Parafrasando Papa Francesco gli autori hanno dedicato 11 capitoli a 13 preti (trentini di nascita o di adozione) che hanno dedicato la loro vita di fede anticipando e realizzando la Chiesa povera per i poveri annunciata da Jorge Mario Bergoglio all'inizio del suo pontificato. Il loro racconto si snoda tra calo delle vocazioni, ruolo dei laici, coinvolgimento dei fedeli nel sostegno alle attività della parrocchia (dal servizio liturgico alla catechesi agli oratori…), le difficoltà legate alla pandemia e le nuove emergenze povertà conseguenti della crisi economico-occupazionale con pesanti ripercussioni sul tessuto sociale delle comunità. Durante la pandemia i sacerdoti – al pari di medici ed infermieri – sono stati il collante sociale ed il baluardo che hanno impedito l’implosione delle comunità. In questo volume si sono messe a confronto idee, esperienze e testimonianze per capire come è cambiato il volto delle singole comunità cercando di rispondere alle esigenze della nuova evangelizzazione. Un reportage per scoprire il lavoro quotidiano di tanti sacerdoti impegnati con sacrificio e dedizione in una missione di vita e per conoscere straordinarie storie di amore e di altruismo con protagonisti uomini e donne della Chiesa di oggi. Il ricavato delle vendite andrà interamente devoluto in beneficenza dagli autori al Custode di Terra Santa, il trentino Fra Francesco Patton, per rispondere alle emergenze della Chiesa di Gerusalemme emerse durante il conflitto in corso in Medio Oriente.
A poco più di un anno dal dies natalis del cardinale Loris Francesco Capovilla (26 maggio 2016) trentacinque testimoni che hanno avuto il dono di attingere al fuoco vivo della sua umanità ne ricordano la figura così sfaccettata e tanto ricca di sorprese. Un’occasione per conoscere la personalità umana e religiosa di un autentico servitore della Chiesa e del Vangelo nelle varie fasi della sua vita centenaria e dai più diversi punti di vista, religiosi e laici. Una lettura che lascia un segno profondo e commosso sia in chi l’ha conosciuto nell’arco degli anni, e spesso dei decenni, sia in chi – pur non avendolo incontrato personalmente – coglierà questa occasione per imparare a conoscerlo per questa via ‘postuma’. Come una perla preziosa che illumina le parole dei testimoni e degli amici, il libro si apre con la trascrizione della commovente omelia che il cardinale tenne in occasione della messa di ringraziamento per il suo centesimo compleanno, a Camaitino, il 14 ottobre 2015: «Chi sono io per prendere in mano il calice della salvezza? Lo prenderò e canterò la lode del Signore. Canterò la lode del Signore per quei giorni o quelle ore (come vuole Lui, come Lui dispone) di vita che mi rimangono...».
Scritti di: Alessandro Andreini, Aldo Bertelle, Bruno Bignami, Thomas E. Brennan, Lorenzo Chiarinelli, Aldo e Rina Cristinelli, Decio D’Angelo, Riccardo Della Chiesa, André-Jean Demaugé, Eduardo Eurnekian e Baruch Tenembaum, Giancarlo Frison, Enrico Galavotti, Luis M. Girón-Negrón, Floriano Grimaldi, Marco Impagliazzo, Giuseppe Locatelli, Marco Malagola, Ettore Malnati, Inge Manzù, Giuseppe Mazzariol, Maria Mencaroni Zoppetti, Michel Méranville, Gennaro Orsatti, Beniamino Pizziol, Franco Posocco, Mario Primicerio, Christo Proykov, Emilio Sanzogni e Ettore Inselvini, Luciano Sartor, Gian Carlo Sibilia, Heino Sonnemans, Stefano Trinchese, Chuck Weisenbach, Gianfranco Zenatto, Camillo Zuccoli.
