La rimarcabile unità geografica da sempre caratteristica dell'Egitto è il primo fondamento della sua eccezionale continuità storica, che si è costruita nell'alternarsi e nel confronto tra diverse dimensioni di espansione e influenza: quelle asiatica e africana sul piano continentale, quelle nilotica e mediterranea sul piano regionale. Il libro introduce a questa molteplicità di dimensioni e piani - storico, politico e culturale - che hanno via via contribuito a trasformare e arricchire l'identità dell'Egitto. Si apre con due contributi sulla civiltà dei Faraoni e le sue espressioni religiose; si svolge poi attraverso la diffusione del cristianesimo e l'elaborazione di forme artistiche proprie, tardo-antiche e cristiane, fino ai cambiamenti portati dalla conquista araba e dalla diffusione dell'Islam. I secoli medievali e quelli del governo dei Turchi, prima mamelucchi poi ottomani, rappresentano per il paese un'alternanza di luci e ombre, una complessità della quale rende conto anche un capitolo sulla società e la cultura del Cairo medievale. La modernità, giunta con l'esercito napoleonico, affascina molti esponenti della società egiziana e, attraverso essi, si irradia in altre regioni del Vicino Oriente. I temi propri del Risorgimento arabo e poi dell'individuazione di quali dimensioni privilegiare tra le tante proprie del paese - islamica, araba, egiziana, mediterranea - hanno fatto dell'Egitto nel Novecento un vero laboratorio di riflessioni e decisioni politiche cariche di conseguenze.
Anselmo d’Aosta e dintorni. I “dintorni” sono tre: Lanfranco di Le Bec, priore di Anselmo e poi suo predecessore nella sede episcopale di Canterbury – qui presentato nel suo profilo generale e nella prerogativa di esegeta, in cui spunta già il teologo; Guitmondo d’Aversa, alunno di Lanfranco soprattutto come maestro di dialettica nel monastero di Le Bec; e Urbano II, del cui comportamento Anselmo non sarà totalmente soddisfatto – pur non cessando mai di riferirsi alle sue decisioni sull’indipendenza ecclesiale nelle nomine episcopali –, e qui studiato nei suoi principi di riforma della Chiesa.
Ma a emergere nel volume, e a occuparne la più parte, è lo stesso Anselmo d’Aosta, riscontrato nelle vicissitudini complesse e nelle tribolate peripezie che ne tratteggiano e ne snodano la vita, sempre toccandola e coinvolgendola nell’intimo.
Ne risulta così ampiamente ricostruita la sua figura di monaco e di abate amabile – al quale, a suo dire, tutti i buoni volevano bene –, di teologo sottile, di ostinato difensore della «libertà della Chiesa» e di assertore tenace del primato delle ragioni della verità e della coscienza.
Il volume mira anche a essere una introduzione o iniziazione a sant’Anselmo in vista del IX centenario della sua morte – 21 aprile 1109 –, che sicuramente non mancherà di chiamare a convegno studiosi e ricercatori dalla sponda sia della filosofia sia della teologia.
Eliade Mircea Oceanografia
Nel 1934 Mircea Eliade (1907-1986) pubblicava con il titolo Oceanografia una selezione di articoli e saggi apparsi a Bucarest sul giornale «Cuvântul» e sul settimanale «Vremea» nei due anni precedenti, oltre ad alcune note di diario con il titolo Frammenti. «Questo tentativo di esaminare la vita quotidiana dell’anima, di risolvere di nuovo, con serietà, i problemi semplici – che nessuno prende più in considerazione – perché troppo grandi o troppo semplici – lo chiamo oceanografia», scrive l’Autore nella sua prefazione.
Con stile nervoso, paradossale e a volte ironico, il giovane Eliade, ritornato dall’India nell’ambiente culturale vivace e pluralista della Bucarest dell’inizio degli anni ’30, in questo libro presenta appunto una «oceanografia dell’anima contemporanea», attraverso una serie di «divagazioni filosofiche» in cui troviamo, in fase di elaborazione, alcuni dei temi di fondo del futuro grande storico delle religioni, scrittore e uomo di cultura: la critica ai pregiudizi occidentali nei confronti delle tradizioni religiose extraeuropee, la scoperta del simbolo come strumento di conoscenza, l’«irriconoscibilità del miracolo», le strutture mitiche del romanzo e del cinema, la libertà personale e l’esperienza vissuta, l’autenticità contrapposta all’originalità quale premessa alla creatività artistica e alla disponibilità della scoperta.
