El Dante: viaggio in quattro serate alla alla scoperta di sé attarverso la Divina Commedia. Perché la presentazione di Franco Nembrini mostra – in maniera diretta, viva, personale – che l'itinerario di Dante lungo l'inferno, purgatorio, paradiso, è in realtà il percorso di ognuno alla ricerca di sé, dell'oggetto che, solo, può rispondere al desiderio di felicità che sta nel cuore di ogni persona.
Bangkok significa "città degli angeli". Qui sorge, nella parrocchia di Nostra Signora della Misericordia, la Casa degli Angeli dove sono accolti bambini disabili e le loro mamme, vittime di un contesto che giudica la disabilità come frutto di una colpa personale, quindi fonte di emarginazione. Le quindici storie di mamme raccontate in queste pagine da suor Maria Angela sono drammatiche e stupende ad un tempo: ci parlano di sofferenza, morte e vita nuova che genera altra vita, di desiderio e volontà di bene per chi ha patito il male. Storie dove si incarna la presenza di Dio che ridiventa storia umana, oggi. "Il mio primo impatto è stato con i bambini, con il loro bisogno di assistenza, e con le mamme, che in questo bisogno si stavano perdendo. Il bisogno ultimo e vero di queste donne era quello di incontrare Gesù, di placare la sete che hanno, come la Samaritana".
Lo sguardo, la voce, le parole di Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, a dieci anni dalla scomparsa
Un documentario d’eccezione per ricordare un grande protagonista del nostro tempo nel decimo anniversario dalla sua morte: don Luigi Giussani.
Immagini inedite per permettere alle persone che non lo hanno mai conosciuto di “incontrare” il volto di don Giussani, il suo sguardo, il suo temperamento, la sua vibrazione umana; la sorpresa di ascoltare dalla sua stessa voce che cosa ha significato per lui l’incontro con Cristo.
Durata complessiva: 57’27”
Formato video 16:9
Sottotitoli: italiano, inglese, spagnolo, tedesco, francese, portoghese, polacco, russo
Un vecchio contadino fratricida, uno straniero che ha ucciso per gelosia, un agente segreto e un camorrista: sono i protagonisti delle quattro storie raccolte dall'autore, educatore penitenziario, dentro le mura del carcere di Alessandria. "Visti da dentro", con gli occhi di chi scrive, i carcerati sono restituiti alla loro dignità di persone e costringono tutti, oltre ogni facile giustizialismo, a riflettere sul dramma della libertà e della condizione umana, davanti all'eterna e quotidiana scelta tra bene e male.
Queste meditazioni teologiche ci offrono un originale approccio alla fede come il "grande affare". Gesù stesso amò parlare del regno di Dio con immagini di tipo economico: la perla preziosa o il tesoro nascosto per i quali vale la pena lasciare tutto in vista del centuplo. Del resto come può essere credibile e desiderabile il dono della fede se esso non si mostra conveniente, "capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda anche in mezzo alle prove?" (Francesco), se esso non risulta utile per affrontare le sfide del vivere, a compiere ciò che di più vero e di più profondo il cuore desidera?
