La mafia ha "rispettato" la Chiesa nella misura in cui essa non ha messo in discussione il suo controllo del territorio ed il prete si è fatto "affiziu ru parrinu" (l'ufficio del prete) tutto casa e chiesa, promotore di processioni, che "campa e fa campari". Ma don Pino è venuto allo scoperto, ha scelto di uscire dalla sagrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente. Alle spalle di ogni cadavere vittima di mafia si cercano giustamente gli esecutori materiali e i mandanti. Ma ogni delitto di mafia ha una terza categoria di colpevoli: i mandanti inconsapevoli, una categoria sociologica fatta da tutte le persone che per non correre rischi personali preferiscono vivere nel "puzzo del compromesso". Scrivono due testimoni che hanno conosciuto don Pino: uno studioso del fenomeno mafioso e un teologo cattolico provano, in una sorta di dittico, a rileggere il "caso Puglisi" soprattutto in prospettiva costruttiva: cosa possono fare le agenzie educative - in particolare la Chiesa cattolica - per contribuire a disarmare il sistema di dominio mafioso e a svelarne definitivamente le radici culturali ed etiche.
Don Pino Puglisi raccontato attraverso gli occhi di un ragazzo di Brancaccio, il quartiere di Palermo dove il sacerdote ha operato aiutando le coscienze a rifiutare la violenza mafiosa e dove è stato ucciso il 15 settembre del 1993. Un diario leggero e appassionato che parla della fatica di crescere in un ambiente difficile, in un periodo drammatico per la Sicilia e l'intero Paese, segnato dalle stragi mafiose di Capaci e di via D'Amelio, ma anche della voglia di riscatto e della grande sfida che inizia quando ognuno di noi sceglie da che parte stare. Il volume è arricchito da un'ampia appendice di approfondimenti e proposte per vivere la legalità nelle scelte di ogni giorno. Età di lettura: da 11 anni.
Uno straordinario racconto scritto da un testimone diretto delle stragi del 1992. Ripercorrendo le idee-guida che Falcone e Borsellino hanno lasciato come testamento politico-culturale, il volume ne sottolinea l'attualità a 30 anni dalla morte dei magistrati. Un bilancio di ciò che in questi anni è avvenuto, di positivo e di deludente, nella storia dell'antimafia in Italia. La mafia come soggetto militare è in forte difficoltà; non altrettanto come soggetto politico, economico e culturale dal momento che i circa cinquemila affiliati a Cosa Nostra possono contare su un'ampia area di sostenitori e simpatizzanti per convenienza o per paura. La diagnosi, impietosa, si intreccia con alcune indicazioni terapeutiche affinché questa lunga battaglia per la giustizia e la democrazia possa essere finalmente vinta.
La società contemporanea, pur con innegabili progressi nel rapporto fra uomini e donne, soffre tuttora di squilibri di opportunità fra i due sessi. Né si può pretendere che gli adulti vivano bene le relazioni di genere se nessuno si preoccupa di educarli sin da ragazzi. Questo libretto - che nasce da varie esperienze nelle scuole e nelle associazioni - vuole servire, appunto, da strumento di riflessione critica per quei giovani disposti a prepararsi consapevolmente a superare i pregiudizi e i luoghi comuni di un sistema ancora troppo patriarcale, maschilista. Come il testo già edito per gli educatori (L'arte di essere maschi libera/mente. La gabbia del patriarcato), anche questo, per ragazzi e ragazze, è stato elaborato dal gruppo "Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne" che opera all'interno del più ampio movimento nazionale "Maschile plurale".
Quando il pregiudizio è più importante del giudizio Gli atti di violenza contro le donne costituiscono la spia rossa di un retroterra culturale e sociale più ampio: il sistema patriarcale, maschilista, in cui gli uomini godono di posizioni privilegiate rispetto all'altra "metà del cielo". Lavorare per equilibrare diritti e doveri fra i due generi è interesse delle donne, ma anche dei maschi. In un mondo in cui il modello maschile è unico (l'uomo duro, combattivo, produttivo, cacciatore, dominatore...), essi rinunciano alla ricchezza di tante potenzialità intellettive, affettive, sessuali. Ecco perché in Italia è nato il movimento "Maschile plurale": gruppi di uomini che si riuniscono periodicamente, in varie città, per incontri di autocoscienza e per progettare interventi formativi nel sociale. In queste pagine, per la prima volta, a raccontare la propria esperienza sono maschi meridionali.
Il Mediterraneo sottolinea il valore della pluralità: nessuna forma di vita è più vicina delle altre alla perfezione. Nessuna tradizione può imporsi alle altre. Il primo comandamento mediterraneo è: tradurre le tradizioni, far sì che gli uomini diventino amici non nonostante le differenze, ma anche grazie ad esse. Franco Cassano
Don Pino Puglisi visto attraverso gli occhi di un ragazzino della parrocchia del quartiere Brancaccio a Palermo dove il sacerdote ha operato aiutando le coscienze a rifiutare la violenza mafiosa ed è stato ucciso il 15 settembre del 1993; la missione e il coraggio di un sacerdote umile che ha incarnato l'anelito di giustizia del Vangelo, un martire dei nostri giorni, letti attraverso le pagine di un diario: pagine semplici che attraverso la cronaca che fa un ragazzino di 13 anni, racconta la fatica di crescere in un ambiente difficile, in un periodo drammatico per la storia della Sicilia segnato dalle stragi mafiose di Capaci e di via D'Amelio ma anche la nuova coscienza civile generata proprio da quei tragici avvenimenti e la grande sfida che inizia nella vita di ciascuno quando sceglie da che parte stare. Età di lettura: da 11 anni.
Si può testimoniare di un prete che la Chiesa cattolica proclama "beato" senza cedere alla retorica, alla falsificazione storica, al buonismo" interpretativo? I tre autori di questo libro ci provano: hanno conosciuto don Pino Puglisi (ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993) e hanno scritto di lui in diverse occasioni. Nella prima e nella quarta parte Francesco Palazzo ricostruisce i tre anni di don Puglisi a Brancaccio, con qualche cenno a quanto accaduto dopo. Traccia inoltre una storia recente, sino all'arrivo di don Pino, della parrocchia di S. Gaetano e del quartiere. Nella seconda parte Augusto Cavadi riflette sul significato teologico e filosofico di questo martirio evidenziando soprattutto come esso costituisca la spia eloquente di una comunità ecclesiale spesso indifferente. Nella terza parte Rosaria Cascio ricostruisce la metodologia pastorale di don Pino alla luce della sua formazione teologica e psicologica e delle diverse esperienze nel corso della sua generosa esistenza.
Il volume è impreziosito dalle testimonianze di don Francesco Michele Stabile e di Salvo Palazzolo.
Chi decide di visitare la Sicilia si pone, per curiosità o per timore, delle questioni sulla mafia: che cos'è? Come agisce? Che danni può provocare? Alle più frequenti di queste domande risponde questo volumetto: con onestà intellettuale, senza nascondere le brutture della mafia (macchia che infanga un'isola bellissima), ma anche spazzando via le paure infondate di chi immagina che, percorrendo le strade siciliane, si vada incontro a pericoli maggiori rispetto al resto del mondo.