Questo lavoro, costato all’autore ben undici anni di fatiche, spesso al limite dell’abbandono dell’impresa, è soprattutto il frutto di un lungo amore per il Filosofo. Tutta l’opera di Platone è riletta, pur facendo doveroso tesoro della lunga storia degli studi platonici, con occhi sgombri da qualsiasi pregiudizio ideologico o metodologico: perché se non si può essere veri filosofi quando tutto ciò che vien detto resta abbarbicato ad un qualsiasi presupposto, anche giustificato e solido, in quanto si cadrebbe nella sacra scrittura religiosa, ostile al fluire libero del pensiero e della fantasia creatrice (Heidegger), non si può neppure essere seri studiosi di filosofia, se le analisi sono condotte a partire da un pregiudizio ideologico, anche probabile e ammissibile. Ne ebbe chiara coscienza Platone stesso, che non volle restare prigioniero della “teoria delle Idee” e riservò le lezioni non destinate alla scrittura al momento dialettico preparatorio dei progressi del suo pensiero filosofico, come ci appare dagli ultimi difficili grandi Dialoghi. Chi può dire come si sarebbe svolta la civiltà occidentale se il passo dei lettori di Platone non si fosse fermato sulla soglia di quegli ardui Dialoghi? Per tanta parte fu erede del pensiero platonico la Chiesa cattolica, la quale ne esaltò gli aspetti trascendenti ed escatologici: è convinzione di chi ha scritto questo saggio, invece, che Platone avesse i piedi ben piantati sulla terra e che il momento metafisico del suo pensiero convisse e si intrecciò con lo sguardo ontologico sulle cose e con un atteggiamento realistico, e addirittura pragmatistico, nella considerazione di quelle cose stesse.
Il saggio si apre con una biografia culturale e filosofico-letteraria del Filosofo ed è scandito, secondo la terminologia di Platone stesso, nei due grandi momenti “della prima e della seconda navigazione”. La rilettura delle singole opere è puntualmente accompagnata dal richiamo diretto alle parole dell’autore (purtroppo in translitterazione latina) ed è sorretta dal riferimento ai più autorevoli e classici studi della filosofia, della linguistica, della letteratura e delle scienze umane, quali uno studioso di Platone può avere oggi a disposizione. La rilettura di ogni dialogo è preceduta da una introduzione storico-letteraria ed è seguita da una conclusione letterario-filosofica.
Si è voluta dare a questo studio, data la vastità e complessità della materia una struttura snella, testualizzando le note critiche ed i riferimenti alla storia degli studi ed essenzializzando le note bibliografiche: ciò nella speranza che esso possa soddisfare, oltre che, sommessamente, le esigenze di qualche studioso, soprattutto quelle delle persone che ritengono che le letture di filosofia completino ancora la cultura di un uomo moderno, soprattutto se questa completezza è offerta dal nome altissimo di Platone.
Musei e gallerie, aree e parchi archeologici, palazzi e ville, parchi e giardini, castelli e fortificazioni, edifici storici, biblioteche e teatri… Dai monumenti storici ai tesori artistici di ogni epoca, che siano conservati nei musei delle grandi città o custoditi in piccoli borghi nell’entroterra, l’Italia ha un patrimonio storico-artistico che la rende una delle mete del turismo culturale più frequentate al mondo. Numerosi musei italiani storicamente nascono per ospitare reperti frutto di campagne di scavo nelle aree archeologiche di pertinenza, a cui sono inscindibilmente legati. Molte sono le opere en plein air che rendono il nostro Paese un vero e proprio museo a cielo aperto, visitato da migliaia di turisti italiani e stranieri. In questo volume vengono descritti alcuni dei luoghi simbolo della cultura italiana, nella piena consapevolezza dell’impossibilità di essere esaustivi, data la vastità e complessità del patrimonio culturale italiano, ma con l’intento di diffondere un valore che contraddistingue il nostro Paese, quello della cultura, che va conservato e difeso per le generazioni future, così come i luoghi in cui la cultura “vive”.