11 dicembre 1949: la croce della chiesetta del piccolo villaggio boemo di Cíhost' si muove durante la messa. Il parroco, don Toufar, viene accusato di aver inscenato il "miracolo" ed è arrestato dalla polizia segreta cecoslovacca. Fin da bambino aveva desiderato diventare sacerdote, a servizio di Dio e degli uomini. Morirà il 25 febbraio 1950 in seguito alle torture subite per aver voluto testimoniare la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa cattolica. Il libro, a seguito del quale la Chiesa ceca ha avviato la causa di beatificazione, ne ripercorre la vita, la vocazione, il ministero, fino agli eventi che seguirono il "miracolo" e che fanno di don Toufar uno dei primi e sicuramente più noti martiri cattolici cechi del regime comunista. "Il tempo è un bene prezioso. Perciò viviamo come se dovessimo morire oggi, vigilando da uomini saggi". (Josef Toufar)
"Chiara è una bella ragazza di quattordici anni, innamorata della vita e dello sport. La sua grande passione è la pallavolo. Quante volte in campo ha gridato 'Forza raga!' per incitare le sue compagne e trascinarle alla vittoria. Perché lei voleva vincere ogni gara. Improvvisamente la malattia la porta a giocare un'altra partita decisiva. L'avversario appare via via più temibile, la gara si fa dura, fino alla disperazione, come un naufrago in balia del mare in tempesta. Attraverso il racconto della madre, mater dolorosa che accompagna la figlia nella sua personale via crucis, la vicenda di Chiara si dipana sotto i nostri occhi. Emerge la statura di una ragazzina che grida tutto il suo desiderio di vivere, fino ad arrendersi a Colui che 'mi conosce più di me'. 'Pagine scritte con il cuore di una mamma, con una sincerità e una semplicità che le rende prezioso documento di un esemplare cammino di maturazione umana e cristiana'." (dalla prefazione di M. Anna Maria Cànopi)
"I giovani debbono leggerlo": così si è espresso papa Francesco in una delle sue catechesi sul matrimonio. I Promessi Sposi, infatti, sono "un capolavoro sul fidanzamento, dove si racconta la storia dei fidanzati che hanno subito tanto dolore, hanno fatto una strada di tante difficoltà, fino ad arrivare alla fine al matrimonio". E proprio al tema del matrimonio di Renzo e Lucia sono dedicate queste pagine, attraverso le quali l'autore ci invita a incontrare la bellezza del romanzo e a conoscere meglio la vita e la fede del Manzoni, sia per mezzo dei testi letterari sia attraverso le lettere inviate ad amici, familiari, intellettuali e persino a papi. La rilettura del romanzo avviene a partire dal tema centrale (la conversione), dai due pilastri della vicenda (Gertrude e l'Innominato), fino al matrimonio e al "sugo della storia". La ricerca e l'indagine di Fighera cercano poi di rispondere a tante domande e curiosità: cosa scrive Manzoni sulla sua conversione? La monaca di Monza morì in odore di santità? Cosa raccontano gli atti del processo a suor Virginia de Leyva? L'Innominato fu davvero un parente del Manzoni? Qual è il suo testamento spirituale?
La chiesa di San Giovenale è una originale costruzione romanica, edificata tra l'inizio del XII e la fine del XIII secolo, che ha svolto un ruolo centrale nella vita artistica e sociale di Orvieto. Il recente restauro, oltre a consentire di valutare le fasi successive di trasformazione e apprezzare l'unitarietà dello spazio, ci ha restituito la vivacità dei colori delle pareti e delle colonne affrescate. Attraverso la storia di questa chiesa e dei tesori di arte e di fede in essa racchiusi, siamo riportati in un'epoca per la quale Dio era l'architrave e il centro della vita personale e sociale.
È possibile riprendersi la vita dopo aver commesso un delitto? Può il carcere essere il luogo dove ritrovare sé stessi? Una storia vera che l'autrice ha deciso di raccontare per mostrare che "nessuno è perduto, nessuno sbaglio è tanto grande da non poter essere perdonato". Pietro è un ragazzo come tanti che ha preso strade nelle quali ha rischiato di perdersi per sempre. La detenzione diventa l'inizio di un nuovo cammino grazie all'affetto della famiglia, al lavoro e all'amicizia incontrata in carcere. L'incontro fortuito con Irene in uno dei primi permessi premio segnerà una svolta decisiva nella sua vita. Non sarà facile per Irene fare i conti con il passato del galeotto, ma il cuore saprà andare oltre le sbarre. "Ero male. Vivere senza regole, senza limiti e senza volermi bene mi ha portato prima all'autodistruzione e poi a distruggere tutto quello che avevo intorno. Per me la galera è stata la salvezza: io col carcere mi sono ritrovato" (Pietro). "Nessuno è perduto, nessuno sbaglio è tanto grande da non poter essere perdonato" (Irene).
Una raccolta di quaranta brevi racconti. Il tema dominante è la quotidianità nella sua apparente banalità. Ma le solite cose, se guardate con occhi attenti, svelano l'ordine, la bellezza di cui sono parte. Fino alla possibile scoperta che tutto è al suo posto.
Uno racconto che l'autore ha tratto dalla viva voce dello zio Salvino, un contadino che la grande guerra strappa alla famiglia e alla campagna per portarlo al fronte ed esporlo alla fame, al freddo, alla paura, alla morte, in una quotidiana lotta per la sopravvivenza. Un vivo affresco dell'Italia contadina tra secondo Ottocento e primi decenni del Novecento.