Il libro-calendario 2022 racconta una storia di incontri, scambi, reciproci influssi intercorsi tra le due metà del mondo cristiano, Oriente e Occidente, Ortodossia bizantina e Cattolicesimo latino, nel periodo di transizione dal Medioevo all’Umanesimo.
Nell’arco cronologico del XIV-XV secolo, il bacino del Mediterraneo diventa una comunità in cui la circolazione delle diverse culture assume proporzioni straordinarie. Abbiamo voluto ricostruire questo mosaico rintracciando opere in gran parte sconosciute al grande pubblico e che oggi sono conservate in vari musei del mondo, e che hanno come tratto distintivo la combinazione di elementi bizantini e occidentali; da una parte tavole italiane (in particolare veneziane) fortemente intrise di elementi bizantini, e dall'altra opere cretesi che accolgono dichiaratamente elementi dell'arte occidente.
Per il 2019 il tradizionale libro-calendario di Russia Cristiana ritorna dopo vari anni alle icone russe proponendo le più belle raffigurazioni della Madre di Dio presenti nella collezione del Museo di Vladimir-Suzdal’, antica capitale russa e oggi una delle tappe del percorso del celebre «Anello d’oro».
Vladimir coltivò sempre una particolare venerazione mariana, dovuta in primo luogo alla presenza della celeberrima icona della Madre di Dio della Tenerezza di Vladimir.
Il fiore all’occhiello del Museo è un’icona attribuita al leggendario iconografo Andrej Rublev. A Vladimir lasciò splendide opere anche Simon Ušakov, l’ultimo grande iconografo che nel XVII secolo seppe rivivere l’esperienza dell’icona alla luce delle nuove tecniche pittoriche del tempo. Oltre alle opere di questi due autori, la pubblicazione illustra soggetti mariani che sovente costituiscono dei casi unici, legati a personaggi e fatti storici di questa terra, oppure esprimono, con grande finezza e originalità, culti e tradizioni che si sviluppano nel corso del tempo in tutta la Russia.
Il Museo-comprensorio di Vladimir e Suzdal’ spalanca i suoi battenti per condurci alla scoperta dei tesori delle sue icone mariane, accompagnati da Marija Bykova, storica dell’arte e conservatrice della collezione, autrice dei testi. A lei si deve il saggio monografico e le ampie note che corredano le 24 tavole a colori.
Libro Calendario 2013
Cm 31 x 44 - pp 50 - 25 grandi tavole a colori
Il libro-calendario 2021 è dedicato alla scuola iconogra­fica di Rostov, uno dei centri più antichi della Rus’, la cui fondazione è attribuita dalle cronache all’anno 862.
Caratteristica unica di Rostov, tra le antiche città russe, è l’essere stata governata da vescovi (in particolare, inizial­mente Leonzio, Isaija e Ignatij) che evangelizzarono la re­gione sconfiggendo il paganesimo; i vescovi loro successori accrebbero gradualmente la fama della città, costruendovi monasteri e lo splendido «Cremlino», che ammiriamo ancor oggi specchiarsi nelle acque del lago Nero, e che era in realtà la loro residenza.
Le icone di Rostov sono caratterizzate da grande eleganza, colori smorzati, stesi a pennellate semitrasparenti, e pro­fondità di espressione nei volti e nei gesti. Le opere pre­sentate in questa pubblicazione – tutte appartenenti alla collezione del «Cremlino» di Rostov – coprono un arco temporale dal XIII al XVII secolo, presentando l’evolu­zione della Scuola pittorica locale, i suoi soggetti preferiti, i santi e le feste più amate.
Tradizione e peculiarità locali si intrecciano, nelle tavole esposte nel museo di Rostov e riprodotte nella nostra pub­blicazione, mostrando un volto affascinante e nuovo del­l’icona russa. A svelare la ricchezza e profondità interiore di questo tesoro artistico – attraverso un ampio testo mo­nografico e note illustrative alle tavole – è Vera Vachrina, storica dell’arte e conservatrice della collezione.
A corredo della pubblicazione, brevi testi sulla storia e santità di Rostov.
Il calendario 2020 sarà dedicato ai mosaici del Duomo di Monreale, lo splendido duomo edificato e dedicato alla Madre di Dio dal re normanno Guglielmo II.
In questa meravigliosa cattedrale, dove lo splendore dell’oro e dei colori rende visibile agli occhi dei fedeli il mistero che si compie nella liturgia, l’arte dell’Occidente (struttura basilicale, rilievi romanici) si unisce a quella degli artisti bizantini che negli ultimi decenni del XII secolo delinearono, attraverso grandiosi cicli di mosaici, la storia del cosmo e dell’umanità dal suo primo esistere (Creazione del mondo), all’Antica Alleanza seguita al peccato (Storie della Genesi), fino alla Nuova Alleanza (Storie di Cristo, ciclo dei Miracoli), per culminare nell’attesa del Mondo che verrà, attraverso la Gerusalemme celeste rappresentata dal maestoso Pantocratore, dalla Madre di Dio in trono e da tutti i santi, con particolare riguardo ai prìncipi degli apostoli, Pietro e Paolo, a cui sono dedicate le absidiole laterali.
