«Una generazione narra all’altra». Raccontare la fede, comunicare il Vangelo è il titolo di questo contributo e, come già avvenuto per i precedenti volumi della collana “Quaderni pastorali”, anche di un percorso pastorale della Diocesi di Aversa. Il tema di sottofondo è la sfida della trasmissione della fede alle nuove generazioni, in accordo anche con quanto la chiesa universale sta vivendo in questo periodo di preparazione al Sinodo sui giovani: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. La prospettiva dalla quale il testo affronta la dinamica della trasmissione della fede è pastorale e sapienziale. Pastorale, perché il volume sicuramente contribuisce ad attivare circoli virtuosi di riflessione, a partire dallo studio e dall’esperienza didattica degli autori dei contributi; sapienziale, perché lo scopo dei contributi non è tanto nozionistico – assolutamente, quanto piuttosto attento al vissuto, all’esperienza concreta dell’annuncio. Annunciare il vangelo, trasmettere la fede, ma con l’attenzione al concreto. Sapienziale, in questo modo, dice un approccio di relazione: il “noi” della tradizione che parla ad ogni “tu”, giovane o meno giovane. Con questa prospettiva, il volume intende dire tra le righe due cose, fondamentalmente: l’interesse e la passione per il racconto della fede, e la cura dell’interlocutore a cui viene proposta.
La nonviolenza è una forza enorme per iniziare grandi battaglie eppure non prevede l'uso delle armi. È un'energia che viene dal sogno d'amore di chi crede in un mondo unico e unito, un mondo di pace per ogni uomo, di qualunque razza, condizione sociale, lingua, religione, cultura. Per realizzarlo, possiamo cominciare da qui, leggendo queste storie e fermandoci a pensare, lontano dalle urla di chi crede che i forti debbano vincere sui più deboli.
Come vive un ragazzo all’interno delle mura del Vaticano tra gli anni Sessanta e Settanta, avendo monsignor Deskur come direttore spirituale, il cardinale Slipyj come compagno di passeggiate e servendo le quotidiane celebrazioni eucaristiche presiedute da Paolo VI? Episodi storici noti come le prime apparizioni del papa in mondovisione, lo sfregio alla pietà di Michelangelo, le visite apostoliche del papa, gli incontri con la Chiesa ortodossa, l’uccisione di Aldo Moro raccontati per la prima volta da un ragazzo che li viveva insieme al papa dall’altro lato dello schermo. Occasione unica per comprendere sia la grandezza nel vissuto quotidiano di Paolo VI, con numerosi aneddoti e fatti inediti, sia il debito straordinario che l’autore, prete da quarant’anni, riconosce di avere con quel papa che ha segnato profondamente la sua vita.
Una deliziosa storia di Natale raccontata da un’insolita prospettiva, dando voce al piccolo asino che conduce Maria fino a Betlemme. Anche se l’asino non era certamente il più grande o il più possente o il più veloce degli animali, aveva comunque un importante compito da portare a termine. Adulti e bambini apprezzeranno allo stesso modo il messaggio insito tra queste pagine: Dio ha in serbo grandi progetti anche per i più piccoli.
Don Cosimo Scordato è un presbitero della diocesi di Palermo che insegna teologia sistematica presso la Facoltà teologica di Sicilia. Molto noto sia per la sua attività pastorale di Rettore della Chiesa di S. Francesco Saverio all’Albergheria di Palermo sia per il suo instancabile impegno nell’animazione sociale e nella resistenza a ogni forma di dominio politico-mafioso. In occasione del 70mo compleanno, due amici di vecchia data, Maria D’Asaro e Augusto Cavadi, hanno curato questa raccolta di suoi scritti per dare un’idea, sommaria ma significativa, della ricchezza poliedrica e della intensità profonda del suo pensiero, radicato in una vita appassionata e capace di risvegliare nei lettori una passione altrettanto coinvolgente per tutto ciò che avvicina al Bene, alla Bellezza, alla Giustizia, alla Libertà.
Età di lettura: da 3 anni.
Un sussidio per introdurre i bambini e i ragazzi alla conoscenza della Sacra Scrittura. La storia della salvezza, dal racconto della creazione fino alla fine dei tempi, e i suoi tre grandi protagonisti: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Età di lettura: da 6 anni.
