Oggi i papi hanno il loro stato oltre Tevere, ma per secoli l'intera città di Roma è stata la loro residenza, volta a rappresentare in forme spesso magnifiche l'immagine e il potere del papato. I segni di questo lunghissimo regno sono ovunque: dalla configurazione delle strade ai tredici obelischi egiziani, dalle basiliche e dalle chiese ai palazzi pontifici, da San Pietro alla sottostante necropoli vaticana scoperta a metà del Novecento. L'itinerario mostra le manifestazioni dello straordinario mecenatismo papale che ha reso unica la città. Muovendo dall'attuale residenza di Francesco, e dalla sua inedita coabitazione in Vaticano con il predecessore, queste pagine ci accompagnano a ritroso fino ai luoghi del cristianesimo primitivo, dove palpabile rimane la memoria degli apostoli, capostipiti della chiesa romana.
"È necessario un grande sforzo di ricerca per capire i molti risvolti della personalità e dell'azione di papa Benedetto XV Spesso la sua figura ha rischiato di venire quasi compressa e quasi trasformata in una semplice premessa a quella frase memorabile, lapidaria al pari di un giudizio profetico, della Prima guerra mondiale come «inutile strage», riducendo la sua azione a un puro contorno a quell'atto. Mi guardo bene dal sottovalutarlo, ma credo che esso trovi il suo senso profondo in una disamina più ampia della sua vicenda." (Dall'Introduzione di Alberto Melloni)
Da 2000 anni a questa parte la presenza del papa sulla scena mondiale e il suo ruolo al vertice della chiesa cattolica sono profondamente cambiati, ma il papa resta una figura conosciuta a livello planetario, con un'autorità morale di rilevanza universale. Chi è colui che si presenta come l'ultimo successore dell'apostolo Pietro? Quale peso ha avuto il papato nella storia? In che modo questa istituzione millenaria si confronterà con i mutamenti del complesso mondo globale?
Nell'Europa lacerata dalle guerre e percorsa dal millenarismo, dal profetismo, dal radicalismo, la Compagnia di Gesù nacque col duplice scopo di affiancare il papa nella riconquista dei paesi passati al protestantesimo e di evangelizzare i mondi d'oltremare. Nonostante lo speciale voto di obbedienza che la fece rappresentare come l'esercito agguerrito della Santa Sede, numerosi sono stati, nella storia, gli scontri tra la Compagnia e il papato. Fu un papa, Clemente XIV, a sopprimere nel 1773 l'ordine religioso, con il pretesto che la sua presenza ostacolava la pace vera e durevole nella Chiesa. Ciononostante la Compagnia continuò a esistere In piccole enclaves, europee e non, fino a che - di nuovo per volontà di un capo della Chiesa, Pio VII, nel 1815 - l'ordine rinacque, pronto a rimettersi al fianco di Roma e a difenderne le posizioni più conservatrici. Divenne così il simbolo della restaurazione in Europa, oltre che il principale ostacolo a ogni forma d'incontro tra cultura cristiana e mondo moderno. Ancora una volta la Compagnia diventò un'organizzazione capace di accogliere intransigenti e moderati, intellettuali conservatori e moderni, evoluzionisti e molti altri opposti, così com'era stato al momento della sua nascita e della sua storia in età moderna. E ancora una volta generò conflitti e conciliazioni, sopravvivenze e rinnovamenti della tradizione e dell'esperienza religiosa che alimentarono contrasti con il papato, particolarmente gravi all'epoca del pontificato di Giovanni Paolo II.
La notte tra il 20 e il 21 febbraio 1513 la morte pose fine al decennale pontificato di Giulio Il della Rovere, figura cardine del papato rinascimentale. La popolazione romana gli tributò un omaggio senza precedenti. Come sovrano pontefice, politico spregiudicato e sommo mecenate, Giulio II rimane uno dei personaggi che maggiormente condizionano l'immaginario collettivo del Rinascimento. Ma quale fu l'immagine che ne ebbero i contemporanei - non solo gli uomini di lettere, i prelati e i professionisti della politica, ma anche il popolo urbano del primo Cinquecento? Questo libro risponde a tale domanda ricostruendo l'immagine di Giulio II nella sfera pubblica e nella comunicazione politica in vari contesti italiani ed europei (Bologna, Ferrara, Roma, Venezia, Londra e Parigi). Intrecciando i racconti dei cantastorie con i dispacci dei diplomatici, le voci e le canzoni di piazza con i trattati degli umanisti, Rospocher delinea un ritratto inedito del "papa guerriero", una rappresentazione in perenne oscillazione tra laude e vituperio, tra guerra e beatitudine.
Il volume ricostruisce la biografia intellettuale di Giovanni Battista Montini dalla nascita (1897) alle soglie dell'episcopato milanese nel 1954, illuminando dunque la fase, fondamentale ma non abbastanza conosciuta, della formazione del futuro Paolo VI, del suo impegno come guida delle élites giovanili cattoliche e poi nella Segreteria di Stato, a stretto contatto prima con Pio XI e poi con Pio XII. Montini maturò in quegli anni una visione caratterizzata da una grande apertura alla civiltà moderna. Anche utilizzando documentazione inedita, De Giorgi porta in luce le riflessioni originali di quella che fu probabilmente la personalità più importante, a livello mondiale, del Novecento cattolico italiano, inserendole nel più generale contesto di storia culturale, sul piano sia civile sia ecclesiale.
Pio V rimane uno dei grandi problemi della storia della Chiesa: osannato da alcuni, molto discusso da altri per i suoi trascorsi come Grande Inquisitore e i suoi rigidi metodi di governo, mai abbandonati anche negli anni del pontificato. In occasione del quinto centenario della nascita, alcuni dei più noti studiosi della storia del XVI secolo affrontano i diversi aspetti della sua vicenda umana, religiosa e politica, studiando gli anni della formazione domenicana, i contesti in cui agì, la sua attività come pontefice e realizzatore del Concilio di Trento.
Questo volume, che raccoglie gli atti del Convegno internazionale tenutosi a Treviso il 22-23-24 novembre 2000, offre un apporto scientifico di comprensione e di valutazione storica del complesso pontificato di Pio X, tracciandone un nuovo bilancio storiografico. La figura di Giuseppe Sarto eletto al vertice della Chiesa nel 1903, cronologicamente all'origine della Chiesa del Novecento, ha sempre suscitato tra gli storici giudizi assai diversi: per alcuni intrepido difensore della retta dottrina e dei diritti della Chiesa di fronte ai suoi avversari, per altri il campione dell'intransigenza e della reazione. Il suo pontificato è stato spesso oggetto di valutazioni e di irrisolte difficoltà interpretative. I contributi e le ricerche qui pubblicati, avvalendosi di nuove fonti archivistiche, hanno dato voce ad una pluralità di letture e di interpretazioni che in modo innovativo fanno uscire Pio X da una sorta di ombra in cui era stato posto dalla storiografia contemporanea, offrendo un panorama ampio e problematico del pontificato.