Grazie alla generosa disponibilità della Diocesi di Monreale, il libro-Calendario 2020 presenterà al lettore 24 splendide immagini di grande formato, ordinate secondo il calendario liturgico e corredate da ampi testi di carattere storico e spirituale:
– saggio monografico di don Nicola Gaglio
– schede storiche di Giovanna Parravicini
– meditazione sui mosaici di Romano Guardini (1929)
Il calendario 2018 offre immagini di grande bellezza – antiche tavole del XII-XIII secolo, tra cui grandi crocifissi
dipinti con storie della Passione e Resurrezione, tavole mariane e pale agiografiche dedicate a san Francesco,
santa Caterina e san Nicola.
L’esame del patrimonio artistico presente in Toscana, e in particolare nell’area di Pisa, consente di vedere, da un
lato, la forte presenza di artisti bizantini, e dall’altro l’interesse e la ripresa del linguaggio figurativo bizantino in
chiave locale, originale e fresca, tipicamente italiana e tradizionalmente cattolica.
Se in passato la “maniera greca” veniva contrapposta negativamente alla pittura italiana, considerata come più libera
e creativa, lo studio delle fonti e delle opere ci consente di comprendere tutta la ricchezza della prima e i molteplici legami culturali e spirituali esistenti fra le due.
Si può quindi dire, ancora una volta, che l’icona è un’arte ecumenica, diffusa in tutto il mondo cristiano sulla scorta
delle comuni radici cristiane.
I testi sono di Michele Bacci, docente di storia dell’arte all’università di Friburgo.
Riandando alle origini del cristianesimo in Georgia, ci imbattiamo nel simbolo della croce ricavata da un ramo di vite, che la Vergine affidò a santa Nino inviandola a evangelizzare queste terre. La croce-vite è anche l’archetipo del particolare «carisma» del cristianesimo georgiano e della sua cultura, in cui fecondità e convivialità si intrecciano con una vertiginosa, irriducibile tensione alle altezze. L’antichissima arte della coltivazione della vite e della produzione del vino in Georgia trova il suo punto di arrivo nell’arte del convivio, ancor oggi radicata nella società e scandita da gesti e rituali sacri. Nasce da questo incrociarsi di umano e divino la civiltà austera, impervia e aristocratica dell’Alto Svaneti, con le sue case-torri e la sua arte ieratica, incisiva, quasi selvaggia. Nasce di qui, oltre che dall’antico mito del vello d’oro, l’amore per la lucentezza dell’oro, degli smalti e delle pietre preziose, con cui sono realizzate splendide icone caratteristiche dell’arte sacra georgiana. È un amore appassionato per ogni bellezza fisica e naturale, radicato in quello che Pavel Florenskij, nato tra i monti del Caucaso, definiva l’«interrogativo sul trascendente». A introdurre il lettore in questo universo artistico e spirituale è Nana Burchuladze, storica dell’arte, docente universitaria e conservatrice del patrimonio artistico medioevale del Museo Nazionale Georgiano
In un drammatico momento di conflitti come quello che stiamo attraversando, ci sembra significativo presentare il patrimonio artistico dell’antica Kiev, culla della civiltà russa e della fede cristiana del suo popolo, per mostrare la comune radice di fede e di cultura cui si alimentano il po- polo russo e quello ucraino.
Gli splendidi mosaici della cattedrale di Santa Sofia, costruita e decorata nel X secolo da uno dei primi principi russi, Jaroslav il Saggio, documenta a tutt’oggi lo splendore dell’arte bizantina e nel contempo una particolare attenzione missionaria: la preoccupazione di annunciare al po- polo russo la novità evangelica da poco conosciuta; solo pochi decenni prima, infatti, nel 989 il principe Vladimir aveva ricevuto il battesimo insieme al suo popolo.
Oltre 2500 mq di mosaici e di affreschi al suo interno di- spiegano davanti allo spettatore l’intero universo appena uscito dalle mani del Suo Creatore, gli mostrano le figure di Cristo, della Madre di Dio e di centinaia di santi, guide e compagni nel cammino di fede da poco intrapreso.
Di pochi decenni successivi sono i mosaici di San Michele al Tetto d’Oro, di cui ci sono rimasti gli strappi, eseguiti da restauratori-volontari prima che la chiesa fosse fatta saltare da Stalin negli anni ‘30.
L’AUTORE
Autore del testo e delle immagini è Vladimir Sarab’janov, storico dell’arte e restauratore di Mosca, che per anni ha lavorato ai restauri di questi mosaici, scoprendone i segreti, fotografandoli nei particolari e cogliendone nessi e simboli di grande profondità.