Il presente volume è allegato al sussidio a schede Conosci la storia della salvezza, e ne completa la proposta, presentando alcuni percorsi tematici, ognuno basato su una serie determinata di schede. Ogni percorso è accompagnato da alcune attività manuali o esperienziali che possono aiutare i ragazzi ad assimilare i contenuti svolti.
Sono passati cinquant'anni dalla morte di Thomas Merton. Il '68 gli fu fatale e le cause della sua morte per "un incidente" non sono mai state completamente chiarite. La sua esistenza terrena ebbe termine sul limitare di quell'anno che ha denominato un'epoca ed è ancora sinonimo se non di mutazione culturale, almeno di desiderio di svolta positiva nel cammino dell'umanità.
Thomas Merton è stato senz'altro uno tra i più importanti scrittori e pensatori cristiani del secolo scorso. Letterato, poeta, teologo, monaco trappista, giustifica la sua scelta monastica come ribellione a una prospettiva decadente e distruttiva: la cultura dell'Occidente. Arriva alla conclusione che il monaco è un outsider, un rivoluzionario, ma che a differenza dei rivoluzionari non si impegna nella trasformazione delle strutture bensì della coscienza umana.
L'impegno monastico risiede nell'amore per l'umanità irretita nella menzogna culturale. Aiutarla a liberarsi è la più bella e impegnativa dimostrazione di amore per Dio. In questo risiede il suo umanesimo cristiano, da contemplativo concreto quale è stato. Scrittore di parole alla ricerca di silenzio, ascetico e conservatore, radicale e ribelle, indipendente e obbediente, Thomas Merton narra in questo "romanzo" la sua continua e progressiva conversione, fino alla fine della sua vita, che si conclude in modo misterioso e surreale. La sua originale personalità incarna e mette in luce il carisma profetico che pare dissolversi nello strisciante conformismo che ci circonda. Nonostante la sua parabola terrena riguardi un'epoca ormai passata, Merton, con i suoi scritti, con la sua dinamica eredità umana e spirituale, rimane ancora oggi un profeta del nostro tempo. Un profeta scomodo.
Il ’68, anno degli studenti e il testamento di Gesù sull’amore, tanto diversi eppure compatibili. Alle prese entrambi con l’amore e il disamore. E tuttavia volerli accostare può apparire un’impresa, forse un azzardo. Volerci vedere delle affinità e perciò ricordarli insieme può trasformarsi in tentazione irresistibile. “Strano tipo di rivoluzione” giovanile il Sessantotto. Strano tipo di Testamento, quello di Gesù sull’amore. Tentare di armonizzarli nella ricorrenza dei cinquant’anni del Movimento studentesco può sembrare addirittura una forzatura pazzesca e bizzarra. Ma a ben vedere un filo rosso li unisce. Solo un caso il sinodo sui giovani che papa Francesco ha convocato, a 50 anni dal Sessantotto, o inizio storico di una riflessione nuova e coraggiosa sulla condizione dei giovani?
Seminarista, prete, vescovo, religioso: avere in tasca lo smartphone significa avere con sé uno stile inedito nel pensare e decidere, pregare e celebrare, relazionarsi e incontrarsi, vivere e morire. Essere prete e consacrato al tempo dei social network comporta una nuova capacità di discernere che varca la soglia dell'avere (o no) il profilo social network. Non è questione di sì o di no, ma di un'inedita consapevolezza interiore che matura in un contesto radicalmente e progressivamente carsico. Il testo, suddiviso in otto capitoli, riflette sulle molteplici mutazioni radicali operate dalle dinamiche digitali e dai social network nella formazione iniziale in Seminario e sulla formazione permanente nel presbiterio. Una sezione è dedicata alla rilettura della Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis in tale prospettiva digitale. Ministero, preghiera, servizio, pastorale, parrocchia, oratorio: c'è da prendersi cura del lavoro carsico digitale in atto nella vita interiore del seminarista, del presbitero e del presbiterio (con uno specifica sezione dedicata alle conseguenze penali da conoscere). L'invito a esercitare il discernimento come discernente digitale è una strada praticabile e matura nel tempo attuale della Chiesa.
La storia di un uomo straordinario che da semplice prete diocesano entrò in servizio in Vaticano, fu nominato arcivescovo di Milano e poi eletto papa Paolo VI.