La mafia ha "rispettato" la Chiesa nella misura in cui essa non ha messo in discussione il suo controllo del territorio ed il prete si è fatto "affiziu ru parrinu" (l'ufficio del prete) tutto casa e chiesa, promotore di processioni, che "campa e fa campari". Ma don Pino è venuto allo scoperto, ha scelto di uscire dalla sagrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente. Alle spalle di ogni cadavere vittima di mafia si cercano giustamente gli esecutori materiali e i mandanti. Ma ogni delitto di mafia ha una terza categoria di colpevoli: i mandanti inconsapevoli, una categoria sociologica fatta da tutte le persone che per non correre rischi personali preferiscono vivere nel "puzzo del compromesso". Scrivono due testimoni che hanno conosciuto don Pino: uno studioso del fenomeno mafioso e un teologo cattolico provano, in una sorta di dittico, a rileggere il "caso Puglisi" soprattutto in prospettiva costruttiva: cosa possono fare le agenzie educative - in particolare la Chiesa cattolica - per contribuire a disarmare il sistema di dominio mafioso e a svelarne definitivamente le radici culturali ed etiche.
Don Cosimo Scordato è un presbitero della diocesi di Palermo che insegna teologia sistematica presso la Facoltà teologica di Sicilia. Molto noto sia per la sua attività pastorale di Rettore della Chiesa di S. Francesco Saverio all’Albergheria di Palermo sia per il suo instancabile impegno nell’animazione sociale e nella resistenza a ogni forma di dominio politico-mafioso. In occasione del 70mo compleanno, due amici di vecchia data, Maria D’Asaro e Augusto Cavadi, hanno curato questa raccolta di suoi scritti per dare un’idea, sommaria ma significativa, della ricchezza poliedrica e della intensità profonda del suo pensiero, radicato in una vita appassionata e capace di risvegliare nei lettori una passione altrettanto coinvolgente per tutto ciò che avvicina al Bene, alla Bellezza, alla Giustizia, alla Libertà.
Il libro della collana dedicata alla teologia cattolica è il terzo che, nella parte generale è riservato al tentativo di ricomprensione della sacramentalità cristiana in dialogo con le istanze degli uomini del nostro tempo; riconducendo il settenario sacramentale all'evento del Cristo nello Spirito, se ne coglie la specificità come festa di Dio, a Dio, tra gli uomini secondo le modalità della ritualità cristiana (in genere ritus), rilevando che il linguaggio liturgico dà da pensare alla teologia; nella parte specifica viene presentata l'analisi di singoli sacramenti; i sacramenti dell'iniziazione cristiana (battesimo, cresima-confermazione, eucaristia) viene compresi come costitutivi dell'esistenza cristiana; la penitenza e l'unzione degli infermi vengono situati nella 'cura' della precaria condizione umana; il ministero ordinato viene interpretato come servizio, promanante dal Cristo, alla comunione della Chiesa ed il matrimonio come tipicizzazione dell'alleanza di amore tra Cristo e la Chiesa.
Il volume comprende l'excursus storico-teologico e storico-dogmatico; esso è organizzato intorno alla categoria di paradigma in quanto epistemologicamente predisposta a cogliere meglio l'interdipendenza tra gli avvenimenti della storia della chiesa, le forme di pensiero e lo sviluppo della ritualità cristiana; nell'orizzonte dei paradigmi celebrativi che hanno caratterizzato lo sviluppo storico, particolare attenzione viene riservata all'emergere del lessico della sacramentalità, all'affermarsi del settenario sacramentale, al consolidarsi della dottrina della Chiesa ed alle crisi che ne hanno accompagnato le acquisizioni. La rivisitazione storica tenta anche di individuare i diversi modelli teologici, nei quali ha preso forma la tradizione latina, dai Padri della Chiesa (con particolare attenzione a Tertullinao ed Agostino) alla scolastica (con particolare attenzione a Tommaso e Bonaventura), dalla teologia post-tridentina fino ai nostri giorni.
Il volume, dopo l'introduzione che evidenzia la specificità della sacramentaria rispetto alle altre discipline teologiche e non teologiche, è riservato ad un'ampia rivisitazione della fonte biblica. le attestazioni neotestamentarie vengono rilette, in primo luogo, secondo la metodologia dello sviluppo diacronico; attraverso di esso si intende cogliere il continuum che va dalla persona di Gesù alla comunità e a quei gesti fondamentali che, traendo origine dalla persona del Cristo, diventano le modalità rituali attraverso le quali la comunità credente orienta la ritualità umana a celebrare l'accoglienza dello Spirito di Cristo; vengono rilevati anche i diversi modelli di comprensione offerti dagli autori del Nuovo Testamento (Paolo ed Ebr, i sinottici, Giovanni, 1Pt, Gc, Ap). Sul piano sincronico si cerca di individuare la comune ispirazione che tiene unite le fonti della rivelazione, in direzione del vissuto celebrativo della comunità cristiana.