Un volume inedito e straordinario scritto da uno degli allievi della scuola di Barbiana. Paolo Landi è stato a scuola da un "fustigatore di coscienze", così come definisce don Milani. Mettere a fuoco la pedagogia dell'educatore don Milani descrivendone il personaggio, la scuola, i metodi usati nel fare scuola, nonché il come deve essere l'insegnante per volare alto nel fare scuola, quello che don Lorenzo definiva: il come bisogna essere. Molti si soffermano sulla cronologia della vita di don Lorenzo, Paolo Landi invece testimonia e riporta il cuore di questo prete e l'anima del suo insegnamento.
«È un qualsiasi meriggio d'estate, attorno al 1960. Una vecchia incisione, un giradischi a batteria ed il rinforzo della fisarmonica di Bruno, il sagrato della Chiesa diviene l'aperto teatro della lezione di musica. Attorno il silenzio dei boschi e, all'orizzonte, la dolce giogaia dei monti che delimitano il Mugello. Si "esegue" il Concerto Imperatore di Beethoven. Sulla partitura, trascritta sul grande rotolo, la canna del priore segnala le note. Ragazzi ed amici studiano come sempre la materia, questa volta cantata a pieni polmoni. Un miracolo della volontà e dell'intelligenza: una scuola aperta, se- vera, gioiosa». (Gian Carlo Melli)
Il volume si propone di indagare le fragilità educative e relazionali che sembrano contraddistinguere oggi le giovani coppie. Tali fragilità sono state individuate, dapprima, attraverso una riflessione teorica, la quale ha permesso di identificare i cambiamenti socioculturali che hanno trasformato la famiglia odierna in un nucleo domestico fragile, in una realtà che quotidianamente vive difficoltà relazionali e educative. Successivamente, al fine di comprendere se quanto emerso dalla riflessione teorica corrisponde a quanto vissuto realmente e concretamente dai giovani coniugi oggi, è stata condotta una ricerca empirica alla quale hanno preso parte giovani genitori con figli in età di prima infanzia. Grazie ad essa è stato possibile comprendere che, in verità, i giovani genitori incontrano quotidianamente non poche difficoltà nell'instaurare una rapporto con il partner che sia fondata sul dialogo, la collaborazione, la progettualità e la capacità di negoziare nelle situazioni conflittuali; ad intrattenere con i figli una relazione che sia contraddistinta dall'autorevolezza; e infine, a stabilire un legame con le rispettive famiglie d'origine dei partner a causa dell'allontanamento di questi ultimi dal modello relazionale incarnato dai propri genitori.
Il volume si sofferma su alcune questioni educative che il fenomeno della migrazione solleva, con particolare attenzione alla formazione di un'inedita "costellazione" di famiglie migranti. Il testo analizza le difficoltà di queste famiglie e la trasformazione della genitorialità in terra straniera. L'interrogativo di fondo è quali strade siano percorribili per le organizzazioni di servizio e le agenzie educative con cui i minori di seconda generazione e le famiglie "della migrazione" entrano in contatto. La riflessione pedagogica dello studio rappresenta un tentativo di delineare nuove possibilità di incontro, presupponendo come non sia pensabile esplorare un progetto migratorio tralasciandone il sotteso progetto esistenziale. Destinatari di questo lavoro sono quanti a vario titolo (pedagogisti, psicologi, assistenti sociali, insegnanti) si confrontano ogni giorno con le difficoltà affrontate dalle famiglie migranti che vivono nel nostro territorio, e sono interessati ad approfondire la rilevanza delle questioni pedagogiche e delle nuove sfide educative che le famiglie "della migrazione" ci pongono.
Quali sono oggi in Italia le principali trasformazioni in atto nella "prima agenzia educativa"? Come sta cambiando la morfologia della famiglia? Quali significati hanno tali cambiamenti per le esistenze dei singoli e delle comunità? Come stanno modificando il modo di intendere il cammino di ciascuno verso il proprio compimento personale e, quindi l'educazione? Il volume cerca di rispondere a domande come queste, delineando diversi possibili itinerari di vita "familiare", quindi osservando quali nodi pedagogici in essi si condensano e quali traiettorie per la prassi educativa possono dischiudersi. Questo studio offre così un'analisi critica delle cosiddette "nuove forme familiari", ma è anche il tentativo di scorgere altri aspetti inediti della famiglia contemporanea che possono farne, ancora ma in modo nuovo, il primo e originario luogo di fioritura della vita personale.
Si esce dalla lettura di Come l’acqua... con delle sensazioni forti, come quando si viene fuori da uno di quei fiumi rigeneratori presenti in ogni cammino di iniziazione. Il corpo che vibra e le gocce che giocano sulla pelle narrano dell’acqua che scorre, della dolcezza del fluire ritrovato, della forza che proviene dagli argini, dell’impeto come energia che attraversa gli ostacoli.
Leggendo si impara tanto su come, nella teoria e nella prassi della Gestalt Therapy, si lavora (o meglio: si entra in contatto) con i bambini. E non solo con loro. E non solo nel setting terapeutico o educativo. Perché i bambini ci aiutano a crescere. E forse, per far crescere la «nostra statura prossima» (quella di cui parla mirabilmente Mario Luzi), abbiamo bisogno di raggiungere ogni bambino ferito nel suo dolore, nella sua disperazione, e di coinvolgerlo (e coinvolgerci) nella danza relazionale che dentro il suo corpo vibra e preme per fluire. Come l’acqua...