L'uomo rappresenta se stesso a partire dal momento in cui fa la sua comparsa nella sua forma moderna, quella di "Homo sapiens sapiens". E, essenzialmente, l'uomo ha dapprima rappresentato la donna. Ma queste immagini sono a lungo rimaste minoritarie: sono anzitutto gli animali a essere raffigurati, in una grande varietà di forme e di stili, come se la rappresentazione della figura umana dovesse rimanere eccezionale o marginale. Poi la rivoluzione neolitica, che vede l'agricoltura e l'allevamento prendere il posto della caccia e della pesca, si accompagna a una rivoluzione delle immagini al cui interno la figura umana si libera dai canoni espressivi e codificati del Paleolitico attraverso figurine di argilla cotta, ma anche di pietra o di calce. Queste prime raffigurazioni umane, studiate da Jean-Paul Demoule, compaiono in uno spazio coerente e omogeneo, quello del Vicino Oriente, del Mediterraneo e dell'Europa. L'autore ripercorre qui la nascita e l'evoluzione della figura umana nei periodi preistorici e protostorici, fino alla comparsa dell'estetica peculiare alle organizzazioni statuali. E una storia globale della figura che, illustrata dalle fotografie di Erich Lessing, non è mai stata raccontata in questa forma.
Una introduzione ai dinosauri rivolta ai giovani. Il libro mostra l'animale scelto nel suo habitat: la quotidiana lotta per la sopravvivenza, che sia preda o predatore; la difesa della prole; l'apprendimento; il pasto. La struttura ossea; la diffusione geografica nei continenti del Mesozoico; il confronto con alcuni generi dello stesso gruppo. Le immagini sono lavorate su originali modelli 3D, sulla base delle più recenti conoscenze di quel mondo lontano e fantastico.
Una introduzione ai dinosauri rivolta ai giovani. Il libro mostra l'animale scelto nel suo habitat: la quotidiana lotta per la sopravvivenza, che sia preda o predatore; la difesa della prole; l'apprendimento; il pasto. La struttura ossea; la diffusione geografica nei continenti del Mesozoico; il confronto con alcuni generi dello stesso gruppo. Le immagini sono lavorate su originali modelli 3D, sulla base delle più recenti conoscenze di quel mondo lontano e fantastico.
Una introduzione ai dinosauri rivolta ai giovani. Il libro mostra l'animale scelto nel suo habitat: la quotidiana lotta per la sopravvivenza, che sia preda o predatore; la difesa della prole; l'apprendimento; il pasto. La struttura ossea; la diffusione geografica nei continenti del Mesozoico; il confronto con alcuni generi dello stesso gruppo. Le immagini sono lavorate su originali modelli 3D, sulla base delle più recenti conoscenze di quel mondo lontano e fantastico.
Una introduzione ai dinosauri rivolta ai giovani. Il libro mostra l'animale scelto nel suo habitat: la quotidiana lotta per la sopravvivenza, che sia preda o predatore; la difesa della prole; l'apprendimento; il pasto. La struttura ossea; la diffusione geografica nei continenti del Mesozoico; il confronto con alcuni generi dello stesso gruppo. Le immagini sono lavorate su originali modelli 3D, sulla base delle più recenti conoscenze di quel mondo lontano e fantastico.
BENEDETTO
L’eredità artistica
Mentre è inconcepibile pensare alla storia della cultura e della religiosità europea senza il contributo dei benedettini, è meno ovvio riconoscere, nei 1.500 anni trascorsi da Benedetto, le numerose stagioni artistiche nelle quali il fattore culturale benedettino è stato fondamentale. Oggi non è più in uso la formula "arte benedettina", come se Benedetto fosse stato all’origine di un movimento artistico in senso proprio. È invece riconosciuto che nessun altro avvenimento ha influenzato le arti occidentali con tanta forza e in ondate successive come il fenomeno benedettino.
Il volume non tratta quindi di arte benedettina ma di diverse stagioni artistiche, passi fondamentali, nella storia dell’arte occidentale.
Con Benedetto, la scelta dello spazio monastico non racchiuso in se stesso diviene modello per il monachesimo occidentale.
Nel IX secolo, con Benedetto d’Aniane e il favore di Carlo Magno, il monachesimo europeo diviene benedettino; lo stesso accade per l’arte monastica già prima dell’anno Mille. La riforma di Cluny segna l’esplosione dell’arte romanica europea. Poco dopo, a cavallo tra il romanico e il gotico, la riforma di Bernardo fa nascere l’arte cistercense. In età barocca, i benedettini danno la loro impronta monastica e artistica alla riforma cattolica, particolarmente in Europa centrale e in Brasile.
Nel XIX secolo, alle arti sacre accade come all’esperienza monastica: sono respinte in una sorta di esilio nell’Europa liberale e borghese. Sul finire del secolo, tuttavia, la scuola artistica benedettina di Beuron getta ponti verso l’art nouveau e la modernità. Infine, l’età contemporanea vede nascere edifici che sono veri capolavori, legati alla committenza di monasteri e spesso per opera di architetti benedettini.
Sono stati coinvolti in questo libro 32 autori tra i massimi studiosi dell'arte a livello internazionale.