlin, Teresa Noce, Marisa Ombra, Camilla Ravera, e poi giornaliste e scrittrici come Alba de Céspedes, Fausta Cialenle, Ada Gobetti, Iris Origo, Renati Vigano, un'attrice come Anna Magnani, la sarta Biki, la leggendaria Dama Bianca compagna di Fausto Coppi.
Il 24 ottobre 1917, cento anni fa, truppe austroungariche e tedesche travolgevano le malpreparate trincee italiane sul Carso fra Plezzo e Tolmino, attorno a Caporetto. L'attacco portò alla conquista austriaca di tutto il Friuli, minacciando addirittura la pianura padana. Il fronte italo-austriaco precipitò sino al Piave e il rischio per l'Italia liberale fu enorme. Il comandante supremo Luigi Cadorna gettò invece la responsabilità sulle truppe, accusandole di aver ceduto, e su quelli che considerava gli avversari interni della guerra: socialisti, cattolici, liberali neutralisti. Nacque la paura che Caporetto fosse stata uno sciopero militare, quasi una rivolta. Qualcuno si apprestava in Italia a "fare come in Russia"? Disfatta militare o campanello d'allarme politico? Il libro ricostruisce lo scontro militare e politico giocato attorno a Caporetto e rilegge le spiegazioni che ne sono state date, da allora sino ad oggi.
La dimensione della religione fra gli stranieri è stata finora indagata in relazione soprattutto ai primi migranti e all'Islam. Nell'affrontare il tema dell'appartenenza religiosa di un'ampia (e maggioritaria) quota di immigrati legati, per tradizione, educazione o partecipazione attiva, al cattolicesimo e al cristianesimo in generale - filippini, rumeni, latino-americani, africani - il volume evidenzia come anche tra i figli dell'immigrazione, al pari di quanto succede per i coetanei italiani, siano in atto processi di secolarizzazione e una certa tendenza all'ateismo.
Martin Lutero (1483-1546) può essere considerato uno degli uomini più influenti della storia moderna, nella misura in cui principalmente a lui, al suo pensiero e alla sua azione, risale la Riforma protestante: una grande e duratura frattura all'interno della Chiesa, che è stata anche una grande frattura culturale in Europa e in generale nel mondo cristiano. Il volume di Kaufmann, a partire dalla ricerca più recente, presenta la figura di Lutero sia sotto l'aspetto biografico-storico, sia sotto l'aspetto intellettuale. Religioso, predicatore, docente universitario, autore di pamphlet contro la Chiesa cattolica e di opere teologiche che ebbero enorme diffusione in Germania, traduttore della Bibbia in tedesco, dichiarato eretico e condannato dalla Chiesa, Lutero elaborò un'originale e severa religione "riformata" che l'autore presenta esponendo i contenuti delle sue opere principali e collocando l'elaborazione luterana nel contesto storico e culturale del suo tempo.
Cesura fondamentale nella storia tedesca del Cinquecento, la Riforma protestante apre anche una nuova era nella storia dell'intero continente europeo, l'età moderna. L'unità della cristianità era stata la principale caratteristica dell'Europa preriformistica: in quella unità avevano trovato il loro punto di contatto la chiesa e il mondo, la religione e la politica. I limiti di quella coesione finiranno per innescare il conflitto interno al mondo critiano. La figura e il pensiero di Lutero, la pubblicazione delle tesi luterane nel 1517, i contrasti con l'impero e con il papato, la guerra dei contadini, la diffusione del movimento riformatore nelle città, l'adesione dei principi tedeschi, la pace di Augusta del 1555: sono i passaggi fondamentali di un processo storico che vede ridelinearsi il rapporto tra religione e società, stato e chiesa, per sfociare nel definitivo tramonto del mondo tardomedievale.